La Cannella: non solo bruciagrassi ma anche salva memoria!
Oristano 5 Agosto 2016
Cari amici,
La cannella è
certamente una delle spezie più note, che non necessita di presentazione. C'è
chi la mette nel cappuccino al posto del cacao, chi la spruzza sui dolci al posto
dello zucchero a velo, solo per citare gli usi più comuni. La pianta appartiene
alla famiglia delle Lauracee, la stessa a cui appartengono il lauro e la noce
moscata. È una pianta tipica delle zone tropicali, per cui non può essere
coltivata in regioni a clima temperato se non in serra.
Nota fin dai tempi più
antichi (ne parla anche la Bibbia nel libro dell’Esodo), la cannella era variamente utilizzata: sia come profumato ingrediente
alimentare che come pianta benefica e medicamentosa (i greci la utilizzavano in
particolare come digestivo). Nell’antico Egitto addirittura la cannella era considerata più valorosa
dell’oro: tale era la sua importanza che era ricercatissima non solo per curare il corpo in vita ma era altrettanto ben utilizzata, per le sue particolari proprietà, anche come ingrediente-conservante per preparare i defunti da imbalsamare.
Successivamente le sue
innumerevoli proprietà si rivelarono ben più ampie: La cannella ha proprietà antiossidanti,
antibatteriche, antisettiche, stimolanti e digestive; costituisce un buon aiuto
nella dieta dimagrante e, recentemente, da una ricerca americana sui topi ha dimostrato i suoi benefici effetti
anche sulla memoria: non solo migliorandola ma contribuendo anche a curare i danni
cerebrali. L’ultima scoperta ha messo in luce che, nascoste fra i riccioli dei
bastoncini di cannella, vi sono anche preziose virtù neurologiche, utili a chi
ha bisogno di migliorare la memoria e le performance cognitive.
A svelare la faccia
'smart' di una delle spezie più usate in cucina è stato uno studio condotto da
un gruppo di neuroscienziati del Rush University Medical Center di Chicago,
sostenuto dai National Institutes of Health, degli Stati Uniti e dall'Alzheimer
Association. La ricerca, pubblicata sul Journal of Neuroimmune Pharmacology, è
stata condotta su topi da laboratorio da Kalipada Pahan, ricercatore principale
dello studio, e da Floyd A. Davis, professore di neurologia alla Rush, che hanno
dimostrato che la spezia ha importanti effetti sull’ippocampo, una piccola
parte del cervello che genera, organizza e immagazzina la memoria.
I topi sottoposti alla
ricerca sono stati nutriti con cannella in polvere, che il loro metabolismo ha
trasformato in benzoato di sodio, una sostanza chimica utilizzata come
trattamento farmacologico nei danni cerebrali. Quando il benzoato di sodio è
entrato nel cervello dei topi, questa sostanza ha portato ad un miglioramento
della memoria e dell’apprendimento dei topi trattati. “Abbiamo utilizzato con successo
la cannella per invertire cambiamenti biochimici, cellulari e anatomici che si
verificano nel cervello dei topi con scarsa capacità di apprendimento “,
ha detto il prof. Pahan.
Per testare le capacità
di apprendimento dei topi è stato utilizzato un labirinto di Barnes (uno
strumento usato negli esperimenti psicologici e in particolare in psicobiologia
al fine di studiare la memoria spaziale) del tipo standard, composto da 20
buche. Il primo passo è stato quello di identificare i topi con buone capacità
di apprendimento da quelli che, invece, le hanno di scarse. Questi ultimi sono
stati alimentati con la cannella e dopo un mese è stato ripetuto l’esperimento
con il labirinto di Barnes. I ricercatori hanno scoperto che i topi trattati
(quelli con scarse capacità di aprendimento) avevano migliorato le loro
capacità cognitive; insomma quei topi che avevano fallito il test un mese
prima, avevano migliorato la memoria e il livello di apprendimento, in effetti pari a
quello dei topi che non lo avevano fallito.
La cannella si è
rivelata utile anche per aiutare a combattere il morbo di Parkinson, malattia
neurodegenerativa devastante che colpisce in maggioranza le persone anziane, anche
se nel 15 % dei casi è diagnosticata anche a pazienti di età inferiore ai 50
anni. Come detto la cannella è metabolizzata dal fegato e trasformata in
benzoato di sodio, un farmaco utilizzato nel trattamento dei difetti metabolici
epatici associati a iperammoniemia e anche ampiamente usato come conservante
alimentare grazie al suo effetto igienizzante.
Cervello più reattivo,
dunque, grazie alla cannella, in grado di migliorare la plasticità dei neuroni.
Il lavoro svolto dai ricercatori ha messo in luce il fatto che 'aiutini' a base
di cannella sono riusciti ad invertire i cambiamenti biochimici, cellulari e
anatomici che caratterizzano il cervello dei topi con ridotta capacità di
apprendimento. Sui roditori cavia "ci siamo riusciti con successo", ha
detto il professor Pahan, convinto che "se questi risultati venissero
replicati anche negli studenti con le stesse caratteristiche, sarebbe un
notevole passo avanti". Prima però, ha precisato lo studioso, c'è bisogno
di ulteriori test sui cosiddetti 'poor learner'. Secondo le indagini di Pahan e
colleghi, tutto si gioca nell'ippocampo, una piccola regione del cervello che
genera, organizza e immagazzina i ricordi.
Cari amici, come ho
detto tante altre volte, in natura ci sono ancora tante risorse straordinarie tutte
da scoprire! La cannella (il suo nome deriva dal latino canna che sta appunto
ad indicare la sua particolare forma arrotondata), pur ben nota da secoli, ha
rivelato recentemente ulteriori virtù. Facilmente reperibile, in particolare sotto
forma di bastoncini, può essere conservata a lungo, purché la si custodisca in
recipienti di vetro ben chiusi e lontano da fonti di luce e di calore. Si trova
in commercio anche in polvere. Un’ultima curiosità. La cannella aiuta anche a
pulire e rendere più bianchi i denti; se vi trovate senza lo spazzolino potete
ovviare masticando un bastoncino di cannella, sarete, oltretutto, deliziati
anche dal suo profumo e sapore!
A domani.
Mario
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