martedì, settembre 29, 2009

ORISTANO: LA CITTA' RECUPERA UNO DEI SUOI PIU' IMPORTANTI TESORI CUSTODITO NELLA CHIESA DI S. CHIARA.


















COMPLETATO IL RECUPERO DI UN TESORO MEDIOEVALE.


La Chiesa annessa al Monastero S. Chiara è stata sapientemente restaurata in contemporanea al recupero del prezioso affresco medioevale recentemente ritrovato.

La bella giornata di ieri ha fatto da cornice alla presentazione al pubblico dello splendido restauro della Chiesa di Santa Chiara, una delle più antiche di Oristano. A breve, dopo il ripristino dell’Altare Maggiore, sarà riaperta ufficialmente al culto questa antica Chiesa, parte integrante dell’omonimo Monastero delle Clarisse, ubicato in pieno centro storico ad Oristano. Per il completamento dei difficili e costosi lavori di restauro è stato bandito un “concorso di idee progetto” atte a studiare il nuovo altare che dovrà trovare la giusta soluzione e collocazione, dovendo integrarsi con gli splendidi manufatti trecenteschi, riportati all’antico splendore.
Il Convento di Santa Chiara (con l’annessa Chiesa) in Oristano, secondo alcuni storici, è il più antico monastero di Clarisse sorto in Sardegna e risalirebbe a circa dieci anni dopo la morte di Santa Chiara. La presenza delle Clarisse ad Oristano risalirebbe alla seconda metà del 1200, anche se non ci sono documenti che possano provarlo con certezza. Certa è invece la data di "rifondazione": 22 settembre 1343, come si rileva dalla lettera apostolica inviata dal papa Clemente VI al giudice Pietro III.
Il monastero già nel 1345 era abitato da tredici suore provenienti in parte da Pisa. Dati certi questi, in quanto i nomi delle suore compaiono in lettere papali del 1371 e 1373, ma anche in atto pubblico del giudice Mariano IV del 1368.
Il giudice Pietro III, che donò vita a questo monastero, morì nel 1347 e sua moglie donna Costanza, figlia di Filippo Aleramici marchese di Saluzzo, si ritirò in monastero trascorrendo qui gli ultimi mesi della sua vedovanza e vita. Una lapide ritrovata nel secolo scorso, scritta in caratteri gotici ci ha lasciato la data della sua morte, 18 febbraio 1348. Di donna Costanza di Saluzzo resta pure il testamento col quale donò al monastero di Santa Chiara la Villa di Molins de Rey, in Catalogna, che aveva ricevuto in dono dal marito, e che le suore per la lontananza e la difficoltà di amministrarla, rivendettero alla regina Eleonora d'Aragona, come attestano diverse lettere indirizzate dal pontefice Urbano V ai vescovi di Bosa e di Barcellona ed alla stessa regina d'Aragona per la riuscita della vendita.
Veramente ricco di storia, dunque, questo antico e ancora splendido gioiello architettonico, grande orgoglio della nostra città, e che meritava certamente gli impegnativi lavori eseguiti con grande perizia e maestria.


Unico nel suo genere in Sardegna l’affresco recentemente venuto alla luce: un tesoro di inestimabile valore. Il dipinto, di circa sei metri quadri, è rimasto ignoto per secoli, in quanto ubicato nel “Coretto” a lato alla navata centrale della Chiesa. La casuale recente scoperta, anche se alcuni ben informati sostengono che la prima ad accorgersi dell’esistenza di quel tesoro è stata suor Celina Pau, suora del convento, talmente affezionata alla storia della Sua Chiesa da diventare un’appassionata studiosa di storia dell’arte, ha mobilitato studiosi ed esperti. Difficile il recupero dell’antico affresco, in quanto ubicato in uno spazio più volte modificato: l’ultima destinazione l’adibizione a “ Coretto “, per la cui realizzazione l’affresco venne tagliato a metà per l’inserimento dei travi di sostegno alla scala di accesso; danni, quelli subiti in quei punti, irrecuperabili. Le difficoltà incontrate sono state sapientemente descritte dalla D.ssa OLIVO, funzionario della Sovrintendenza di Cagliari e Oristano, alla quale era stato affidato il progetto di restauro della preziosa opera. Pur con gli irreversibili danni subiti il dipinto è ora in grado di mostrare ai visitatori le grandi capacità pittoriche dei maestri dell’epoca. Roberto Coroneo, docente di Storia medioevale e direttore del Dipartimento di Scienze archeologiche e storico-artistiche dell’Università di Cagliari, affermava all’epoca del ritrovamento:
“…dalle prime indagini che siamo riusciti a svolgere sul posto è possibile intravedere un crocefisso, una figura inginocchiata e degli angeli… ma per avere qualche informazione più precisa è necessario svolgere studi particolari, utilizzando non soltanto metodi tradizionali ma anche scientifici e di diagnostica con strumenti tecnologici. La scoperta, comunque, è importante perché non esistono testimonianze medioevali paragonabili a questa in Sardegna…”.

Il restauro del dipinto ha, dunque, iniziato il suo iter, unitamente al restauro della Chiesa, resosi oltremodo necessario per le numerose infiltrazioni d’acqua provenienti dalla vetusta copertura. Un pool di esperti di valore, gli architetti Rossella Sanna e Federica Pinna, con gli storici dell’arte Andrea Pala e Nicoletta Usai, hanno messo in piedi un sapiente lavoro di recupero e di ricerca storica. Il faticoso lavoro che li ha impegnati è stato raccontato all’attento pubblico presente: ognuno ha elencato le difficoltà incontrate e le soluzioni trovate. Ora, a lavoro praticamente ultimato, la gran bella soddisfazione del risultato: Oristano avrà presto, di nuovo fruibile, la splendida ed antica Chiesa degli Arborea.
Oristano, città pur ricca di storia, ha perso con il tempo non poche testimonianze del proprio glorioso passato: la città, patria di Eleonora D’Arborea, cerca oggi di ritrovare e valorizzare quanto si è salvato dall’incuria del tempo e degli uomini. Questo ritrovamento è per Oristano molto importante, come è stato sostenuto anche ieri durante la presentazione dalla D.ssa Olivo, in quanto pochi sono in Sardegna gli esempi di pittura medioevale ritrovati. Le poche tracce visibili sono a Sant’Andrea Priu a Bonorva, nella cripta di S.Lussorio a Fordongianus e, come arte romanica, a Saccargia, S.Nicola di Trullas, a Semestene e a Galtellì.

Il Rotary Club di Oristano, unitamente agli altri due club di servizio cittadini, Lions e Soroptimist, ha messo a disposizione un proprio contributo per completare l’opera, cosi che la Città possa presto esibire nuovamente uno dei suoi più importanti tesori.

I vividi raggi di sole che ieri pomeriggio illuminavano la navata dell’antica Chiesa sembravano anch’essi felici di far risplendere il ritrovato gioiello.
Dr.Mario Virdis
-Responsabile Comunicazione del Club di Oristano

Allegate foto del dipinto e del complesso ristrutturato.





giovedì, settembre 17, 2009

OBAMA E KENNY, UNA COMUNE VISIONE DEL DOMANI: “IL FUTURO E’ NELLE VOSTRE MANI “.















ORISTANO 17 SETTEMBRE 2009

John Kenny, Presidente del Rotary International 2009/10, nell’assumere il suo mandato si è presentato al mondo rotariano con queste parole:
…" Sono orgoglioso di potervi rappresentare nei prossimi 12 mesi. Voi siete il futuro del Rotary e una speranza per un mondo migliore. Come dice il tema di quest’anno, Il futuro del Rotary è nelle vostre mani ".
In altra parte della sua prima lettera diretta a tutti i rotariani ha ribadito che “…Nel Rotary, tutto ciò che siamo, e tutto ciò a cui aspiriamo, sta nelle mani dei Rotariani nei loro club. Se i nostri club sono un punto di ritrovo piacevole e i nostri incontri ben organizzati, se il nostro servizio è programmato con cura e realizzato con competenza, se i nostri soci sono qualificati, onesti e rispettati nelle loro professioni e comunità, allora tutto il Rotary avrà successo. Ecco perché affermo che Il futuro del Rotary è nelle vostre mani. “

La visione del futuro del mondo, non solo rotariano, di Kenny coincide alla perfezione con quella del Presidente degli Stati Uniti Obama, come recentemente abbiamo potuto constatare dopo la sua recente visita in Europa.
“Il futuro dell’Africa è nelle mani degli africani”, ha detto Barack Obama durante il suo discorso al parlamento di Accra ( 11 c.m. ) sottolineando che gli “Usa continueranno a dare il loro contributo” per lo sviluppo del Continente Nero, perché l’Africa “ non è separata dal contesto internazionale”.
Per il presidente degli Stati Uniti, che dopo il G8 in Italia, si è recato in Ghana è stato un successo politico e di folla. Incontrando il capo dello stato John Atta Mills, Obama ha affermato che “ il Ghana è uno straordinario modello positivo per l’Africa”.
Anche le aree di intervento praticamente coincidono:Acqua, sanità, fame e alfabetizzazione.
“…Le nostre aree di intervento per l'anno venturo saranno Acqua, Salute, Fame e Alfabetizzazione. In quest’anno rotariano, chiedo a tutti i Rotariani, ovunque siano, di continuare ad imparare dalle nostre esperienze e a realizzare le loro opere in base ai nostri successi. Vi chiedo di continuare ad impegnarvi per la salute ed il benessere non solo dei bambini ma delle loro famiglie e delle persone di tutto il mondo. In modo particolare, vi esorto di focalizzare la vostra attenzione su acqua e servizi igienici, poiché la scarsità di acqua potabile sta diventando sempre più un grave problema in molte parti del mondo... “,
sostiene Kenny nel suo primo discorso ai rotariani, mentre cosi parla Obama al popolo africano ad Accra:
"…occorre mettere fine alle pratiche antidemocratiche ed alla corruzione, adottando le regole del buon governo. Negli ultimi anni, enormi progressi sono stati compiuti in alcune parti dell'Africa. Molto persone riescono a convivere con l'HIV/AIDS, e hanno i farmaci di cui hanno bisogno..”. “Ma troppi ancora muoiono", ha detto Obama. Oltre agli aiuti esteri e sanitari, occorre che "i singoli africani facciano scelte responsabili, che impediscano la diffusione delle malattie, promuovendo al tempo stesso la salute pubblica nelle loro comunità e Paesi".

Mi è piaciuta molto questa comune visione del futuro tra il nostro Presidente Kenny ed il Presidente Obama. Uomini certamente diversi ( scozzese l’uno, afro-americano l’altro), ma legati da un’unica grande volontà e determinazione: riuscire a dare un futuro non solo al mondo che governano, il Rotary e gli Stati Uniti, ma all’intero pianeta.
Oggi il mondo è afflitto da una serie di problemi che solo affrontati insieme, senza falsi pregiudizi, possono essere risolti; tutti sono tenuti a fare la loro parte: Paesi ricchi e Paesi poveri. E’ con il concorso di tutti, nessuno escluso, che si può dare vita a quel processo di migliore distribuzione della ricchezza, a partire dalla eliminazione delle maggiori criticità ( Acqua, sanità, fame e alfabetizzazione, in primo luogo ) che sicuramente potranno portare ad una vera, reale, pacifica convivenza tra tutti i popoli della terra.
Questo, certamente, il vero significato del monito del nostro Presidente Kenny:

"Sono le nostre azioni quotidiane, e le nostre decisioni quotidiane, a determinare il corso del Rotary per tutti noi. Il Futuro del Rotary è nelle vostre mani" .

