Oristano
21 Dicembre 2016
Cari amici,
A volte la vita ci sembra
addirittura beffarda. Quando, dopo mille sacrifici siamo convinti di aver raggiunto
il successo, il traguardo delle nostre aspirazioni, arriva, improvviso e
tragico, un colpo terribile: un incidente che ti mette K.O. Anche per Marina
Romoli, sicura promessa del ciclismo italiano, è avvenuta la stessa cosa. Un incidente
stradale avvenuto nel 2010 l’ha costretta su una sedia a rotelle. Era il 1 giorno di Giugno di quell'anno e Marina completava la preparazione
atletica per la partecipazione ad una gare importante (coppa del mondo), quando un impatto terribile mise fine ai suoi sogni. Fu un’auto a piombarle addosso, creandole danni di gravità impressionante: perforazione
di un polmone, 500 punti di sutura nel viso e un terribile trauma alla colonna
vertebrale.
Un incidente così ti
mette k.o. per tutta la vita, ma Marina non era disposta ad accettare un
destino così tragico. Senza perdersi d’animo, stringendo i denti, si è
lentamente ripresa, soprattutto psicologicamente; appena è stato possibile ha
ripreso la sua lotta personale senza mollare, senza vittimismo, senza
arrendersi alla disgrazia. Le cure riabilitative, terribilmente dolorose, le ha
affrontate con grande coraggio, e la riabilitazione prosegue senza sosta, tanto
da aver ripreso, quasi incredibilmente anche a pedalare!
Marina è marchigiana,
classe 1988, ed era una vera speranza del nostro ciclismo: azzurra e argento
mondiale junior nel 2006. Non è facile accettare di vivere paralizzati a 21
anni, e Marina non si è mai rassegnata ad un tragico destino. Ora, a chi si complimenta con
Lei per il suo coraggio, dice: "Un paio di volte a settimana per
mezz’ora uso la bici da spinning, quando vado a fare fisioterapia. Non
chiedetemi come, ma sentivo di riuscire a farlo. Un’altra ragione per
continuare a sperare". Sono passati quasi 7 anni da quel tragico
incidente e la lotta di Marina è sempre in atto, senza mollare di un
millimetro.
Oggi a 28 anni, come ha
fatto sapere con un suo messaggio su Facebook, dice: «Vi ringrazio tutti dal primo
all’ultimo per il sostegno che mi date e mi avete dato in questi anni... Ci
tengo comunque a precisare, a chi ha visto il video in cui pedalo, che è un
risultato straordinario per me, ma che comunque sono e rimango con una lesione
spinale grave e quindi la mia vita rimane legata ad una carrozzina e ad altri
problemi connessi alla paralisi. Per questo continuo a credere nella ricerca
perché lei sola può dare una vera cura alla paralisi/lesione spinale. Ma sono
fiduciosa che prima o poi insieme ce la faremo! We Can Do It!».
Si, cari amici, la
ricerca è importante. Proprio in questi giorni le trasmissioni televisive ci
invitano ad essere coscienti, a non sottovalutare le richieste “per donare”, per
incrementare i fondi destinati alla ricerca, perché in questo modo si potranno
salvare non solo vite umane, ma rendere autosufficienti le persone colpite
dalla malasorte. La voglia di vivere di Marina, la sua voglia di riprendersi la
sua vita falcidiata a 21 anni, sono davvero un grande esempio di coraggio, che
deve stimolare tutti noi a resistere sempre alle avversità, combattendo senza
arrendersi mai, senza restare succubi di un destino avverso.
Marina, con i suoi
tanti amici, ha pensato anche agli altri, oltre che a se stessa; ha creato una
Onlus che porta il suo nome: “Marina
Romoli Onlus”, un'associazione di volontariato senza fini di lucro che ha lo
scopo di finanziare la ricerca, perché si possa trovare una cura alla lesione
del midollo spinale che, attraverso donazioni, eventi benefici e aste, riesca a
salvare molte vittime di incidenti, aiutandole nel percorso di riabilitazione,
anche dal punto di vista economico. Ma non è tutto. Marina vi partecipa anche attivamente:
si divide tra associazione, eventi, università (studia psicologia a Cesena) e
ciclismo. Si, addirittura ciclismo, che ha ripreso a praticare, come anticipato prima.
Amici miei, Marina è un
luminoso esempio di coraggio e di determinazione; oggi a quasi 7 anni dall’incidente,
dopo un’infinità di cure e ricerche è riuscita a risalire in sella, su una spin
bike indoor. E, se anche tutti i ciclisti odiano i rulli, per Marina quella di
rimettere gli scarpini ai piedi, la calzamaglia della nazionale e pedalare,
deve essere stata una sensazione straordinaria.
Il traguardo della completa guarigione è ancora lontano, ma Marina è una indomabile inseguitrice, ed è convinta di arrivare al traguardo: anche se è in salita, come in un gran premio della montagna, Lei è certa di arrivare vincitrice!
Il traguardo della completa guarigione è ancora lontano, ma Marina è una indomabile inseguitrice, ed è convinta di arrivare al traguardo: anche se è in salita, come in un gran premio della montagna, Lei è certa di arrivare vincitrice!
Non ho altro da
aggiungere, cari lettori che fedelmente mi seguite, anche perché un velo di
commozione ha appannato i mei occhi curiosi… Aggiungo solo: grazie Marina per l’esempio
che ci dai!
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento