Oristano 1 Marzo 2014
Cari amici,
la scomparsa della nostra
moneta, la nostra amata Lira, dal mercato delle valute, sostituita dall’introduzione
dell’Euro, ha completamente cambiato le regole che prima la governavano. La
prima, la più importante, la facoltà (meglio dire il potere) di stampare la
quantità necessaria ai bisogni della nazione. Diritto che consisteva nella
facoltà di immettere sul mercato, tempo per tempo, le quantità ritenute consone
od opportune, in relazione ai bisogni. Con l’introduzione dell’Euro, “moneta
unica” per i Paesi dell’area della Comunità Europea, si è sottratta agli Stati
una “leva importante” per il regolamento dei flussi monetari sia interni che esteri, delegando il precedente potere di
emissione ad una Banca Centrale Comunitaria, che, però, non rappresenta uno
Stato, ma un’associazione di Stati che continuano a mantenere la loro sovranità!
E’ economicamente impensabile che in presenza di Stati autonomi, ognuno con
proprie autonome politiche fiscali e finanziarie, questi non possiedano la leva
del controllo dell’emissione della moneta. Manca uno strumento basilare di
regolamentazione che, delegato ad altri, addirittura ad un organismo (in questo
caso la BCE) che non ha potere, rango o sovranità di Stato, può creare
disparità incredibili tra Stato e Stato.
L’Europa, questa
sovrastruttura che “unisce virtualmente” Stati rimasti sovrani, è un organismo
che sotto certi aspetti non è facile definire: non è uno stato federale, nonostante ne possieda alcune caratteristiche
(l’unione monetaria e la libera circolazione derivante dagli accordi di Schengen)
ma una confederazione di stati, ognuno dei quali ha mantenuto la propria
sovranità. In questo “ibrido”, che non riesce a trasformarsi in uno Stato vero
e proprio, è difficile, per ogni singolo stato, avere un’unica moneta,
governata da un’istituzione esterna!
Oggi nei Paesi
dell'area Euro, il reddito da signoraggio non è scomparso ma continua ad
esistere. Esso viene incassato dai governi dei paesi membri per il conio delle
monete metalliche, e dalla Banca centrale europea (BCE) per la stampa delle
banconote, che emette in condizioni di monopolio. Tali redditi sono poi
ridistribuiti dalla BCE alle varie banche centrali nazionali in ragione della
rispettiva quota di partecipazione (per la Banca d'Italia, ad esempio, questa
quota è pari al 12,5%). I singoli governi nazionali provvedono in seguito a
prelevare gran parte di tali redditi dalle banche centrali tramite il prelievo
fiscale. In taluni casi, come per la Bank of England, essendo la banca centrale
completamente di proprietà statale, il reddito derivato dall'emissione delle
banconote viene incamerato interamente dal governo. Tuttavia, anche nei casi di
banche centrali non completamente di proprietà statale (come la Banca
d'Italia), la gran parte degli utili prodotti viene versata allo Stato. Mentre
nel caso delle monete metalliche il reddito consiste nella differenza tra il
valore nominale delle monete metalliche emesse e il costo per produrle, nel
caso dell'emissione di monete non metalliche il reddito consiste negli
interessi maturati sui titoli acquistati a fronte dell'emissione di moneta.
Tali redditi, incamerati dalla banca centrale, servono a pagarne i costi e le
imposte sull'emissione di moneta. Il reddito da signoraggio viene in gran parte
incamerato dal governo che ha concesso alla banca centrale il diritto di
emettere base monetaria in condizioni di monopolio.
Il signoraggio è stato
nel tempo oggetto di mille critiche, perché per molti non è facile da
comprendere e per tanti è considerata una truffa ai danni del cittadino. Non
poche le teorie che considerano il signoraggio una specie di tassa occulta, una
specie di “complotto” costruito tra banche centrali e banche ordinarie ai danni
dei cittadini-clienti. Teorie diffuse attraverso libri, blog e siti web.
Secondo queste tesi, il signoraggio sarebbe riscosso dalle banche centrali e
non dal governo, mentre l'emissione di moneta da parte delle banche centrali
sarebbe svolta per favorire "banchieri" e "poteri forti", a
discapito dei cittadini. Secondo alcune di queste tesi, il governo dovrebbe
abbattere il debito pubblico con l'emissione sovrana di moneta, mentre una
simile ipotesi trascinerebbe il sistema economico in una spirale
iperinflazionistica, portandolo in breve al collasso. Tali tesi, propagate non
da economisti né da esperti, non trovano conferma in nessun manuale divulgativo
o specialistico di economia. Esistono, sulla rete Internet, diversi siti che si
sono spesi per spiegare il concetto di signoraggio e per smentire dette teorie,
mettendone in luce la natura mistificatoria.
Cari amici, come per
tante altre cose la verità stà sempre “nel mezzo”. Tra signoraggio primario (quello
di cui abbiamo parlato finora) e signoraggio secondario (quello che gli
istituti di credito sviluppano “creando” fidi che moltiplicano il volume del
denaro circolante), una cosa è certa: l’assenza, per ogni nazione, della leva
del controllo della moneta (passata alla BCE) è una carenza molto pericolosa. E’
tempo che i Paesi che fanno parte dell’Unione Europea, entità che per mille
ragioni (in primis quelle campanilistiche, per cui nessuno degli stati membri
vuole rinunciare a non essere più “sovrano” per diventare un “pezzo di uno
Stato Federale) non riesce a completare il suo percorso iniziato oltre 60 anni
fa, si decidano a porre termine al percorso intrapreso. Nella situazione
attuale la moneta unica, l’Euro, è diventato più un problema che un vantaggio.
Perso il governo della moneta, leva assolutamente necessaria per il buon
funzionamento di uno stato, le ipotesi sul tappeto sono solo due: o completare
in tempi ragionevoli la trasformazione dell’Unione Europea in uno Stato
Federale vero (come gli Stati Uniti d’America), o interrompere il percorso, mantenendo
la semplice unione economica iniziale, come gli euroscettici già da tempo
predicano.
I percorsi a metà,
l’esperienza insegna, non sono ne carne e ne pesce e, se durano a lungo, fanno
più danno che guadagno. Inoltre certi passaggi (come quello di aver anticipato
la nascita della moneta unica prima della conclusione dell’Unione Politica)
sono stati prematuri: l’Europea Stato Federale, oltre l’Unione monetaria e la libera
circolazione al suo interno, dovrà avere una Costituzione, un unico esercito,
una politica estera unica, un’unica politica fiscale, economica e finanziaria,
oltre che un unico bilancio di “Stato”, con un unico PIL e un unico debito
sovrano! Se i gradini del percorso fossero stati diversi, forse, non avremmo
avuto i problemi di oggi, sia come Unione Europea che come singoli Stati. Perché
solo uno Stato vero è in grado di muoversi senza veti o vincoli: incrementare
l’occupazione, aiutare i settori in difficoltà, incentivare l’istruzione,
ridurre i carichi fiscali, eliminare l’evasione e creare i presupposti per una
crescita globale comune. Solo in questo modo, governando saggiamente la moneta, all’interno
di un’unica politica commerciale e finanziaria, può realizzarsi il concreto
sviluppo di un territorio,
L’Europa di oggi è un
gigante senza testa, un “Non-Stato”, dove i rappresentanti degli egoistici Stati membri lottano per raggiungere non l’interesse comune ma quello parziale,
relativo al proprio stato. Con questi presupposti l’Europa Stato Federale non
vedrà mai la luce!
Grazie dell’attenzione.
Mario
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