Facciamo si che questo desiderio, questo invito, non resti solo una speranza ma diventi una concreta realtà.
……………………………………

Mario Virdis, P.P. del Rotary Club di Oristano
Past Assist. Governor del Distretto 2080








mercoledì, luglio 15, 2009

L'ETICA PROFESSIONALE DEL ROTARIANO


Cari Amici,

oggi voglio continuare le mie "riflessioni" sul Rotary.

Dopo aver esaminato il primo valore, L'AMICIZIA, passiamo al secondo:
" L'ETICA NELLE PROFESSIONI ".

Tutti i rotariani sono professionisti ai vertici delle rispettive professioni. Il loro impegno lavorativo è regolato da precise norme comportamentali.

Quanto segue è tratto dalla mia Tesi sul Rotary, già nota a chi legge.
Ecco quanto riportato circa le difinizioni di Etica Rotariana.



Etica negli affari e nelle professioni.

L’etica, nella sua definizione, è quella parte della filosofia che si occupa del comportamento umano in quanto giudicabile come buono o cattivo. L’etica o filosofia della morale viene perciò considerata come la dottrina che, ponendo giudizi di valore, consente di distinguere ciò che è bene da ciò che è male. Il termine, dal greco ethos (consuetudine, costume) fu introdotto da Aristotele per indicare le sue trattazioni di filosofia della pratica.
L’applicazione dell’etica al mondo degli affari e delle professioni ha origini lontane. L’uomo è un animale sociale che opera, vive, ricava quanto gli necessita per vivere, unendosi in gruppo con gli altri suoi simili. A differenza degli animali, che in larga misura cacciano da soli e provvedono singolarmente ai loro bisogni, l’uomo svolge queste attività unendosi ad altri suoi simili.
Scrive Adam Smith nel suo libro "Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni", (Isedi, Mi 1973) :
... L’uomo ha invece quasi sempre bisogno dell’aiuto dei suoi simili e lo aspetterebbe invano dalla sola benevolenza; avrà molta più probabilità di ottenerlo volgendo a suo favore l’egoismo altrui e dimostrando il vantaggio che gli altri otterrebbero facendo ciò che egli chiede. Chiunque offra a un altro un contratto, avanza una proposta di questo tipo: dammi la tal cosa, di cui ho bisogno, e te ne darò un’altra, di cui hai bisogno tu… [i]
L’interazione, lo scambio, la relazione economica e sociale con gli altri individui esiste fin dagli albori dell’umanità. Nel tempo tanti gli strumenti e le regole applicate e successivamente modificate per armonizzare la vita sociale e tenerla al passo coi tempi. Regole, però, con un fine ultimo preciso: far convivere l’innato egoismo dell’uomo con l’altruismo; conciliare l’interesse personale con l’interesse collettivo, ovvero il profitto con il dono. Creare quelle regole di convivenza civile dove ciascuno soddisfi i propri bisogni senza prevaricare quelli degli altri.
Cosa intende, oggi, il Rotary per comportamento etico negli affari e nelle professioni? Qual è il senso, il valore, del Business ethic, cioè dell’etica negli affari?
Franco Arzano, ingegnere, dirigente industriale di livello europeo, consulente ed esperto di telecomunicazioni, governatore del nostro distretto rotariano, ha scritto in un suo articolo (2004) intitolato "Etica e affari":
… Cominciamo allora da un punto di vista strettamente “economico”. Amartya Sen, l’economista-filosofo di origine indiana, professore ad Harward e premio Nobel sostiene che – dopo un lungo periodo in cui gli economisti hanno trascurato la dimensione etica, appare oggi chiaro che il successo economico non può essere disgiunto da una base etica. E del resto, continua Sen, la tendenza della teoria economica a ignorare gli aspetti etici non era condivisa neppure da Adam Smith, il quale riteneva che il perseguimento del profitto non fosse possibile se non all’interno di un ampio spettro di motivazioni morali che investono sia lo scambio commerciale (dove la fiducia reciproca degli operatori gioca un ruolo importantissimo) sia la redistribuzione della ricchezza (con il principio secondo il quale il modo in cui si divide la torta sociale influisce sugli incentivi al business e dunque sulla dimensione della torta stessa), come ha recentemente ribadito lo stesso Segretario Generale dell’ONU. Una prima riflessione è quindi che il “senso economico” della Business ethic non va identificato con il semplice perseguimento del profitto, ma comprende un’idea più generale: quella della costituzione di una “buona società in cui vivere”, dove il “fare affari” in modo corretto gioca un ruolo importantissimo: l’impresa che funziona, l’impresa che ha successo è di per se stessa “un bene pubblico”, specie se all’interno delle imprese sia pubbliche che private si riescono ad introdurre elementi non-profit con forte valenza sociale…[ii]

Questa concezione etica è alla base della cultura e della filosofia del Rotary.

