Oristano 14 Marzo 2014
Cari amici,
sono cresciuto parlando
in casa il sardo, giocando e divertendomi con i miei compagni di giochi usando
il sardo, ed esprimendomi in sardo, anche se allora era proibito, a scuola, ricevendone
i ripetuti rimproveri del mio maestro elementare. Erano gli anni Cinquanta,
quelli della prima ricostruzione dopo la sanguinosa guerra, e la scuola era
ancorata legata al concetto fascista di “italianizzazione” anche linguistica dell’Italia.
Solo poche regioni di confine si salvarono dalla selvaggia eliminazione delle
lingue d’origine, restando bilingui, mentre per altre, come la Sardegna,
l’imposizione fu quella di “cancellare il sardo” da ogni atto pubblico e dalla
vita sociale, fino a plasmare le menti dei giovanissimi alunni delle scuole
elementari, imponendo l’uso dell’italiano e proibendo il sardo, sia in classe
che nella vita sociale. La Sardegna, nonostante il suo particolare stato di
Regione Autonoma, per anni poco ha fatto per avviare progetti di protezione
del sardo o progetti per l’istituzione del bilinguismo; in mezzo secolo
di oblio della nostra lingua, oggi nell’Isola sono pochi coloro che conoscono
il sardo, lo comprendono o lo parlano. Solo recentemente alcune iniziative sono
state avviate da parte della Regione per cercare di ricreare le
condizioni per un ripristino sociale della lingua sarda, nelle scuole, negli
uffici pubblici e di conseguenza anche in famiglia.
Oggi un nuovo ed interessante
progetto è stato ideato e portato avanti dal SIL-PTO, proponendosi di tutelare le
“minoranze linguistiche storiche” ancora presenti in determinati centri
dell’interno. Sulla scia della proposta della Regione Sardegna per una “Limba Sarda Comuna”, come preparata da
una Commissione di esperti, il progetto del SIL-PTO ha individuato un
“territorio” (che comprende i comuni di Nurachi, Riola Sardo, Baratili San
Pietro, Zeddiani e San Vero Milis), dove si è proposto di fare un’analisi
dettagliata sull’uso della lingua sarda tra i residenti, nell’ottica di
verificarne l’incidenza e, successivamente promuoverla in particolare tra i
giovani. Questi, rapportandosi con gli anziani, possono cosi, in un sano
equilibrio di scambi di conoscenze, esperienze e saperi, favorire non solo la
conoscenza del sardo ma creare i presupposti per una maggiore integrazione
intergenerazionale, migliorando il coinvolgimento tra loro.
La macchina messa in
piedi dal SIL.PTO ha già creato le strutture logistiche per l’avvio del
progetto che è stato denominato “FUEDDUS
E PREGUNTAS”, portato avanti in partnership con il Comune di Nurachi, la
Pro Loco di Nurachi ed il docente Marino Siddi. I ruoli sono cosi distribuiti:
-SIL-PTO, capofila con
ruolo di segreteria generale di coordinamento. Responsabile del progetto la
dott.ssa Daniela Nurra e Coadiutore l’ing. Fabio Cubeddu.
-Comune di Nurachi,
logistica e diffusione sul territorio.
-Pro Loco di Nurachi,
logistica, tutoraggio e diffusione sul territorio.
.-Marino Siddi,
docente.
“FUEDDUS E PREGUNTAS”
si propone l’obiettivo di fare una seria ricognizione dello “stato attuale”
della lingua sarda nel territorio in esame, in un preciso momento della storia.
Questo significa che l’accertamento non può essere portato avanti o riguardare
esclusivamente i ragazzi della scuola dell’obbligo che collaboreranno. Il raggio
d’azione e di monitoraggio risulta ben ben più ampio. I ragazzi saranno
soggetti attivi quando effettuano la ricerca, documentano, fissano in memoria i risultati riscontrati presso gli adulti, quelli che saranno intervistati in veste
di “parlanti (ancora) il sardo”. Questo progetto, coinvolgendo più generazioni,
consentirà anche di ampliare la “comunicazione” ed i rapporti tra generazioni
anche anagraficamente molto lontane, superando barriere generazionali e frame
consolidati. L’interazione che necessariamente scaturirà dal progetto sarà un “nuovo
ponte” che migliorerà i confronti intergenerazionali e favorirà sia
l’inclusione sociale che quella intergenerazionale.
L’indagine, che verrà
messa in atto attraverso un’analisi tra la popolazione adulta “over 60” del
territorio, si pone l’obiettivo di accertare:
1-quale sia lo stato
dell’uso della lingua sarda tra la popolazione, sia tra gli adulti che nei
giovani e giovanissimi;
2-quanto e come il
sardo sia ancora in uso, ovvero un’attenta analisi sia quantitativa che
qualitativa;
3-quanto siano ancora
presenti, nella coscienza degli individui, le radici storico-linguistiche e
delle tradizioni sarde;
4-quanto la cultura
sarda permei ancora quel territorio e se viene interagita e trasmessa tra le
varie generazioni, anche nel suo utilizzo.
Obiettivo concreto del
progetto è quello della salvaguardia della cultura di uno specifico territorio
(quello preso in esame), recuperando e diffondendone l’identità, analizzando le
eventuali modifiche avvenute nel tempo (contaminazioni da altri linguaggi) e
succedutesi nei passaggi tra generazioni. La metodica privilegiata sarà “il metodo discorsivo”, attraverso
forme di racconto, confronto e citazioni di aneddoti e “leggende rurali”.
La brillante
iniziativa, che coinvolgerà15 alunni delle scuole elementari e 15 delle scuole
medie dei paesi di Nurachi e Riola e 15 anziani, cioè adulti over 60, prenderà
il via a giorni e verrà portata a termine presumibilmente a metà Giugno. Sarà
una bella avventura che, ci auguriamo raggiungerà gli scopi ipotizzati e che
sicuramente potrà coinvolgere altri gruppi di Comuni e, volendo, l’intero
territorio dell’Isola!
Seguiremo su questo
blog, l’evolversi del bel progetto!
A presto!
Mario Virdis
2 commenti:
Grazie Mario,
come sempre hai fatto un resoconto esaustivo ed emozionate.
Buon lavoro ai prossimi aggiornamenti
Daniela
Ringrazio Mario Virdis per le lusinghiere parole sul progetto. Quello che mi spaventa è di non essere all'altezza del compito|
Marino
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