venerdì, giugno 04, 2021

LA LUNGA STORIA DI ZANTE, ISOLA DELLO IONIO DOVE IL 6 FEBBRAIO DEL 1778 NACQUE UGO FOSCOLO. ERA ALLORA SOTTO IL DOMINIO DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA.

L'isola di Zante (Zacinto)

Oristano 4 giugno 2021

Cari amici,

La storia dell’isola di Zante, patria del poeta Ugo Foscolo, è straordinariamente avvincente e affonda le sue radici nei secoli. Questa bella isola, parte delle Ionie, è stata un possedimento marittimo estero della Repubblica di Venezia a partire dalla metà del XIV fino al XVIII secolo. La conquista da parte di Venezia di alcune isole dello Jonio avvenne gradualmente; le prime ad essere state conquistate furono Cerigo e l'isolotto di Cerigotto, nel 1363, 23 anni dopo fu la volta di Corfù, che entrò volontariamente a far parte delle colonie di Venezia. Dopo circa un secolo, Venezia conquistò Zante nel 1485, Cefalonia nel 1500 e Itaca nel 1503. La conquista fu completata nel 1718 con la presa di Leucade. Ognuna delle isole rimase parte dei possedimenti della Repubblica di Venezia fino a quando Napoleone Bonaparte sciolse la Repubblica Veneta nel 1797, e così anche Zante andò perduta, ceduta alla Francia con il Trattato di Campoformio.

Nel 1809 però, gli inglesi, forti di un numeroso esercito si invasero Zante e vi si insediarono, facendone la capitale dello Stato delle Ionie. L’oppressivo insediamento inglese portò gli isolani a tentare di ribellarsi, prima con delle petizioni di protesta verso il governo inglese, fino ad arrivare poi alla fondazione di una società segreta patriottica che prese il nome di “Filikì Eteria”. Quest’organizzazione fu alla base dell’insurrezione nazionale greca (a Zante è presente una stele che commemora questi patrioti). L’indipendenza della Grecia dalla Turchia, poi, fece nascere un movimento radicale nelle isole Ionie che a lungo lottarono contro gli Inglesi con l'intento di potersi annettere alla Grecia e non essere più sottomessi da stranieri. L’unione di Zante e delle altre Ionie alla Grecia avvenne nel 1864 anno in cui finalmente venne innalzata la bandiera greca sull’isola.

Un vero peccato che Zante, che nel cuore di molti abitanti è ancora, in parte, "veneziana", non sia più parte del nostro territorio. Zante, patria del nostro grande poeta Ugo Foscolo, possiamo dire che sente ancora Venezia nelle sue vene. Venezia la amministrò in modo continuo (salvo una piccola interruzione turca dal 1479 al 1485) per secoli, fece crescere l’isola in modo eccellente. Nel Seicento fu costruita la grande fortezza (terminata nel 1664) e nel 1669 Zante vide accrescere notevolmente la sua popolazione, in seguito all'evacuazione dei veneziani da Creta. I nuovi arrivati portarono con sé notevoli risorse e trasformarono Zante in una piccola Venezia con molti portici e molte chiese, conseguenza della presenza mista di Cattolici e Ortodossi. L'8 maggio del 1748 i fratelli Demetrio I (1723 – 1793) e Demetrio III Nicolò Mocenigo, figli di Demetrio, ottennero dalla Repubblica di Venezia il titolo di conti del Zante. È in questi anni che a Zante, il 6 febbraio del 1778 vi nacque Ugo Foscolo.

A governare le Isole Ionie durante il periodo veneziano era il Provveditore Generale da Mar, che risiedeva a Corfù; inoltre, le autorità di ogni isola erano divise fra veneziani e locali. L'economia delle isole si basava sull'esportazione di prodotti locali, in primo luogo uvetta, olio d'oliva e vino, mentre la lira veneziana, la moneta di Venezia, era anche la valuta locale. Alcune caratteristiche della cultura di Venezia vennero incorporate in quella delle Isole Ionie. Come la lingua "italiana", per esempio, che venne introdotta nelle isole come lingua ufficiale, parlata che ancora oggi e ben diffusa in queste isole. 

