domenica, giugno 27, 2021

IL COVID HA RIPORTATO ALLA RIBALTA IL PROBLEMA (IRRISOLTO) DELL’ABBUONO DEI DEBITI AI PAESI POVERI. LA LUNGA STORIA DELLA “CANCELLAZIONE DEL DEBITO”, CHE RISALE ADDIRITTURA AD HAMMURABI.


Oristano 27 giugno 2021

Cari amici,

Il tema corrente del giorno, ormai riportato dai Media in tutte le salse, è costituito dai vaccini per il Covid. La pandemia, che ha sconvolto l’intero pianeta sia in termini sanitari che economici, potrà essere affrontata solo con la vaccinazione globale di tutta la popolazione mondiale, altrimenti l’enorme sforzo in corso per mettere al tappeto il virus risulterà vano. Non si illudano le nazioni economicamente forti di vincere la sfida vaccinando solo le proprie popolazioni, in quanto il terribile morbo rimarrebbe tra di noi, senza se e senza ma!

In realtà il problema e piuttosto serio e non andrebbe sottovalutato! Come sarà possibile portare una montagna di vaccini in Africa, Asia, India e diverse altre nazioni povere, quando queste, appesantite da ingenti debiti, non possono acquistarli? Il dilemma è di non poco conto, se pensiamo che i Paesi occidentali nicchiano anche sulla possibilità di togliere, seppure temporaneamente, i diritti di brevetto sui vaccini! Eppure senza la vaccinazione a tappeto di tutti il virus non sarà mai vinto!

Il problema, amici, è non solo serio ma addirittura drammatico, e si ricollega all’annoso, dibattuto problema (seppure mai affrontato seriamente) della “Cancellazione del debito” che nel tempo i Paesi poveri e in via di sviluppo, hanno accumulato con i Paesi economicamente forti. Un debito che nel tempo ha raggiunto dimensioni talmente alte da non consentire non solo la restituzione ma nemmeno una vita sociale al minimo della sopravvivenza. Fra i Continenti più gravati dal debito c’è in particolare l’Africa, un Continente da secoli sfruttato dalle Grandi Potenze industriali, e ora in preda di una povertà che fa paura, tanto da creare un’emigrazione senza limiti.

Julius Nyerere, uno dei padri dell’indipendenza africana, 50 anni fa fece sentire la sua voce lanciando un accorato appello rimasto purtroppo inascoltato: «È giusto che affamiamo i nostri bambini per pagare il debito?». Amici, ora,  mezzo secolo dopo, l’interrogativo posto  dai Julius Nyerere è rimasto tale: il costo delle pendenze accumulate dall’Africa sarebbe sufficiente a vaccinare l’intero Continente contro il Covid. L’egoismo dei Paesi ricchi, che continuano a depredare questi Paesi che annegano in un mare di debiti, è certamente difficile da combattere, perché la Società moderna, a differenza di quelle antiche, non è più una società basata sulla fratellanza ma sull’egoistica prevaricazione del più forte sul più debole! Nella società di migliaia di anni fa, nonostante tutto, la fratellanza esisteva ancora!

Hammurabi

Si, amici, migliaia di anni fa c’era più rispetto per il debole e meno ingordigia da parte del potente. Proprio per questo voglio oggi ripercorrere con Voi l’antica storia della “Cancellazione del debito”, tornando indietro nel tempo: al 1.792 avanti Cristo, durante il regno di Hammurabi, “re” di Babilonia (oggi posta nell’attuale Iraq). Il suo regno, iniziato nel 1.792 avanti Cristo, durò 42 anni e, seppure la maggior parte dei libri di storia non lo dica esplicitamente, Hammurabi, come altri governanti delle città-Stato della Mesopotamia, proclamò in varie occasioni un annullamento generale dei debiti dei cittadini nei confronti dei poteri pubblici, i loro alti funzionari e dignitari.

In questo codice, che ora si trova conservato nel Museo del Louvre di Parigi, troviamo scritto: «il potente non può opprimere il debole, la giustizia deve proteggere la vedova e l’orfano (…) al fine di rendere giustizia agli oppressi». Gli storici hanno trovato la traccia incontestabile di quattro annullamenti generali del debito durante il regno di Hammurabi (nel 1792, 1780, 1771 e 1762 A. C.). Durante il regno di Hammurabi, la vita economica, sociale e politica era organizzata intorno al tempio e al palazzo reale. Queste due Istituzioni, molto legate, costituivano l’apparato dello Stato, l’equivalente dei nostri poteri pubblici di oggi, nei quali lavoravano numerosi artigiani e operai, senza dimenticare gli scriba. Al fine di garantire la pace sociale, in particolare evitando un peggioramento delle condizioni di vita dei contadini, il potere sovrano annullava periodicamente tutti i debiti e ripristinava i diritti dei contadini. Le proclamazioni di annullamenti generali dei debiti non si limitarono al regno di Hammurabi: cominciarono addirittura prima di lui e si prolungarono anche dopo di lui. Si può affermare che gli annullamenti generali del debito costituirono una delle caratteristiche principali delle società dell’Età del Bronzo in Mesopotamia.

Queste proclamazioni di annullamento del debito erano occasione di grandi festeggiamenti, generalmente nella festa annuale della primavera. Sotto la dinastia della famiglia di Hammurabi fu instaurata la tradizione di distruggere le tavolette sulle quali erano scritti i debiti. In effetti, i poteri pubblici avevano una contabilità precisa dei debiti, riportata su tavolette che erano conservate nel tempio. Hammurabi muore nel 1749 A. C., dopo 42 anni di regno. Il suo successore, Samsuiluna, annullò tutti i debiti dei sudditi con lo Stato, decretando la distruzione di tutte le tavolette dei debiti salvo quelle che si riferivano a debiti commerciali.

Cari amici, non voglio certamente esaltare l’organizzazione sociale di queste società di 3.000 o 4.000 anni fa; le varie cancellazioni del debito contratto dai sudditi nei confronti della Pubblica Amministrazione di allora, erano provvedimenti con i quali i governanti tentavano di mantenere una maggiore coesione sociale, evitando la costituzione di grandi proprietà private; i provvedimenti venivano presi perché i contadini potessero mantenere l'accesso diretto alla terra, limitando in questo modo l’aumento delle disuguaglianze. Ma oggi, cari lettori, pensate che i nostri governanti siano animati dallo stesso senso di responsabilità, mostrato migliaia di anni fa da quei governanti forse più lungimiranti di quelli di oggi? Allora si operava per cercare di diminuire le disuguaglianze e oggi?

Ciascuno di Voi si dia la risposta…

A domani.

Mario

Nessun commento: