Oristano
24 Novembre 2016
Cari amici,
Premetto che sono convinto di essere una
persona equilibrata, non certo da considerarsi egoista o razzista, in quanto mi ritengo
dotato di quella giusta moderazione che presuppone rispetto per gli altri e, ove
possibile, anche della disponibilità ad assistere chi, per mille ragioni, è da
considerarsi meno fortunato di me. Proprio per questo non ho mai alzato la voce
per dire "basta" neanche quando il numero di persone, provenienti in particolare dall’Africa, raggiungeva livelli particolarmente alti, che avrebbero potuto creare
nella popolazione accogliente seri problemi di pacifica convivenza.
L’esodo, come ben possiamo
constatare tutti i giorni, sembra davvero inarrestabile e purtroppo l’Italia paga un
prezzo molto più alto di quello degli altri Stati appartenenti all’Unione
Europea, essendo posta proprio di fronte all’ondata migratoria; questa
posizione strategica per chi arriva e che impone a noi la “prima accoglienza” ha creato le ben note difficoltà
per il successivo ri-collocamento nelle altre nazioni dell’UE, per il loro
rifiuto a farsi carico della quota di ripartizione equa prevista dagli accordi. Ciononostante,
seppure in emergenza, in qualche modo la nostra forzata accoglienza continua, nonostante i
mugugni delle varie Regioni e dei Comuni destinatari dei profughi, per le difficoltà a reperire alloggi e quant’altro
necessario per il sostentamento.
L’Italia, come ben
sappiamo, non è il “Paese di bengodi”!
In questo momento, tra l'altro, attraversa un momento socio economico che potrei definire (usando un termine poco simpatico), di
“magra”; la disoccupazione ha raggiunto livelli mai toccati prima (quella
giovanile è vicina al 50%), con un continuo stillicidio di chiusure di aziende
e piccole e medie attività commerciali. I nostri pensionati, stante anche la poco
florida situazione del nostro Istituto di Previdenza, vivacchiano con pensioni
ben al di sotto dei 700/800 euro al mese, che tra l’altro debbono dividere con
figli e nipoti, rimasti “a carico” in quanto, seppur grandi di età, continuano
a restare in casa per carenza o mancanza di lavoro.
Ebbene, in questo
difficile contesto numerosi migranti ospitati giocoforza nelle nostre città, anziché ringraziare per l’ospitalità ricevuta, si comportano in
modo talmente irrispettoso e aggressivo che, credetemi, ha creato tanta rabbia e una forte
reazione negativa nei loro confronti.
Se partiamo dal presupposto che chi lascia (con serio pericolo per la propria vita) la terra d’origine per raggiungere altri lidi, lo fa perché vuole fuggire dalla guerra, dalla fame e dalle carestie, sarebbe auspicabile e doveroso, una volta arrivato nella nuova terra d’accoglienza, ringraziare chi ha teso la mano accogliendolo, senza accampare assurde pretese che neppure molti italiani (e neppure fra gli ultimi) mai avrebbero avuto il coraggio di avanzare! Cerco di spiegarmi meglio.
Se partiamo dal presupposto che chi lascia (con serio pericolo per la propria vita) la terra d’origine per raggiungere altri lidi, lo fa perché vuole fuggire dalla guerra, dalla fame e dalle carestie, sarebbe auspicabile e doveroso, una volta arrivato nella nuova terra d’accoglienza, ringraziare chi ha teso la mano accogliendolo, senza accampare assurde pretese che neppure molti italiani (e neppure fra gli ultimi) mai avrebbero avuto il coraggio di avanzare! Cerco di spiegarmi meglio.
Numerosi sono stati gli
episodi incresciosi che si sono verificati in tutta Italia circa la qualità
dell’accoglienza ricevuta: dal Nord al Sud (mi fa ricordare la famosa poesia “...dall’alpi alle piramidi, dal Manzanare al
Reno…), le proteste messe in atto hanno imperversato non poco, con atti di rifiuto e di
violenza gratuiti. E' accaduto a Feltre in provincia di Belluno, per esempio, dove
un gruppo di nigeriani ha gettato in terra il cibo offerto dagli operatori.