L’associazione, rappresentata oggi più di ieri, da imprenditori, dirigenti e professionisti ai massimi livelli nelle categorie, esige che i suoi soci applichino, in tutte le professioni, i più alti principi etici, come del resto prescritto dal manuale di procedura. Corre, qui, l’obbligo di alcune precisazioni. La regola di ingresso ad un club Rotary, che prevede un solo rappresentante per ogni professione, stabilisce, per qualsiasi attività professionale, dalla più alta alla più modesta, che venga cooptato un rappresentante al vertice di quella professione. In America, nell’associazione, sono rappresentate praticamente tutte le professioni: dall’industriale al negoziante, dal banchiere al meccanico, dal finanziere al piccolo artigiano. In alcune nazioni, tra cui l’Italia, l’accesso al Rotary, come precisato nella parte dedicata al Rotary italiano, si è volutamente limitato solo ad alcune professioni cosi dette nobili. Virgilio Gaito, civilista di chiara fama, già direttore della rivista giuridica Foro romano, socio del club di Roma, in un suo recente saggio (1993), dal titolo Etica e professioni, pubblicato da Realtà Nuova, cosi scrive:
… Senza lasciarci prendere la mano dalla retorica, possiamo con orgoglio affermare che il professionista è chiamato ad adempiere una missione, anzitutto nell’interesse di chi a lui si affida, poi nel proprio, ma tenendo ben presente che l’interesse pubblico, siccome ispirato alla tutela del bene comune, sia sempre prevalente, atteso che il professionista è e deve essere un buono e leale cittadino chiamato a servire con coscienza e preparazione una collettività in continua evoluzione e perciò bisognosa di valori guida. Ed ecco ritrovato l’anello di congiunzione tra etica e professione: questa e inconcepibile senza quella...[iii]

È una chiara dimostrazione del significato del nostro motto Service above self, servire al di sopra dell’interesse personale.


[i] Adam Smith, Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni, Isedi, Milano,1973 pp.17-20

[ii] Franco Arzano, Impresa, Mercato e Solidarietà “ Etica e affari” , Voce del Rotary n.12/2004 pag. 12-15

[iii] Virgilio Gaito, Etica e professioni –Realtà Nuova – I.C.R. n. 7/8 1993

















Alle mie riflessioni aggiungo quelle, ben più erudite, di un grande rotariano: il Prof. Raffaele Pallotta d'Acquapendente.

Il professor Raffaele Pallotta d’Acquapendente, oltre ad essere un pioniere della medicina iperbarica, ammiraglio medico, presidente di varie associazioni e rappresentante presso l’Unesco e la Fao, ha dedicato soprattutto al Rotary gran parte del Suo impegno sociale. Ha al suo attivo nove Paul Harris, ed è Past Governor e Past Board Director del R.I.

Ecco alcuni spunti di una Sua riflessione sul Rotary, dal titolo:

“ MISSIONE PROFESSIONALE ED ETICA NEL ROTARY. “

(...) Paul Harris diceva che il Rotary è un mondo con le sue aspirazioni, le sue regole e, anche, i suoi problemi. 1 suoi membri sono impegnati in una costante attività di servire al di sopra d'ogni interesse personale. Il Rotary è un modo di essere. E' un mondo particolare in cui il piacere dell’Amicizia proviene dalla volontà di adoperarsi per gli altri. E' un mondo in cui, accanto a“utopici" grandi ideali, esistono concrete possibilità di aiutare singoli e comunità a cercare di progredire verso un migliore modello di società.(….)
Il servizio è il cammino da noi scelto per avvicinarci al nostro utopico ideale di un mondo in pace. Chi sente il bisogno e il dovere d'impegnarsi, ritiene che l'invito, a far parte del Rotary sia una irripetibile opportunità d'usare parte dello scarso e prezioso tempo libero per tentare di migliorare la vita degli altri e, quindi, anche la propria. Non la considera una delle tante occasioni di presenza sociale cui si è tenuti nella vita di relazione e di lavoro; ne, tanto meno, un'occasione, fatua e a volte noiosa, d'incontrare persone di livello per mettersi in mostra, ma solo l'impegno gratificante di un servizio volontariamente scelto.

Quando Antonio Gramsci scriveva dì temere che il programma del Rotary potesse costituire “la pericolosa diffusione di un nuovo spirito capitalistico, che tentava di spacciare il concetto che l’industria, il commercio e le professioni, prima d'essere un affare, potessero essere un servizio sociale ", Paul Harris rispondeva che: " Il Rotary è un modello di vita che cerca di conciliare l’eterno conflitto esistente tra il legittimo desiderio del proprio guadagno e il dovere di usarlo a servizio della comunità ”.(…)
Dal 1905 a oggi il Rotary si è diffuso in quasi tutti i Paesi dove esiste libertà di pensiero formando, come lo definì il rotariano Eisenhower - che se ne intendeva - il più grande esercito di pace esistente al mondo. Fondando il Rotary, Harris volle affermare i diritti naturali e fondamentali dell'individuo: alla vita., alla libertà e alla solidarietà. Egli riteneva che la mente umana avrebbe potuto essere libera solo in una società libera, che non penalizzasse il merito e non perseguisse l'omologazione forzata. L 'uomo di Harris non è un edonista; è una persona con sensibilità straordinaria che vuole rinunziare all'unicità della propria esistenza e vuole viverla servendo la comunità, impegnandosi a dare un'anima al nuovo modello di sviluppo per garantire il primato dell'uomo e della sua dignità oltre e, se necessario, contro esigenze di mercato non accettabili. E' la celebrazione dell'uomo come essere eroico, unico e irripetibile, in lotta contro chiunque cerchi di annullare la sua individualità. Il Rotary rappresenta il confluire di tante volontà individuali che hanno l'esigenza morale di servire la comunità non attraverso la carità, ma cercando di migliorarne le condizioni di vita, aiutando i cittadini a rendere più efficaci e produttivi i loro comportamenti.
"Il Rotary non si ferma, non può fermarsi, perché il nostro è un mondo che cambia e noi dobbiamo cambiare con lui ". ricordava spesso Paul Harris. Anche Martin Luther King amava ripetere che: "Dobbiamo ricordare che non abbiamo molto tempo per impegnarci a favore della comunità perché domani è già oggi e, se non agiamo in fretta, siamo già dei sorpassati".
Chesley R. Perry, Segretario Generale dal 1910 al 1942, definito da Harris "il costruttore" del Rotary. scrisse che "Aumentando il numero di coloro che accettano e praticano l'ideale del "Service " possiamo tentare di migliorare la vita, nelle varie comunità. sia a livello personale che collettivo, marciando con i tempi”.(…)

