venerdì, novembre 25, 2016

IL FISCO, SEMPRE PIÙ GRANDE FRATELLO, TI OSSERVA SEMPRE MEGLIO: SE IN BANCA PRELEVI PIÙ DI 1.000 EURO AL GIORNO O PIÙ DI 5.000 AL MESE…



Oristano 25 Novembre 2016                
Cari amici,
Il fisco, sempre più "Grande Fratello", ha messo sul tappeto un'altra novità per controllarci: fare l'analisi dei nostri prelievi dal conto corrente in banca! Un emendamento approvato nel recente decreto fiscale, infatti, restringe ulteriormente la nostra libertà di prelievo, nonostante la normativa vigente in questo momento stabilisca che la movimentazione del contante ci è consentita purché non superi l’importo giornaliero di 3.000 euro. Ora invece chi preleverà una somma che supera i mille euro in un giorno oppure i cinquemila in un mese, potrebbe entrare nel mirino del Fisco e dell'Agenzia delle Entrate. In sintesi viene fissato un ulteriore limite all’utilizzo dei nostri soldi depositati in banca o alle poste, oltrepassato il quale scatterà automaticamente una presunzione di operazione 'in nero', e sarà il contribuente a dover dimostrare il contrario.
Dal 2017, dunque, le maglie dei controlli fiscali diventeranno sempre più strette: si intensificheranno le indagini fiscali da parte dell’Agenzia delle entrate, che radiograferà ancora più a fondo tutti i contribuenti (non solo quelli titolari di attività commerciali) che oseranno prelevare dai propri conti bancari (anche da sportello automatico) importi oltre le soglie prima indicate. Il grande fratello, insomma, diventa sempre più asfissiante, con il fiato sul collo di tutti, lavoratori dipendenti e pensionati inclusi.
Come riporta l'Adnkrons citando il portale 'laleggepertutti.it', il provvedimento rischia di impaurire non solo i contribuenti importanti ma anche i piccoli risparmiatori. La novità, contenuta all’interno del nuovo decreto fiscale (collegato alla Legge di bilancio 2017), dove un’apposita norma (che ha riscritto l’art. 32, comma 1, n. 2 del DPR 600/73), ha dunque esteso oltre misura la presunzione di attività “in nero”, introducendo un principio vessatorio: quello di far carico al contribuente l’onere di dimostrare il contrario di quanto presunto dal fisco. Incredibile ma vero: in questo modo viene rovesciato il principio giuridico di presunta innocenza: regola aurea, che fino ad oggi ha regolato i rapporti tra Stato e cittadini.
In base alla nuova normativa, dunque, i prelevamenti che superano i suddetti limiti (giornaliero o mensile) saranno considerati ricavi, e di conseguenza diverranno (presuntivamente) “compensi”. Eppure è opportuno ricordare che in questa materia si è già pronunciata in passato la Corte Costituzionale che con la sentenza n. 228/14 stabilì di esentare i liberi professionisti dalla scure di un’analoga norma, che prevedeva in capo agli stessi la medesima presunzione dell’attività svolta “in nero”.
Gli italiani, dunque, sempre più considerati evasori, e che, una volta entrati nel mirino del fisco e quindi ritenuti presunti colpevoli, "dovranno dimostrare" di non esserlo! A che serve, allora, l'autorizzazione all'utilizzo del denaro contante fino ai 3mila euro ? Se la norma vigente consente di eseguire operazioni di pagamento (e quindi anche di prelevamento) in contanti di importo fino a 3mila euro, com’è che se si prelevano più di mille euro al giorno scatta l’accertamento? In conclusione, si possono o no spendere liberamente i 3mila euro consentiti?
Cari amici, la grande fame del fisco, sempre più Grande Fratello, aumenta sempre più: ma l’appetito vorace non è rivolto (come dovrebbe essere) ai grandi evasori, che continuano impunemente a gozzovigliare senza pagare le giuste tasse, ma a tutti i piccoli contribuenti che saranno oggetto di accertamento e che avranno il gravoso onere di dimostrare la provenienza e la destinazione dei soldi prelevati. Una vessazione che sa di un triste "ritorno al passato", ai tempi delle vessazioni borboniche.
Allora tutti, volenti o nolenti, attrezziamoci: compriamoci un bel “giornalmastro”, dove annoteremo con cura tutti i nostri movimenti di denaro in entrata e in uscita, con le relative “causali” e le pezze giustificative; ovviamente dobbiamo custodire il registro con cura, possibilmente in cassaforte, in quanto l'accertamento potrebbe magari arrivarci a distanza di alcuni anni! Solo in questo modo, col “Diario di bordo” sempre aggiornato, potremo, chiamati come imputati, dimostrare la nostra onestà nell'amministrare i nostri soldi, e quindi la nostra innocenza.
Che dire, amici miei, alla mensa del fisco, sempre più Grande Fratello, siamo 'pasto privilegiato': ovvero continueremo sempre di più ad essere spremuti come limoni! Meditate, gente, meditate...
A domani.
Mario

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