Oristano
25 Marzo 2014
Cari amici,
riordinando giorni fa
la mia biblioteca mi è passato tra le mani un libro a cui sono molto
affezionato: “Diocesi di Ales-Usellus-Terralba, aspetti e valori” della Editrice
Sarda Fossataro di Cagliari -1975.
Questo libro mi fu donato dal Vescovo di
quella Diocesi tra la fine del 1975 e i primi del 1976, quando in quegli anni
dirigevo la filiale del Banco di Sardegna di Ales. Il vescovo era Mons. Antonio
Tedde, uomo noto in tutta l’Isola come persona attivissima, che aveva cercato
in mille maniere di dare nuovo impulso a quel territorio, da anni spopolato ed
in decadenza. Mons. Antonio Tedde era originario di Sorso (Sassari), dove era
nato l'8 settembre del 1906. Ordinato sacerdote l'8 settembre 1929 (a 23 anni
esatti), fu nominato vescovo di Ales-Terralba il 5 febbraio 1948. In quella
Diocesi trascorse tutta la Sua vita pastorale fino alla morte, avvenuta a San
Gavino il 6 agosto 1982. Le Sue spoglie, seppellite nel cimitero di Ales, il 27
ottobre 2002, a 20 anni dalla morte, vennero traslate nella Cattedrale, dove
sono state tumulate sotto l'altare maggiore, nella cripta dei vescovi.
La mia amicizia con Lui
si consolidò ben presto. Come ebbi a scrivere in uno dei miei libri (Tracce,
orme fragili nel cammino della vita, di recente pubblicazione), l’operoso
vescovo era una figura davvero carismatica in tutta la Marmilla. Per oltre
trent’anni la Sua grande figura di uomo d’azione fu straordinaria: operò
costantemente in favore della povera gente, in particolare della gioventù, istituendo scuole vescovili medie e superiori,
colonie, orfanotrofi e oratori. Un costante viavai di povera gente affollava le
sue udienze, per un consiglio, una raccomandazione, una parola di conforto. La
sede della Banca dove lavoravo era situata proprio davanti alla cattedrale ed
agli uffici diocesani. Andavo da Lui un paio di volte la settimana per
disbrigare, direttamente nel Suo ufficio, le operazioni bancarie della Diocesi.
In quelle occasioni il dialogo con Lui usciva dalla solita prassi bancaria e
spaziava nell’analisi delle condizioni economiche della Sua gente; era molto
interessato a conoscere eventuali iniziative della Banca o della Regione Sarda.
Riceveva quotidianamente montagne di posta e spesso mi faceva dono di
pubblicazioni e di libri, tra i quali quello che ho precedentemente citato, e che
mi ha dato lo spunto per questa riflessione che faccio con Voi oggi: le origini
e la storia di questa antica Diocesi. Ecco, credo che conoscerla meglio incuriosirà
anche Voi.
La Diocesi
di Ales-Terralba (in latino: Dioecesis Uxellensis-Terralbensis) è una sede vescovile
di antica data, suffraganea prima dell’Arcidiocesi di Cagliari e
successivamente di quella di Oristano, appartenente alla Regione Ecclesiastica Sardegna. Considerato il costante
spopolamento della zona i dati recenti (al 2012) indicano il governo di una
popolazione modesta: 99.336 battezzati su 99.598 abitanti. Il Vescovo
attualmente in carica è Mons. Giovanni Dettori. Sede vescovile è
la città di Ales, dove si trova la cattedrale di San Pietro, mentre a Terralba
sorge la concattedrale anch'essa dedicata a San Pietro.
Le origini di questa
Diocesi partono proprio da Usellus, un antichissimo centro, la cui fondazione
risale a qualche secolo prima della nascita di Cristo. Usellus fu fondata da
Cesare che la chiamò Iulia Augusta in onore della figlia. Non vi sono documenti
che attestino con esattezza la sua erezione a Diocesi, ma lo era già certamente
al tempo di S. Gregorio Magno. La diocesi di Uselli è menzionata, infatti, per
la prima volta alla fine del VI secolo da Papa Gregorio che, in una Sua lettera
a Gianuario di Cagliari nel 591, allude alla sede vescovile di Uselli. L'autore
di “Sardinia Sacra” ipotizza che il nome del vescovo dell’epoca possa essere
Vincenzo o Agatone. Anche in un’altra lettera di Papa Gregorio, indirizzata ad
un certo Vincenzo, Vescovo di Usellus nel 599, viene ribadita la sicura
presenza della Diocesi. Ad essa appartenevano 26 parrocchie, molte delle quali
ormai scomparse da tempo, come Atzeni, Ussarella, Sitzanus.
Scarse e imprecise le
notizie riguardanti i vescovi successivi relativi al primo millennio: il primo
vescovo documentato, dopo il precedente accenno di Papa Gregorio, è Pello (o
Rello o Murrellu), menzionato nel 1147 in un diploma di Santa Maria di
Bonarcado. L'antica cattedrale di Uselli era dedicata alle sante martiri
Giusta, Giustina ed Enedina. La Diocesi, inizialmente suffraganea
dell'arcidiocesi di Cagliari, nell'XI secolo entrò a far parte della neo eretta
provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Oristano (Arborea). Prima del 1182,
ma in data imprecisata, in seguito alla distruzione di Uselli e al massacro dei
suoi abitanti, la sede vescovile fu traslata ad Ales, dove fu eretta a Cattedrale
la chiesa di San Pietro. Il primo vescovo a portare il titolo di vescovo di
Ales fu Comita Pais. Anche la nuova sede restò legata (suffraganea) a quella di Oristano.