L'espressione anglosassone di. "service", applicata al Rotary, esprime un modello di vita che presuppone l'impegno a migliorare la qualità della vita nella comunità, ad affrontare i piccoli e i grandi problemi del vivere quotidiano per tentare di migliorare le condizioni esistenziali delle fasce deboli e tutelare la loro dignità. Con etica, professionalità e amicizia. E', quindi, l'etica nell'agire dei singoli la pietra angolare del sistema di relazioni interne ed esterne nei nostri club.
Fu nel 1912 che Arthur Frederik Sheldon, del club dì Chicago, propose i due motti che esprimono il significato del service. rotariano: “Service above self” e “He profits most who serves best”. Essi indicano che l'altruismo del rotariano non è disgiunto dal giusto utile personale che può derivarne. Nel nostro modello di Società, l'appartenenza a un club laico di servizio, con esclusivi contenuti benefici, non è considerata molta attrattiva. La voglia di farne parte, è in rapporto all'attività, all'esclusività, all'interesse professionale, all'interesse sociale, al vantaggio che ne può derivare per la comunità. La Società in cui viviamo è alla costante ricerca di nuovi modelli di vivere sociale ora che si sta liberando dalla schiavitù dei tempi e dei luoghi di lavoro. L'inserimento in qualificati gruppi sociali - per conoscere e farsi conoscere in un rapporto di pari dignità- costituisce un potere. Il club rotariano rappresenta un importante gruppo sociale perché ha la possibilità d'influire sulla comunità, assicurando, quindi, dei vantaggi anche a chi é chiamato a fame parte.

Nella moderna Società della comunicazione e dell'immagine, è necessario dimostrare di poter gestire un potere reale se si vuole conservare un proprio ruolo. (…)
Il nostro impegno è di essere testimoni di speranza, operando nel Rotary per cercare di aprire la via a un futuro migliore.

Sagge riflessioni quelle sopra riportate. Io ho conosciuto personalmente Raffaele e Vi posso assicurare che è una persona davvero straordinaria: un rotariano di grande fede e di grande capacità e disponibilità.


Voglio concludere, queste riflessioni, oggi, con lo sguardo rivolto al futuro, nostro e del mondo. Nessuno di noi rotariani può dimenticare che “ Il futuro del Rotary è nelle nostre mani”, come ci ricorda John Kenny, il R.I. President del nuovo anno rotariano 2009/10.

Grazie dell'attenzione.

Mario Virdis

domenica, giugno 21, 2009

L'AMICIZIA NEL ROTARY: UN VALORE ASSOLUTO!




ORISTANO 21 GIUGNO 2009
Cari amici,
prima di chiudere questo anno rotariano ho pensato di fare, con tutti Voi, una riflessione sulla nostra Associazione. Oltre 100 anni fa Paul Harris fondando il Rotary lo immaginò come una grande catena di amici. Ecco, il primo dei valori fondanti del Rotary è proprio l'amicizia.
Qualche anno fa chiudendo la mia laurea in Scienze della Comunicazione e Giornalismo all'Università di Sassari, volli farlo proprio con una tesi sul Rotary. Volevo approfondire la conoscenza, solo di base che avevo allora, di questa Associazione per capirne l'essenza, per sapere qual'era il vero collante che la teneva unita e forte. Questo studio sociologico sul Rotary International mi ha consentito di capire meglio i veri valori che lo governano. Ecco uno stralcio di questo mio lavoro che porta, come titolo:
" STUDIO SOCIOLOGICO DI UNA ASSOCIAZIONE NO-PROFIT DI PROFESSIONISTI:
IL ROTARY INTERNATIONAL
Ecco la parte che analizza l'amicizia rotariana.
Buona lettura.
Mario Virdis

I VALORI DEL ROTARY

Il Rotary non è una corrente filosofica o un movimento ideologico, quindi il termine filosofia rotariana è certamente improprio. Tuttavia il termine filosofia rotariana è usato per meglio definire i suoi principi ispiratori, i concetti sull’uomo e sui suoi comportamenti sociali, auspicati e sostenuti. Valori fondamentali, validi ieri come oggi e domani, e sui quali il Rotary è costruito. Ma cos’è in effetti il Rotary? La definizione ufficiale la ricaviamo dal manuale di procedura dell’organizzazione stessa:... Il Rotary è un’organizzazione di imprenditori, dirigenti e professionisti che si dedicano ad attività umanitarie, lavorano perché tutte le professioni siano improntate ad alti principi etici e cercano di costruire un mondo in cui regnino la pace e la buona volontà…[i]
Quali gli scopi del Rotary? Sempre dal manuale di proceduta rileviamo:... Lo scopo del Rotary è di diffondere il valore del servizio, motore e propulsore ideale di ogni attività. In particolare, esso si propone di :
Primo. Promuovere e sviluppare relazioni amichevoli fra i propri soci per renderli meglio atti a servire l’interesse generale;
Secondo. Informare ai principi della più alta rettitudine l’attività professionale e imprenditoriale, riconoscendo la dignità di ogni occupazione utile e facendo sì che venga esercitata nella maniera più nobile, quale mezzo per servire la collettività;
Terzo. Orientare l’attività privata, professionale e pubblica di ogni socio del club secondo l’ideale del servizio;
Quarto. Propagare la comprensione reciproca, la cooperazione e la pace a livello internazionale mediante il diffondersi nel mondo di relazioni amichevoli fra persone esercitanti diverse attività economiche e professionali, unite nel comune proposito e nella volontà di servire…[ii]
I cardini su cui si basa la filosofia rotariana possono essere cosi sintetizzati:
- Amicizia
- Etica negli affari e nelle professioni
- Servire l’interesse generale
- Tolleranza e comprensione reciproca
- Cooperazione e ricerca della pace mondiale
L’amicizia, dunque, come punto centrale e unificatore dell’intera associazione.
Ho voluto analizzare, in questo capitolo, uno per uno questi punti focali della filosofia del Rotary, aggiungendo poi, in chiusura, un punto di raccordo con le associazioni di volontariato, dove è preminente, invece, il concetto altruistico, la filosofia del Dono.
Questo confronto lo ritengo molto importante perché analizza due diverse vie di impegno sociale: quella rotariana improntata all’etica economica e sociale, che si muove nella logica dell’homo oeconomicus e quella del volontariato, animata dalla filosofia del dono, che si muove, invece, nella logica dell’homo donator.
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[i] Manuale di procedura 2004, pag.49 -. ediz. Rotary International –2004
[ii] Manuale di procedura 2004, pag.49 -. ediz. Rotary International -2004



















