Oristano
19 Marzo 2014
Cari amici,
dei numerosi Gremi che
popolavano la nostra città e che rappresentavano le professioni allora
praticate (contadini, sarti, falegnami, muratori, vasai o figoli, calzolai e
fabbri),solo tre sono ancora presenti ed operativi: il Gremio di S. Giovanni
che rappresenta gli agricoltori, il Gremio di S. Giuseppe che accoglie i
falegnami e il Gremio di S. Lucia che rappresenta i Muratori. Ai primi due è
tutt’oggi delegata l’organizzazione della Sartiglia, mentre quello dei muratori
rappresenta una delle Istituzioni più antiche della città, che ancora oggi continua
la sua opera di mutualità ed assistenza trai Soci.
La storia del Gremio dei Muratori e Picapedras inizia
prima del 1615, data certa questa figurante nel primo documento ufficiale, costituito
dai capitoli dello statuto, il più antico finora noto tra quelli delle vecchie
associazioni di mestiere. Basti pensare che l’altro Statuto più antico è di quello del Gremio dei falegnami, che risale
al 1693, mentre quello dei Gremio dei contadini non è stato ritrovato. Lo
statuto originale, custodito dal Gremio, attesta inequivocabilmente la sua
antica esistenza, comprovata anche da documenti custoditi presso l’archivio
storico di Oristano, dove vi sono ulteriori testimonianze dell’attività e della
presenza dell’antica corporazione, le cui maestranze risultano attive già sul
finire del XVI secolo. Altri documenti dello stesso periodo indicano che la
cappella di questo Gremio era la Chiesa di Santa Lucia, ubicata in pieno centro
storico, nella piazzetta tra le vie Lamarmora e Parpaglia, proprio di fronte
all’antico convento delle monache cappuccine.
Come ho già scritto in
altra parte di questo blog a partire dal XVI e fino al XIX secolo gli artigiani
delle varie professioni, dai contadini ai sarti, dai muratori ai vasai, dai
fabbri ai calzolai, etc., erano riuniti in corporazioni, chiamate
originariamente maestranzas o confrarias
e successivamente Gremi, ovvero posti in grembo, sotto la protezione di un
Santo patrono. Tali associazioni erano governate da rigidi statuti che
dettavano norme per la costituzione, l’amministrazione, la disciplina
professionale, gli esami per i nuovi soci, le controversie di lavoro, le norme
per la conservazione dei libri amministrativi e contabili, senza dimenticare i
doveri religiosi e la cura delle cappelle loro assegnate. Durante
la festa del patrono, il Gremio sorteggiava o eleggeva i nuovi amministratori:
i majorales, ovvero i massimi
rappresentanti , i probi-uomini e le altre cariche (cassiere, segreteria, etc.)
per il regolare esercizio dell’attività.
I muratori
e i picadres
di Oristano erano tra i Gremi più attivi. Il loro rigido Statuto stabiliva le
modalità per divenire maestri, i criteri relativi ai prezzi e alle qualità dei
lavori che dovevano essere eseguiti “a regola d’arte”, e la costante fraterna solidarietà
tra i soci. Inoltre dovevano pienamente rispettare le regole relative ai
festeggiamenti religiosi del Patrono e dei Santi protettori del Gremio; obbligatoria anche l’assistenza ai soci
indigenti e l’accompagnamento funebre dei soci defunti. Nella seconda metà dell’Ottocento,
precisamente il 29 maggio del1864, una legge dell’allora Regno d’Italia ruppe
la ferrea disciplina delle Corporazioni: abolì de iure, tutte le istituzioni gremiali dell’Isola, in quanto con i
loro rigidi regolamenti costituivano un forte
“rallentamento” dell’avviato processo di sviluppo dell’economia e del mercato
della Società sarda. La legge non consentiva sotterfugi ed i Gremi, furono
pertanto obbligati, se volevano sopravvivere e continuare ad esistere, a
trasformarsi in Società di Mutuo Soccorso. Il Gremio dei muratori di Santa
Lucia decise di continuare ad esistere, pur perdendo ogni valenza sia nell’ambito
economico che in quello della produzione.