La Diocesi di Terralba (che
sostituiva l’antica Neapolis e che successivamente fu unita a quella di Ales) fu
eretta nella prima metà del XII secolo. Essa comprendeva il territorio delle
curatorie di Bonurzoli e di Parte Montis. La cattedrale vescovile fu costruita
a partire dal 1144 sotto la guida del vescovo Mariano. Il 26 novembre 1503, con
la bolla "Aequum reputamus", il Papa Giulio II mandò in esecuzione il
riordino generale delle diocesi della Sardegna, approntato dal suo predecessore
Papa Alessandro VI. In questa occasione anche le due antiche diocesi di Usellus
(diventata ormai di Ales da circa 4 secoli) e di Terralba, vennero unificate. L'8
dicembre del 1503 la Bolla papale ufficializzò l'unione delle due Diocesi
confinanti di Ales-Usellus e di Terralba, fissando la sede in Ales. Al governo
della nuova Diocesi fu confermato Giovanni Sanna, già vescovo di Usellus dal
1493.
Dopo l’unione delle due
Diocesi i due capitoli continuano a coesistere e funzionare autonomamente. Per
un certo periodo i due “Capitoli”, pur facenti capo allo stesso Vescovo, non
mutarono in composizione e gestione contabile. L’esistenza di questa operatività
separata, svolta presso le cattedrali di ambedue le Diocesi, è attestata nelle
"Rationes Decimarum" degli anni 1346-1350, attraverso i versamenti fatti da
alcuni titolari. Per la diocesi di Ales (Usellus) vengono documentati i
benefici dell’arciprete e dei canonici di Mara, Silli, Separa, Tuilli e
Oylastra, per quella di Terralba il beneficio di Sardara e Serzela goduto
dall’arciprete e gli altri di Gonnoscodina, Gonnostramatza, Guspini, Mogoro, S.
Gavino, Simala e Gemussi, Pabillonis, Uras e Gonnosmontangia.
Il 1° ottobre 1568 Papa
Pio V con la costituzione apostolica "Quantum animarum cura" abolisce
i canonicati delle Diocesi soppresse, per cui i titolari da canonici diventarono
automaticamente rettori residenziali dei paesi dei loro rispettivi benefici.
L’origine dei benefici delle Diocesi unite è conseguenza di una proposta,
presentata dai canonici e dai rettori durante il terzo sinodo diocesano,
accettata dal vescovo G. Manca il 28 aprile del 1580. Il progetto prevedeva la
costituzione delle nuove prebende, associando un paese della diocesi di
Terralba con uno di quella di Usellus, ma non venne ratificato dalla Santa
Sede, che costituì un decano e 11 canonicati, modificando gli abbinamenti dei
paesi nel modo in cui sono arrivati sino a noi. Infine, il 30 settembre 1986,
con il decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi, l'unione è
divenuta piena e, scomparsi i vecchi nomi, la Diocesi ha assunto il semplificato nome attuale: Diocesi di
Ales.
Questa Diocesi ebbe
illustri vescovi al suo servizio. Tra i vescovi di Usellus-Ales e di Terralba che
si distinsero in modo particolare troviamo: Pedro del Frago Garcés (6 novembre 1562 - 20 dicembre 1566 nominato
vescovo di Alghero), importante teologo al concilio di Trento; Miguel Beltrán (13 settembre 1638 –
1643), fondatore dei Monti di Credito, per combattere l'usura; Didaco Domenico Cugia (10 aprile 1684 –
1691), che incoraggiò l'attività dei Monti Frumentari e seguì con particolare
interesse i lavori di ricostruzione dell'antica cattedrale, affidati a
Francesco Solari e Domenico Spotorno; Francesco
Masones y Nin (2 gennaio 1693 - 15 settembre 1704 nominato arcivescovo di
Oristano), che istituì il seminario diocesano; Giuseppe Maria Pilo (25 maggio 1761 - 1º gennaio 1786), il
carmelitano che favorì l'istituzione di scuole in molte delle parrocchie della
diocesi e la costruzione dei cimiteri fuori dai centri abitati; Francesco Zunnui Casula (22 febbraio
1867 - 16 gennaio 1893 nominato arcivescovo di Oristano), teologo del concilio
Vaticano I e sostenitore del dogma dell'Immacolata Concezione. Nella
storia recente rifulse la grande figura di Mons. Antonio Tedde, per la capillare azione sociale svolta in favore
della povera gente e della gioventù in particolare, con l’istituzione delle
scuole vescovili, di colonie marine e montane, orfanotrofi e oratori.
Cari amici, la lunga
storia di questa Diocesi, che nel passato ha rappresentato un punto di
riferimento di alto livello sia per le iniziative portate avanti che per la
qualità dei suoi rappresentanti, oggi è una realtà abbastanza modesta. Governata
da Mons. Giovanni Dettori (dal 5 Febbraio del 2004) è suffraganea dell'Arcidiocesi
di Oristano, guidata dall’Arcivescovo Mons. Ignazio Sanna. Voci di corridoio
parlano di una imminente ulteriore revisione delle Diocesi della Regione
Ecclesiastica Sardegna. La spending review tocca anche il Vaticano e la diminuzione
delle vocazioni potrebbe, davvero, portare a nuovi accorpamenti. La storia
insegna che nulla è fermo, nulla è immutabile, ma che il “mondo cambia” in
continuazione e anche la Chiesa deve, necessariamente, cambiare con esso!
Grazie, amici dell’attenzione.
Mario
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