AMICIZIA

Il cammino dell’uomo è una continua ricerca di luoghi comuni di incontro. Luoghi dove incontrarsi, discutere, ascoltare, agire; dove accogliere e stringere amicizie. L’amicizia è un sentimento che ha sempre destato l’interesse di studiosi e pensatori, di poeti e filosofi, di tutte le culture e religioni. Il termine amicizia corrisponde al termine greco philía e si incontra nella filosofia greca dapprima come concetto fisico in Empedocle, poi come concetto etico che, fino a Platone, veniva ancora non nettamente distinto dall’eros, dall’amore. Ma cosa intende il Rotary per amicizia? Partiamo dalle definizione di amicizia. Nel lessico corrente la parola amicizia viene usata molto spesso in modo improprio. Spesso viene equivocata con la conoscenza, con la benevolenza, con la simpatia e l’amichevolezza. Scrive F. Alberoni ne L’amicizia (ediz.Garzanti 2002):… Vediamo, allora, brevemente quali sono i significati più comuni di questa parola. Ci accorgeremo che, nella maggioranza dei casi, la parola amicizia ha ben poco a che fare con quello che noi intendiamo quando pensiamo ad un vero amico. Primo significato: i conoscenti [….] secondo significato: solidarietà collettiva […] terzo significato: relazioni di ruolo […] quarto significato:simpatia e amichevolezza […] Cosa dobbiamo intendere, allora, per amicizia? Intuitivamente questa parola ci fa venire in mente un sentimento sereno, limpido, fatto di fiducia, di confidenza […]
In un libro recente J. M. Reisman, dopo aver esaminato tutta l’immensa letteratura sull’argomento, ha dato la seguente definizione dell’amicizia: <<...AMICO E' COLUI A CUI PIACE E CHE DESIDERA FARE DEL BENE AD UN ALTRO E CHE RITIENE CHE I SUOI SENTIMENTI SIANO RICAMBIATI...>>.
Con questa definizione Reisman colloca l’amicizia nel mondo dei sentimenti altruistici e sinceri. … [i].
La definizione data da Reisman è quella che più si avvicina al concetto di amicizia rotariana, anche se non lo esaurisce. L’amicizia non è data dalla semplice frequentazione, dal trascorrere parte del tempo negli stessi luoghi. Vi sono persone che conoscono tutti, danno del tu a tutti, hanno il numero di telefono e dichiarano di essere amici di tutti, ma non sono amici di nessuno. Ė uno dei tanti modi di millantare l’amicizia. Si può essere colleghi, vicini di casa, soci, compagni di lotta e di ideologia, ma non amici nel senso rotariano del termine. Perché l’amicizia è qualcosa di più forte ed importante del semplice interesse a stare insieme. Già Aristotele nell’Etica nicomachea distingueva quella “fondata sull’utile” da quella vera “fondata sulla virtù”.
Non siamo, però, ancora arrivati all’esatta definizione del concetto di amicizia che stiamo cercando. L’amicizia che cerchiamo è più complessa: gli ingredienti sono tanti e tutti di estrema importanza. Questa amicizia è costituita da reciprocità, simpatia, affetto, stima, educazione, affinità, rispetto della diversità, lealtà. Ognuno di questi elementi concorre a determinare e completare quel sentimento gioioso, che Alberoni definisce di grande “intensità vitale”, qual è la vera amicizia.
L’amicizia, questa amicizia, è nel Rotary di importanza assoluta, vitale; anima dibattiti ed è oggetto di discussione anche nelle assise annuali di incontro e confronto.
Anche il congresso dell’anno 2005-06 del distretto 2080 (comprende il Lazio, la Sardegna e la capitale, Roma) era prevalentemente dedicato all’amicizia, con il tema: l’amicizia nel Rotary, l’amicizia del Rotary. [ii] Fra le relazioni, tutte interessanti, una in particolare, quella Di Mario Morcellini, preside della facoltà di scienze della comunicazione dell’Università di Roma La Sapienza, ha messo a fuoco un aspetto particolarmente importante dell’amicizia: quello inteso come “Amicizia come scoperta e valorizzazione dell’altro: va dove ti porta l’amicizia”. Amicizia, quindi, sostiene Morcellini, come scambievole scoperta reciproca, affetto disinteressato, che matura con la frequentazione, si arricchisce continuamente nella scambio di stima reciproca, poggia le sue fondamenta sulle affinità di sentimenti, di educazione e di cultura.L’amicizia, però, non è eros, non è amore che può nascere a prima vista. Nell’amicizia non c’è colpo di fulmine. L’amicizia ha bisogno di lunga ricerca. L’amicizia è un sentimento complesso che si sviluppa attraverso un lungo cammino. L’amicizia, come dice Alberoni, si costituisce attraverso una successione di incontri; è una “filigrana di incontri”.…
Osservata dall’esterno, da una prospettiva sociologica, l’amicizia è una solidarietà seriale. Gli individui non sono posti in cerchio, ma uno di seguito all’altro, in fila indiana […]che si incontrano e si lasciano per ritrovarsi di nuovo...[iii]
La filosofia rotariana, che pone l’amicizia alla base della propria esistenza, la concepisce proprio come forma etica dell’amore in cui la stima si antepone all’affetto ed il rapporto relazionale coinvolge più persone. Una delle finalità del Rotary è proprio quella, già citata alla nota 13, di:… Promuovere e sviluppare relazioni amichevoli tra i propri soci per renderli meglio atti al servire… e ancora … propagare la comprensione reciproca, la buona volontà e la pace tra Nazione e Nazione mediante il diffondersi nel mondo di relazioni amichevoli…
L’amicizia per il rotariano non è solo un fine, ma anche un mezzo per meglio servire l’uomo e i suoi bisogni . L’amicizia nel Rotary, però, non è un obbligo, una imposizione. Il Rotary non ha titolo per imporre l’amicizia. Il Rotary può raccomandare la tolleranza, la comprensione, l’indulgenza e incoraggiare comportamenti etici ed impegno sociale. L’amicizia non è una semplice conseguenza dell’appartenenza al Rotary. Esiste, invece, l’amicizia vera, con tutte le sue implicazioni, che nasce in virtù delle regole del Rotary e che il Rotary prepara e favorisce. Amicizia necessaria per realizzare i suoi scopi: comportamento etico all’interno ed all’esterno, tolleranza e cooperazione.
Perché nell’associazione non si entra a domanda, ma mediante la cooptazione? Ma perché gli amici si scelgono! Solo con la scelta, chi è già rotariano, individua un altro soggetto con le caratteristiche e le capacità necessarie per condividere in libertà i fini e gli scopi dell’associazione.
Questa, in sintesi, l’amicizia rotariana.
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[i] Francesco Alberoni, L’amicizia pag. 9-11 –ed. Garzanti 2002
[ii] Il tema del 49° congresso annuale del Distretto 2080, svoltosi a Viterbo dall’11 al 14 maggio 2006, aveva per tema L’amicizia nel Rotary, l’amicizia del Rotary. Relatori il prof. Michele Piccione dell’Università di Roma La Sapienza, il vescovo di Viterbo S.E. prof. Lorenzo Chiarinelli, il prof. Marco Mancini, rettore dell’Università della Tuscia, il prof. Mario Morcellini, preside della facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Roma La Sapienza, la prof. Emanuela Abis dell’Università di Cagliari e la prof. Laura del Terra dell’Università di Roma La Sapienza.
[iii] Francesco Alberoni, L’amicizia pag. 63 –ed. Garzanti 2002
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martedì, giugno 02, 2009

