domenica, marzo 09, 2014

SERATA SPECIALE OGGI ALLA “MUTUO SOCCORSO”: IN TANTI ABBIAMO RIVISTO LA ORISTANO CHE NON C’E’ PIU’.



Oristano 9 Marzo 2014
Cari amici,
Serata della memoria collettiva, quella di oggi pomeriggio, nei locali della Società Operaia di Mutuo Soccorso. Un appuntamento che si ripete e che serve a “non dimenticare”, a lasciare ai giovani la memoria di una Oristano che non c’è più: quella dei difficili anni del Novecento, con la sanguinosa guerra devastante e la successiva lenta ricostruzione.
La serata di quest’anno, organizzata dalla S.O.M.S e dall’associazione culturale pARTIcORali, visto il grande successo di pubblico registrato nell’edizione dello scorso anno, ha voluto replicare, in una visione ancora più ampia, un ripasso della “memoria collettiva”, collocando l’evento in un locale più consono, anche storicamente, di quello dello scorso anno: quello della Società Operaia di Mutuo Soccorso, in via Solferino, per dare agli oristanesi il piacere e la gioia di un ripasso della sua storia.
L’interessante amarcord di Beppe Meloni, oggi forse uno dei più grandi conoscitori del ‘900 storico della nostra città, per meglio catturare l’attenzione dei presenti, si è avvalso delle belle immagini dell’archivio fotografico di Rafaele Sanna Delogu, dell’accompagnamento delle letture di Pino Porcu, e dell’efficace presentazione di Anna Maria Capraro. Alle 16,00, in una sala già affollata di giovani e vecchie guardie, tutti attendevano Beppe Meloni ed il suo interessante riepilogare le passate vicende; Anna Maria Capraro, prima di Lui, ha splendidamente introdotto il piacevole raccontare della nostra storia: “C’era una volta…Oristano…”.
Scelta non casuale, quella di far rivivere la Oristano del ‘900 nella sala della Mutuo soccorso: un omaggio alla più antica istituzione operaia e artigiana della città di Eleonora. Fondata nel lontano 1866 dal conte Pietro Nieddu di Santa Margherita nobile e magistrato, la S.O.M.S proseguiva, con nuova forma giuridica, l’attività precedentemente svolta dalle Corporazioni artigiane (i Gremi), soppresse con legge dello Stato. Era un modo nuovo di “stare insieme” per le classi operaie ed artigiane, che consentiva di non disperdere quel patrimonio di amicizia, aiuto reciproco, e solidarietà all’interno delle classi popolari, in sintesi una struttura aggregante e solidale. Anche Oristano, ancora piccola città, si apriva così, con questa struttura, al Novecento modernista, ben conscia e senza dimenticare, però, il suo passato splendore giudicale.
La Società Operaia, passata indenne anche durante il difficile periodo fascista, (oggi è presieduta da Paolo Regoli), ha scritto pagine importanti della “piccola storia” di Oristano, e dopo i suoi 148 anni di vita (nacque con 79 soci tra operai e artigiani), è viva e vegeta, avendo saputo moltiplicare adesioni, strutture sociali e servizi, tanto da fare della S.O.M.S., uno dei primi sodalizi in Sardegna e tra i più importanti in Italia.

Dopo la presentazione Beppe Meloni ha iniziato il suo racconto partendo proprio dalla memoria storica della citta: oltre la S.O.M.S. ha citato i grandi protagonisti del ‘900, partendo da Giannino Martinez, indimenticato avvocato, che già all’epoca con il suo libro “Il terzo uomo”, fece un ritratto ironico ma preciso dei suoi concittadini. Il suo discorso calmo e lineare, ha affascinato la platea. Ad intervalli regolari si alternava al microfono Pino Porcu che, con la sua voce accattivante, riportava scene e documenti dell’epoca. Sono stati ricordati anche momenti curiosi e affascinanti come l’estro la bravura di Mister Jhonson, alias Silvio Sergi che nello spettacolo ha dominato le scene della città per un lungo periodo.
Beppe, ”memoria storica” della città, ha ricordato gli anni della fondazione della società “Ginnastica Tharros” da parte dell’avvocato Giovanni Andria di Seneghe (1905),  la svolta social riformista del 1913 con il sindaco Giovanni Loriga e il deputato socialista Felice Porcella ed il Concilio Plenario Sardo (maggio 1924), tenutosi alla presenza del cardinale De Lai. Il discorso, poi, ha ricordato la nascita della nuova cittadina di Arborea (allora Mussolinia) e la transvolata atlantica del marchese De Pinedo, con a bordo il motorista oristanese Ernesto Campanelli; 
Beppe ha continuato ricordando Paolo Pili ed Antonio Putzolu esponenti del sardo fascismo, le vicende oristanesi del ventennio fascista (al fascismo aderì in blocco anche la loggia massonica della città), i pericoli dei bombardamenti della guerra, con il timore della distruzione della grande diga sul lago Omodeo che fortunatamente si salvò, e  l’ultima visita di Mussolini nella piazza Roma di Oristano (maggio 1942), quando ormai le sorti del conflitto mondiale volgevano al peggio. Ha ricordato (esibendo foto anche dei giornali dell’epoca) le nozze della maestrina Senes col capitano Del Vento, celebrate con grande notorietà  nel duomo di Santa Maria (28 giugno 1942): l’amore tra il pilota e la maestrina, trasformò, per un giorno, Oristano in un set cinematografico.

Beppe Meloni ha parlato, poi, del secondo dopoguerra: ha elencato le figure indimenticabili dei sindaci Davide Cova, Alfredo Corrias e Giovanni Canalis, l’arcivescovo editore Giuseppe Cogoni e il “Quotidiano Sardo” e l’incoronazione della Vergine del Rimedio da parte del cardinale Tedeschini, in una piazza Roma gremita come non mai nel settembre del 1951.
Alla fine riepilogò gli anni della ricostruzione, la nascita della Pro Loco, il ritorno della Sartiglia e una schiera di artisti e letterati che diedero lustro alla città: Giuseppe Pau, Antonio Garau, Carlo Contini, Antioco Zucca, Raimondo Carta Raspi, Giorgio Farris, Peppino Murtas, Ovidio Addis e Raimondo Bonu; menzionata anche la sacrosanta battaglia per elevare Oristano a quarta provincia sarda.

La serata ha riportato in superficie gioie e dolori di un passato recente, ma anche il ricordo di grandi uomini che hanno fatto crescere il nostro territorio.

Grazie Beppe per l’amore, l’affetto e la grande dedizione che hai per Oristano. Fai bene a ricordarlo ai giovani, perché in un momento poco felice, come quello che stiamo attraversando, i giovani possano riflettere e capire che altri, prima di loro, hanno ugualmente sofferto, ma sono stati capaci di stringere i denti ed andare avanti con caparbietà, passione, e voglia di costruire, senza arrendersi mai. E’ una bella lezione che dai alle nuove generazioni ed a quelle che verranno.
Grazie a tutti dell’attenzione.
Mario


1 commento:

Unknown ha detto...

grazie mario delle belle parole che hai voluto esprimere nei miei confronti che interpreto come un augurio per il futuro di questa città dal cuore antico che entrambi amiamo e vogliamo difendere e valorizzare.