Gesto grave quello di gettare la spesa per strada: ha fatto scoppiare l’ira dei
residenti, che non volevano credere ai loro occhi! "Fanno le bizze come i bambini annoiati", ha scritto il
Corriere delle Alpi che ha riportato la notizia. Gesto oltremodo ‘grave’,
perché compiuto in un centro dove abitano tanti anziani che vivono con una
pensione modestissima, che li costringe a fare i salti mortali per andare
avanti e arrivare a fine mese.
Si, è proprio vero: annoiati è il termine che evidenzia
meglio il comportamento di chi arriva e si comporta in questo modo. Annoiati perché
spesso e volentieri non si dichiarano disponibili a ‘dare una mano’ per le
varie necessità della Comunità che li ospita. Altro caso eclatante è quello di un
altro gruppetto di migranti, che hanno inscenato una protesta gettando la spesa
in strada, perché nelle buste della spesa portate loro dalla cooperativa che ne
gestiva l'accoglienza "non c’erano le bevande di loro gradimento e perché
il riso fornito non era della qualità gradita".
La reazione popolare
che si scatena di fronte a comportamenti così irresponsabili credo non possa
essere considerato “in nessun modo” razzismo! Senza banalizzare il termine, mi
chiedo: cos’è al giorno d’oggi il razzismo? Essere preoccupati per una
ininterrotta catena di flussi migratori incontrollati, a volte impropriamente
definiti profughi, è razzismo? Criticare il business dell’accoglienza (nella
gran parte dei casi sbagliato), è razzismo? Sottolineare i comportamenti irriguardosi
come quelli prima evidenziati e i crescenti atti di vandalismo (con incendio delle dimore messe a disposizione) e di delinquenza
messi in atto contro la popolazione accogliente è razzismo? Io credo proprio di no! Allora, io ritengo necessario
che diverse cose relative all’accoglienza (certamente doverosa) debbano
cambiare e anche in tempi brevi, se vogliamo che le popolazioni non adottino
provvedimenti drastici che potrebbero sfociare in conflitti di convivenza poi molto
difficili da sanare.
L’Italia, come
altri Paesi sommersi da un’emigrazione senza fine (vedi la Grecia), ha già in seno uno stuolo di
poveri che non possono essere ignorati per dare la precedenza all’accoglienza
dei migranti. Ci sono poveri che debbono vivere con meno di 500 euro al mese,
mentre i migranti che arrivano da noi costano alla Comunità circa 35 euro al
giorno, che al mese fanno oltre 1.000 euro! Pensate che i nostri pensionati non
siano in grado di fare questi calcoli? Allora io credo che concordiate con me sul
fatto che è necessario “cambiare verso”, partendo anche dal presupposto che i
migranti, in cambio dell'accoglienza, dovrebbero restituire qualcosa alla Comunità, come un
impegno lavorativo nel sociale. Mi sembra il minimo, questa contropartita, in quanto bighellonare
tutto il giorno con il telefonino in mano, chiedendo anche “una moneta” ai passanti, è una situazione che non può durare a lungo.
Questo malessere in
crescendo appare talmente pericoloso che ha iniziato ad impensierire anche Papa Francesco; di recente, al rientro
dal Suo viaggio in Svezia si è così espresso: “Non è umano chiudere le porte, chiudere il cuore. Alla lunga questo si
paga politicamente. Come anche si può pagare politicamente una imprudenza nei
calcoli, nel ricevere di più di quelli che si possono integrare. Qual è il
pericolo quando un rifugiato non viene integrato? Se un immigrato non è
integrato si ghettizza e una cultura che non si sviluppa in un rapporto entra
in conflitto con un’altra cultura e questo è pericoloso. Credo che il motivo
per cui alcuni chiudono le frontiere è la paura. Il miglior consigliere è la
prudenza”.
Credo che tutti, non
solo in Italia ma nell’intera Europa, debbano fare urgentemente una seria e
ponderata riflessione. A partire dalle autorità Europee, oltre che nazionali.
A domani.
Mario
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