UN ARBUSTO SPONTANEO UTILE MA...PUNGENTE: IL PRUGNOLO













Una volta abbastanza diffuso nelle zone collinari della Sardegna poco coltivate il Prugnolo, nome scientifico " Prunus spinosa " , oggi sta quasi scomparendo dalle nostre campagne.


Ho ritrovato un bell'articolo della cara amica Giovanna Rau sul bollettino del R.C. di Tempio e lo voglio riportare per tutti Voi. Buona lettura!


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Il prugnolo, dal nome scientifico “Prunus spinosa”, è un arbusto cespuglioso dai rami contorti e spinosi che cresce spontaneo nelle nostre siepi e nelle boscaglie. I fiori compaiono in primavera, piccoli dal colore bianco rosato; i frutti maturano in autunno dalla colorazione bleu scura e dalla
polpa aspra ma commestibile. In fitoterapia si utilizzano i fiori in bocciolo,le foglie , ma soprattutto i frutti, meno usata la corteccia.
Il prugnolo contiene tannino, acidi organici, glucosidi cianocinetici che liberano acido cianidrico. I frutti hanno proprietà astringenti ma anche toniche sull’organismo. E proprio con i frutti in Gallura si prepara un liquore, dal gradevole sapore, che veniva dato come astringente e per curare i disturbi intestinali in genere. Sempre dai frutti si preparava una marmellata che veniva data un tempo agli adolescenti che avevano problemi di foruncoli e acne. Per gli stessi problemi le nostre nonne preparavano con i frutti un decotto. A Tempio e nell’intera Gallura non si sono mai utilizzati né i fiori né la corteccia (da usare con cautela) forse perché producendo essi una sostanza che libera l’acido cianidrico, sono da utilizzare rispettando le dosi indicate e preferibilmente sotto prescrizione medica .
Giovanna Rau

martedì, aprile 21, 2009

LE MERAVIGLIE DELLA NOSTRA TERRA: GOLORITZE'










L'estate è ormai prossima. Per gli amanti del mare ecco un modo per sognarlo..prima di rincontrarlo! ciao Mario.



lunedì, aprile 06, 2009

RISCOPRIAMO IL FUTURISMO!





Nel centenario dalla pubblicazione su Le Figaro del Manifesto del Futurismo, il Comune di Cagliari ha avviato una serie di iniziative raccolte sotto il titolo " L'Idrovolante di Marinetti - Cagliari riscopre il Futurismo".


Uno degli artefici di questo progetto è certamente l'attuale assessore alla cultura del Comune di Cagliari, Prof. Giorgio Pellegrini.

