Oristano
16 Dicembre 2016
Cari amici,
L’Articolo 47 della
nostra Costituzione afferma chiaramente che “La Repubblica incoraggia e
tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla
l'esercizio del credito…”. Ciononostante, spesso, questo principio
risulta in gran parte ignorato, se non del tutto travisato.
Perché oggi affronto un argomento così spinoso e delicato come quello del credito, che vede intere famiglie preda di banchieri senza scrupoli, che con grande nonchalance dilapidano i loro sudati risparmi di una vita? Ho già avuto occasione di parlare di Banche e di risparmi (spero con competenza, avendo svolto nella vita la professione di manager bancario), ma riprendo l’argomento in quanto sempre più amareggiato dai recenti fatti e misfatti che continuano ad accadere, e che i risparmiatori ulteriormente subiscono da parte delle banche.
Perché oggi affronto un argomento così spinoso e delicato come quello del credito, che vede intere famiglie preda di banchieri senza scrupoli, che con grande nonchalance dilapidano i loro sudati risparmi di una vita? Ho già avuto occasione di parlare di Banche e di risparmi (spero con competenza, avendo svolto nella vita la professione di manager bancario), ma riprendo l’argomento in quanto sempre più amareggiato dai recenti fatti e misfatti che continuano ad accadere, e che i risparmiatori ulteriormente subiscono da parte delle banche.
Nei miei precedenti interventi ho già, su questo blog, affrontato
l’argomento del Bail in e del Bail out, così come ho riepilogato le tristi
vicende successe al Monte dei Paschi di Siena e nelle ultime 4 banche andata in
rovina, che hanno creato grande disperazione nei clienti di questi Istituti. Ebbene, nonostante tutto questo, nessuna inversione di rotta appare messa in atto: ai manager preposti alla dirigenza di queste avventurose strutture
bancarie poco importi della disperazione dei clienti, e, con totale arroganza, a prescindere
dalla situazione contabile della Banca che amministrano, continuano a percepire
emolumenti da capogiro. Ecco un esempio.
Alla Banca Popolare di
Vicenza la stipula del contratto di acquisizione dell’amministratore delegato Francesco
Iorio, ha previsto, all’atto dell'assunzione, emolumenti per 1,7 milioni di euro lordi all’anno
(sulla base di un contratto triennale), oltre ad un bonus d'ingresso di 1,7
milioni di euro. Vi sembrano cifre adeguate quelle evidenziate, stante la
difficile situazione in cui la banca si dibatteva? Ora, tra l’altro, Iorio ha
rassegnato già le dimissioni ed a lui è subentrato un altro AD, tale Fabrizio
Viola, ma i corrispettivi previsti dal contratto "valgono" e vanno pagati, eccome!
Francesco Iorio, a
sentire i Media, passerà alla storia per la montagna di soldi guadagnati
durante la sua breve parentesi nella Banca veneta. A leggere quanto pubblicato
nei giornali, la sua retribuzione sarebbe valutabile complessivamente in circa
10 mila euro lordi al giorno. Cifrette di poco conto, insomma! Più
precisamente, per i 18 mesi e 4 giorni di sua permanenza in BPV, lo Iorio – come si
legge sul Corriere della Sera – avrebbe “già incassato 4,236 milioni di euro a
cui si aggiungono, per contratto, altre due annualità, quindi altri 3,4 milioni di
euro, che portano il totale, salvo deroghe, a 7,636 milioni di euro”. E non è finita.
Restano ancora da
stabilire i rapporti di chiusura, come verrà regolata la questione dei 18 mesi
restanti, stando al contratto; si andrebbe da 7.687 euro a 13.858 euro al
giorno, lordi, per 551 giorni di lavoro. Natale (uno) e Ferragosto (due)
compresi, fa sapere ancora il Corriere. Da tener presente che Iorio potrebbe anche
percepire delle buonuscite. Che meraviglia! La crisi della Banca, intanto, resta gravissima,
“la più grave dell’Italia repubblicana, con un buco di 8,75 miliardi di euro e
120 mila azionisti coinvolti”, come dichiarano gli esperti.
Cari amici, adesso
capite perché oggi ho ripreso a parlare di banche e di risparmiatori, partendo dalla rilettura dell’inapplicato articolo 47 della nostra Costituzione! Ora, per salvare
il salvabile, si preparano nuovi “paracadute” per le diverse banche in crisi. Il salvataggio urgente delle
banche popolari venete, del Monte dei Paschi di Siena, di Banca Etruria e degli
altri tre Istituti in crisi, vede il Governo mettere sul tappeto un
piano di salvataggio, a partire da quello per il Monte dei Paschi, che pare sia già pronto. Così come sembra “sostanzialmente
pronto", come confermano anche da Palazzo Chigi, il nuovo decreto salva-banche,
che dovrebbe includere anche una 'soluzione-ponte' per le banche popolari,
visto che sulla riforma pende un doppio giudizio della Consulta.
Per salvare Montepaschi
il paracadute appare pesante: si aggirerebbe intorno ai 4-5 miliardi di euro. In teoria, se dovesse fallire l'aumento di capitale richiesto sul
mercato, subentrerebbe la mano pubblica. In tal caso lo Stato, in prima battuta, si farebbe garante di ultima
istanza per l'aumento di capitale di MPS per l'acquisto dell'inoptato. Se in
effetti l'operazione di mercato dovesse fallire, a quel punto si
materializzerebbe l'intervento pubblico che andrebbe dispiegato seguendo la
nuova procedura europea, che prevede il coinvolgimento di azionisti e obbligazionisti
per rispettare le regole sugli aiuti di Stato.
Cari amici, credo che
una urgente e indilazionabile riforma del credito debba essere messa in campo e affrontata
quanto prima. Non si può pensare che l’ampia libertà di sperpero, oggi consentita agli amministratori delle
banche, possa continuare a lungo, depredando senza pietà i poveri clienti,
che in gran parte affidano agli Istituti i sudati risparmi di una vita. Partendo proprio dal fatto che è la
nostra Costituzione, tra l’altro, ad imporre la tutela del risparmio, senza se e senza ma!
A domani.
Mario
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