lunedì, novembre 20, 2017

UN SARDO IN MISSIONE IN ANTARTIDE. MARCO BUTTU, BARBARICINO DI GAVOI, DALLA CALDA ISOLA MEDITERRANEA AL FREDDO POLARE DELL’ANTARTIDE.



Oristano 20 Novembre 2017
Cari amici,
Quella che voglio riportare oggi è una bella storia. E' quella di Marco BUTTU, gavoese DOC, ingegnere elettronico di 39 anni. Dopo la laurea ed un master and back a Losanna, in Svizzera, ora lavora per l’Istituto Nazionale di Astrofisica. In Sardegna si occupa dello sviluppo del software di controllo del Sardinia Radio Telescope, uno dei più moderni strumenti di osservazione dello spazio dislocati in Europa, realizzato proprio nella nostra isola, in territorio di San Basilio, a 30 chilometri da Cagliari. Programmatore super esperto, le sue alte capacità lo hanno portato a realizzare anche un libro dal titolo “Programmare con Python”, dove Egli insegna il linguaggio di programmazione software.
Ebbene, con questo non comune curriculum, l’ingegnere di Gavoi ha accettato di essere uno dei 13 componenti del gruppo di ricercatori e tecnici (in prevalenza francesi e italiani), che saranno spediti (dove rimarranno per un intero anno) nella base italo-francese Concordia Station, posta nell'altopiano Antartico. L’impegno non è di poco conto: partecipare ad un lungo progetto di ricerca (della durata di 13 mesi) in Antartide, uno dei posti più freddi del pianeta, con temperature che arrivano anche a – 80 gradi, per cercare di scoprire oggi come sarà, in futuro, la vita dell’uomo su Marte. 
Marco Buttu, dunque, si appresta a prender parte alla missione più difficile ma anche più entusiasmante della sua vita.
E' appena partito; dopo aver con coscienza preparato i bagagli (ha lasciato l'isola il 18 Novembre) si è diretto verso la nuova destinazione: l'Antartide, presso la stazione “Concordia”, avamposto dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). E' in questo luogo terribile, collocato su un altopiano freddo e inospitale, ma capace di testare e simulare le condizioni di vita estrema, tipiche degli ambienti extraterrestri. Intervistato pochi giorni prima della partenza Marco Buttu ha dichiarato: "non vi è alcuna forma di vita: temperature che raggiungono i -80 gradi, buio assoluto per diversi mesi, altissima quota (4.000 m. equivalenti), carenza di ossigeno, aria secchissima. Per tutto l'inverno antartico starò assieme ad altre 13 persone, irraggiungibili per 9 mesi, totalmente isolati dal resto del mondo e senza possibilità di essere soccorsi".
L'esperimento non è una cosetta di poco conto: i rischi esistono e sono certamente grandi. L’ESA cercherà di monitorare costantemente il gruppo, al fine di comprendere come l'essere umano sia in grado di adattarsi a un ambiente così inospitale. Marco è perfettamente conscio dei rischi e dell’importanza della missione: "Sono ovviamente onorato di rappresentare l'Europa e l'Italia in questa spedizione, ma ancor più ho l’orgoglio di rappresentare la Sardegna, la Barbagia e Gavoi". Parole che danno anche a noi, che restiamo in trepida attesa, una frustata di orgogliosa sardità.
La missione, secondo gli esperti, risulta organizzata ‘per bene’. Dietro i 13 uomini che resteranno impegnati per oltre un anno in condizioni estreme, c’è un’enorme macchina organizzativa, che coinvolge due Stati (Franca e Italia) e diversi Enti specialistici. Dal lato italiano c’è il Programma nazionale di ricerca in Antartide (Pnra), l’Agenzia per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) - che ha il compito di pianificare nei dettagli le spedizioni in Antartide - e il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), che coordina i progetti scientifici in campo. La parte francese della missione è supportata dall’Institut Polaire Paul Emile Victor (Ipev)”.
La missione, nella fase preparatoria, avrà un’equipe di circa 50 persone che si occuperanno della completa sistemazione logistica. Al nostro ingegnere sardo toccherà un ruolo di grande importanza: avrà il compito di gestire il telescopio. “Sarò responsabile dell’Osservatorio astronomico - spiega Buttu - e il mio compito principale sarà quello di scrutare lo spazio e in generale quello di occuparmi di tutto ciò che riguarda i progetti astronomici”. Dal giorno del suo arrivo, e fino al mese di Febbraio, le attività da svolgere all’interno della Concordia Station saranno tante e saranno svolte dall’intera equipe. Da circa metà febbraio, però, le cose cambieranno; nel centro ESA resteranno solo le 13 persone selezionate, tra cui il nostro sardo di Gavoi.
“Noi ricercatori faremo ricerca scientifica - spiega già emozionato Buttu nell’intervista concessa a La Verità - i tecnici la manutenzione e il cuoco cucinare. Nella base c’è anche un medico, ma in questo caso la speranza è quella che si annoi per mancanza di problemi”. Intanto a Ollolai e Gavoi, dove vivono rispettivamente la moglie e la famiglia, l’orgoglio e l’ansia sono certamente ai massimi livelli. In tanti hanno fatto al giovane gli auguri per questa missione.
Anche il Governo regionale ha espresso grande soddisfazione. Il Vice Presidente Raffaele Paci ha detto: «Siamo molto orgogliosi che la scelta per una missione così importante sia ricaduta, tra tanti candidati, su Marco Buttu. Una conferma della presenza in Sardegna di professionalità eccellenti in questo settore e del ruolo importante ormai acquisito a livello mondiale. Attraverso l’innovazione tecnologica e il capitale umano anche noi possiamo svolgere un ruolo importante pur essendo una piccola isola e creare un solido futuro per le nuove generazioni».
Cari amici, credo che tutti i sardi dovrebbero fare un grande applauso a Marco, fiero sardo orgoglioso, che porterà la Sardegna in uno dei posti più estremi della nostra terra. Colonizzare altri pianeti è l’obiettivo che l’uomo si sta ponendo da tempo, per avere “un Piano B” possibile, in caso di catastrofi nel nostro pianeta. Certo, la soluzione di poter “migrare” verso altri mondi a noi vicini, sicuramente meno ospitali del nostro, appare per il momento solo temerario. Tra i ricercatori ora in partenza per la Concordia Station, potrebbero esserci anche i futuri astronauti chiamati ad imbarcarsi nel primo volo verso Marte. Chissà, forse il nostro ingegnere sardo da ricercatore potrà essere annoverato anche tra i primi pionieri-colonizzatori di altri mondi!
Per ora un grande “IN BOCCA AL LUPO” da parte di tutti i sardi!
A domani.
Mario


Nessun commento: