Oristano
8 Agosto 2016
Cari amici,
Molti di Voi sanno che
sono da molti anni rotariano (orgoglioso di esserlo e, soprattutto, entusiasta). Seguo, come respnsabile della comunicazione, anche
il blog del Rotary club di Oristano (club di cui sono socio): www.rotary-club-oristano.blogspot.com,
dove ieri ho fatto una riflessione di cui voglio fare partecipi anche Voi. Ecco il “pezzo”
che, considerato l’argomento, credo possa interessare un po’ tutti. Eccolo.
……….
Cari amici,
nel post di qualche giorno fa, parlando di impegno rotariano, ho sostenuto che anche l’estate può essere un periodo abbastanza proficuo per fare Rotary! Gli incontri estivi, agevolati dal fatto che riusciamo a staccarci un po’ dai gravosi impegni di lavoro, possono davvero rafforzare e incrementare l’amicizia e il nostro impegno di servizio. Ebbene proprio in quest’ottica Adriana, la nostra dinamica Presidente di quest’anno rotariano appena iniziato, ha pensato di coinvolgere tutti i club della Sardegna in un interclub estivo dedicato alla scoperta di una delle nostre zone straordinariamente ricca di storia: il Sinis di Cabras, ormai più nota come la terra dei Giganti.
nel post di qualche giorno fa, parlando di impegno rotariano, ho sostenuto che anche l’estate può essere un periodo abbastanza proficuo per fare Rotary! Gli incontri estivi, agevolati dal fatto che riusciamo a staccarci un po’ dai gravosi impegni di lavoro, possono davvero rafforzare e incrementare l’amicizia e il nostro impegno di servizio. Ebbene proprio in quest’ottica Adriana, la nostra dinamica Presidente di quest’anno rotariano appena iniziato, ha pensato di coinvolgere tutti i club della Sardegna in un interclub estivo dedicato alla scoperta di una delle nostre zone straordinariamente ricca di storia: il Sinis di Cabras, ormai più nota come la terra dei Giganti.
Si, amici, è proprio
nel Sinis che si trova l’antica città di Tharros, una delle peschiere più
antiche della Sardegna (Sa pischera de mar’e pontis), il villaggio e il Santuario
ipogeico di San Salvatore (risalente alla civiltà nuragica) e la collina di
Mont’e Prama, luogo ormai noto in tutto il mondo, dove sono state rinvenute le famose
statue dei “Giganti di Mont’e Prama”. Motivo guida di questo interessante
interclub, non solo quello di andare alla scoperta di questi luoghi unici (tra
l’altro sapientemente accompagnati da due straordinari esperti di questi
luoghi: il Prof. Raimondo Zucca e il Prof. Gaetano Ranieri, docenti
universitari, presso le nostre Università di Cagliari e Sassari), ma “una
raccolta fondi”, necessaria per finanziare l’acquisto di un cavallo per
effettuare ippoterapia e riabilitazione per bambini disabili.
La visita guidata partirà
proprio dal museo di Cabras, luogo dell’appuntamento per tutti i partecipanti,
stabilito alle ore 9,30 del 4 Settembre (Domenica); dopo la visita al museo,
dove sono conservati i Giganti di Mont’e Prama, la comitiva si recherà a
Tharros, dove si visiteranno gli scavi e la vicina torre saracena. Dopo
l’intervallo del pranzo, che si svolgerà proprio nel ristorante ittio-turistico
de ‘Sa Pischera e’ Mar’e Pontis, nel primo pomeriggio si assisterà ad un
antichissimo rito: La famosa Corsa degli
scalzi. Questa manifestazione religiosa è anch’essa di antica data, ed è
celebrata in onore di San Salvatore, considerato dai cabraresi il loro
‘salvatore’. Il simulacro del santo è conservato nella chiesetta a Lui
dedicata, edificata sopra l’antichissimo santuario ipogeico della civiltà
nuragica.
La corsa, che copre un
percorso di circa 12 chilometri, secondo la tradizione popolare, è una
manifestazione risalente al 1600, e simula il salvataggio della statua,
conservata nella chiesetta, dall’invasione dei mori. Secondo la leggenda gli
Scalzi usarono, al posto delle calzature, delle frasche legate sui piedi nudi,
allo scopo di sollevare più polvere possibile per sembrare più numerosi e
spaventare così i Saraceni invasori. Con questo stratagemma i cabraresi
riuscirono a salvare il simulacro.
Ogni anno, la prima
Domenica di Settembre, il piccolo villaggio di San Salvatore si rianima, riprende
vita. Già dal precedente mese di Agosto si inizia la preparazione dell’emozionante
manifestazione in onore del Santo, conosciuta come la "Corsa degli
scalzi", così sentita e partecipata da coinvolgere un sempre crescente
numero di persone. I festeggiamenti iniziano nelle ultime settimane d'Agosto:
un gruppo di donne vestite del tipico costume di Cabras e a piedi nudi, porta
in processione il simulacro di San Salvatore dalla chiesa Maggiore di Cabras al
santuario del villaggio di San Salvatore, per la celebrazione delle novene.
Il rito della “Corsa
degli scalzi” si svolge in due fasi: da Cabras al villaggio di S. Salvatore il
1° Sabato di Settembre e il ‘ritorno’, l’indomani, Domenica, dal villaggio a
Cabras. La folla dei partecipanti (ormai vicina al migliaio), composta in gran
parte di giovani, indossato il saio bianco ("s'abidu", l’abito di
confraternita) si raduna il Sabato nel sagrato della chiesa Maggiore di Cabras;
prelevato dalla chiesa il simulacro del santo, questo viene portato in
processione fino alla periferia del paese. A questo punto "is
curridoris" (si pronuncia "curridorisi" e significa corridori),
dopo aver coperto la lettiga che racchiude il simulacro del Santo, iniziano la
corsa a piedi nudi diretti al villaggio di San Salvatore.
La portantina del
Santo, saldamente retta da giovani corridori (due per volta, chiamata ‘sa
muda’, coppia che si dà il cambio ogni centinaio di metri), resta sempre in
testa al gruppo: nessuno dovrà superarla. Al grido "Viva Santu
Srabadoi" (San Salvatore), senza mai fermarsi, continuano la faticosa
corsa verso il villaggio, dove li attende una grande folla di cabraresi.
Arrivati al villaggio "is curridoris" vengono accolti da ovazioni di
gioia, espresse sia dai fedeli che dai turisti. Il medesimo rito viene ripetuto
la Domenica seguente, ripetendo il percorso al contrario. La conclusione della
corsa, nella piazza antistante la chiesa di S. Maria Assunta, è festeggiata con
grande gioia dall’immensa folla in trepida attesa, che con loro prende parte
alla processione finale. La festa si conclude il Lunedì successivo, con le
donne che, in processione riportano il simulacro nella chiesa Maggiore. Il rito
della corsa degli scalzi vuole essere di buon auspicio per il raccolto, la
pescosità nello stagno e la fertilità delle greggi.
Cari amici, credo che
l’iniziativa di Adriana vada nel verso giusto: effettuare un progetto di servizio
di grande valore, valorizzando turisticamente il nostro patrimonio naturale, archeologico,
storico, culturale, artistico, alimentare e culinario, che non ha eguali al
mondo!
Sono sicuro che parteciperemo
numerosi! Nella locandina sono indicati i modi per farlo.
Mario
........................
A domani, amici!
Mario
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