Si trasformò, così, in Società dei Muratori di Santa Lucia, con
il compito di perpetuare l’antica fratellanza tra i soci, mantenendo nel
contempo l’antica devozione religiosa con la cura della Chiesa-Cappella e i
festeggiamenti della Patrona e dei Santi protettori. Sotto “veste nuova”
l’antico Gremio dei muratori si è riorganizzato: di recente è stato redatto un
nuovo Statuto, aggiornato alle attuali esigenze, e si è dedicato, distinguendosi,
allo studio ed alla valorizzazione delle tradizioni antiche inerenti il
sodalizio. L’attuale consiglio di amministrazione, in carica per il biennio
2012-2013 (non ho notizia dell’elezione del nuovo Consiglio), risulterebbe così
composto: alla carica di presidente Giovanni Piras, vicepresidente Franco
Spiga, tesoriere Angelo Marras e due consiglieri, Giampaolo Giacomina e
Giovanni Perra.
All’attività lavorativa
questo Gremio ha sempre affiancato una lodevole attività e devozione religiosa.
La
loro “Cappella”, l’antica chiesa di Santa Lucia che risale ai secoli XVI e XVII,
nel corso dei secoli è stata sempre tenuta nel massimo splendore; le maestranze
del Gremio ne hanno sempre curato la buona conservazione, intervenendo spesso
con opere di manutenzione e risanamento sia all’interno che all’esterno
dell’edificio. L’attuale prospetto, realizzato nella prima metà dell’Ottocento,
si mostra in stile neoclassico, con un timpano sostenuto da quattro colonne
massicce.
Il campanile a vela, sul lato destro dell’edificio, porta al centro
un’antica campana il cui supporto originale (tuttora conservato) fu sostituito
dal Gremio in quanto ormai consunto dal tempo e dalle intemperie. Anche la
struttura che sorregge la campana è stata rinforzata in quanto ritenuta poco
stabile.
Le feste relative al
Gremio vengono festeggiate con grande enfasi; le ricorrenze più importanti sono la festa di
Santa Lucia il 13 di Dicembre, quella di Sant’Antioco il terzo Lunedì dopo
Pasqua e quella del Santi Quattro
Coronati, Severo, Cappoforo, Vittorio e Severiano, protettori della
Corporazione, che si festeggiano l’8 di Novembre, data della loro morte. Questi
ultimi, martirizzati sotto Diocleziano per non aver voluto
scolpire l'immagine di un dio pagano, sono rappresentati in quattro statue
lignee, presenti nella Chiesa-Cappella, ed in un antico quadro, esposto in una
parete, entrando nella Chiesa sulla destra. La strana particolarità di questo
quadro, che rappresenta i Santi Quattro Coronati, sta nella parte bassa del
quadro: sotto i piedi dei quattro santi sono chiaramente rappresentati i
simboli della Massoneria Universale:
squadra, piccozza, riga e compasso.
La particolarità della
venerazione in Sardegna di questi quattro martiri ha creato interesse e
curiosità anche nel gruppo dei massoni cagliaritani. Questi “liberi muratori”,
appartenenti alla casa massonica cagliaritana (Piazza Indipendenza 1) hanno
ospitato una conferenza dal titolo: "La rappresentazione dei Santi Quattro Coronati dal Medioevo
all'Età Moderna, nuove acquisizioni per un progetto di ricerca". All’interno
della conferenza, che ricostruiva un percorso iconografico a partire dalle
prime rappresentazioni dei Santi, non attestate agli inizi dell'era cristiana,
ma ben riscontrabili a partire dal XII secolo, è stato presentato e messo a
punto un progetto di ricerca e di maggiore conoscenza di questi martiri,
partendo proprio dal ritrovamento - all'interno della chiesa oristanese di
Santa Lucia - delle quattro statue lignee e di un dipinto, riconducibili
all'iconografia dei Santi Coronati. La scoperta del dipinto (in Sardegna finora
unica nel suo genere) riveste una straordinaria importanza per la storia
dell'immagine di questi personaggi. La ricerca punta anche a scoprire la
possibile titolazione originaria della chiesa di Santa Lucia, in virtù proprio
dei simulacri e del dipinto custoditi all'interno e riconducibili ai Santi
Quattro Coronati.
Cari amici, anche la
piccola Chiesetta di Santa Lucia, come altre della nostra antica Oristano ha la
sua lunga storia da raccontare! L’unico neo è che pochi, sono interessati a
scoprire la nostra bella storia, che ha avuto un passato ben più luminoso di
quello attuale.
Grazie a tutti Voi dell’attenzione.
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