Ugo Foscolo nacque a Zante in quanto la famiglia paterna, discendente dalla nobiltà veneziana, seppure decaduta, aveva da tempo trasferito la famiglia nelle colonie venete tra la Dalmazia e la Grecia.  Niccolò Ugo (questo secondo nome fu poi preferito dal poeta) crebbe dunque a Zante, amando l’isola fin dalla prima infanzia. Il padre Andrea in quest’isola (celebrata da Foscolo nel sonetto A Zacinto) svolgeva, all’epoca l’incarico di medico di bordo della marina veneziana, mentre la madre, Diamantina Spathis, vedova di un precedente matrimonio, era greca. Dopo il primogenito nacquero altri tre figli: Rubina nel 1779, Gian Dionisio (Giovanni, ricordato da Ugo in un altro celebre sonetto) nel 1781 e Costantino Angelo (Giulio) nel 1787, entrambi morti suicidi.

Salomon Bartholdy, 
La lingua madre per il piccolo Ugo è il greco moderno che gli veniva insegnato da Diamantina, mentre apprendeva  il veneziano, seppure nella versione contaminata delle colonie, dal padre. Imparò correttamente l’italiano solo dopo il suo arrivo a Venezia, dove nel 1793 raggiunse  la madre che, dopo la morte del padre avvenuta nel 1788, l’aveva lasciato con i nonni sull’isola greca. Il rapporto che Foscolo strinse con l’isola natale, in cui passò, dopo un breve soggiorno in Dalmazia, gli anni importanti della sua formazione, rimase immutato con il passare del tempo. In una lettera scritta nel 1808 dal Foscolo al cugino Jakob Salomon Bartholdy, si legge: “Quantunque italiano d’educazione e d’origine, e deliberato di lasciare in qualunque evento le mie ceneri sotto le rovine d’Italia anziché all’ombra delle palme d’ogni altra terra più gloriosa e più lieta, io, finché sarò memore di me stesso, non oblierò mai che nacqui da madre greca, che fui allattato da greca nutrice e che vidi il primo raggio di sole nella chiara e selvosa Zacinto, risuonante ancora de’ versi con che Omero e Teocrito la celebravano”. (Ugo Foscolo, Epistolario, lettera del 29 settembre 1808).

Zante rappresentò sempre per Foscolo la Patria ideale, il luogo dei ricordi infantili e degli affetti familiari. Divenendo adulto la sua origine assumerà un significato emblematico per il poeta, convinto di essere un predestinato e di aver stretto con gli antichi un legame privilegiato. Nello stesso tempo l’isola rappresentò per lui la terra da cui, nella condizione di esiliato, si era allontanato con la consapevolezza di non potervi più fare ritorno. Un sentimento di perdita che lo accompagnerà per tutta la vita. Foscolo, infatti, dopo aver accolto Napoleone come liberatore della Patria, in seguito alla firma del Trattato di Campoformido, nel 1797,  partì per un esilio volontario che lo spinse oltremanica, a Londra, dove morirà in povertà nel 1827, assistito dalla figlia Floriana. L’amore per quell’isola che lo vide nascere, per quel luogo ricco di storia, sarà per lui fortissimo fino alla fine. Ci basti rileggere la bellissima e commovente poesia che Ugo Foscolo dedica a Zante (la chiama col suo antico nome greco Zacinto):

A Zacinto.

Né più mai toccherò le sacre sponde

ove il mio corpo fanciulletto giacque,

Zacinto mia, che te specchi nell’onde

del greco mar da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole feconde

col suo primo sorriso, onde non tacque

le tue limpide nubi e le tue fronde

l’inclito verso di colui che l’acque

cantò fatali, ed il diverso esiglio

per cui bello di fama e di sventura

baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,

o materna mia terra; a noi prescrisse

il fato illacrimata sepoltura.

^^^^^^^^^^^

Grazie amici della Vostra sempre gradita attenzione!

Mario
Scorci di Zante

 

 

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