Venerdi 3 Aprile, ospite del Rotary Club di Oristano, il Prof. Pellegrini ha tenuto una interessante conferenza proprio su questa grande arte definita dal relatore " Caffeina d'Europa, futurismo 1919/1939 ".



Nella sala Convegni del Mistral 2, opportunamente allestita per l'occasione, il prof. Pellegrini ha incantato il pubblico, accompagnando le Sue parole con una efficace proiezione di numerose diapositive delle opere più significative del futurismo, non solo italiano, che davano concretezza e corpo al filo del Suo discorso.Veramente una serata piacevole e di grande interesse. Numerosi gli ospiti presenti, fra i quali il Sindaco di Oristano la D.ssa Angela Nonnis, il Prefetto di Oristano Dr. G.Battista Tuveri con la Sua gentile consorte, il Dr. Giò Murru e diversi altri, ospiti dei nostri Soci.
Il prof. Pellegrini accomiatandosi dal Club ha ringraziato tutti, invitandoci alle manifestazioni che il Comune di Cagliari ha riservato al Futurismo, ed a Marinetti in particolare. Le manifestazioni, come indicato nella brochure che ha distribuito, sono calendate dal 20 Marzo al 21 Giugno.

All'oratore dopo la conferenza è stata riservata anche una gradita sorpresa. Ai ringraziamenti del Presidente, fatti a nome di tutto il Club, è seguito un simpatico omaggio: una cornice d'argento contenente all'interno proprio una foto del prof. Pellegrini, con in mano una copia del Suo libro " RESURGO", scattata in occasione della presentazione del libro al nostro club, alcuni anni prima, durante la presidenza di Mario Virdis ( che ha fatto dono all'oratore delle diverse foto di quella Conferenza).


Il prof. Pellegrini accomiatandosi dal Club ha ringraziato tutti, invitandoci alle manifestazioni che il Comune di Cagliari ha riservato al Futurismo, ed a Marinetti in particolare. Le manifestazioni, come indicato nella brochure che ha distribuito, sono calendate dal 20 Marzo al 21 Giugno.

Andremo tutti a Cagliari!

Mario Virdis

lunedì, marzo 23, 2009

COME VIVERE...SANI NEL TERZO MILLENNIO!










CARI AMICI E FEDELI LETTORI DEL MIO BLOG,

Ormai la vita si allunga. Questo comporta non solo il pieno utilizzo della giornata ma anche una nuova necessità: quella di allungare il vecchio arco temporale delle 24 ore ! Non è infatti possibile "tenersi in perfetta forma" nel rigido ed obsoleto mondo delle vecchie 24 ore. Vi dimostro il perchè.

DECALOGO DI UNA VITA SANA.

PER UNA VITA SANA...


- Dicono che tutti i giorni dobbiamo mangiare una mela
per il ferro e una banana per il potassio. Anche un'arancia per la
vitamina C e una tazza di thè verde senza zucchero, per prevenire il
diabete.

- Tutti i giorni dobbiamo bere due litri d'acqua (sì, e
poi pisciarli, che richiede il doppio del tempo che hai perso per
berli).

- Tutti i giorni bisogna mangiare un Actimel o uno
yogurt per avere i 'L. Casei Defensis', che nessuno sa bene che cosa
cavolo sono, però sembra che se non ti ingoi per lo meno un milione e
mezzo di questi bacilli(?) tutti i giorni, inizi a vedere sfocato.

- Ogni giorno un'aspirina, per prevenire l'infarto, e un
bicchiere di vino rosso, sempre contro l'infarto. E un altro di bianco,
per il sistema nervoso. E uno di birra, che già non mi ricordo per che
cosa era. Se li bevi tutti insieme ti può dare un'emorragia cerebrale,
però non ti preoccupare perché non te ne renderai neanche conto.

- Tutti i giorni bisogna mangiare fibra. Molta,
moltissima fibra, finché riesci a cagare un maglione.

- Si devono fare tra i 4 e 6 pasti quotidiani, leggeri,
senza dimenticare di masticare 100 volte ogni boccone. Facendo i
calcoli, solo in mangiare se ne vanno 5 ore.

- Ah, e dopo ogni pranzo bisogna lavarsi i denti, ossia
dopo l'Actimel e la fibra lavati i denti, dopo la mela i denti, dopo il
banano i denti... e così via finché ti rimangono dei denti in bocca,
senza dimenticarti di usare il filo interdentale, massaggiare le
gengive, il risciacquo con Listerine...

- Bisogna dormire otto ore e lavorare altre otto, più le
5 necessarie per mangiare, 21.

- Te ne rimangono 3, sempre che non ci sia traffico.

- Secondo le statistiche, vediamo la tele per tre ore al
giorno. Già non si può, perché tutti i giorni bisogna camminare almeno
mezz'ora (per esperienza: dopo 15 minuti torna indietro, se no la
mezz'ora diventa una)

- Bisogna mantenere le amicizie perché sono come le
piante, bisogna innaffiarle tutti i giorni. E anche quando vai in
vacanza, suppongo.

- Inoltre, bisogna tenersi informati, e leggere per lo
meno due giornali e un paio di articoli di rivista, per una lettura
critica.

- Ah! si deve fare l'amore tutti i giorni, però senza
cadere nella routine: bisogna essere innovatori, creativi, e rinnovare
la seduzione.

- Bisogna anche avere il tempo di spazzare per terra,
lavare i piatti, i panni, e non parliamo se hai un cane o ... dei
FIGLI???

- Insomma, per farla breve, i conti mi danno 29 ore al
giorno. L'unica possibilità che mi viene in mente è fare varie cose
contemporaneamente.

- Per esempio: ti fai la doccia con acqua fredda e con
la bocca aperta così ti bevi i due litri d'acqua. Mentre esci dal bagno
con lo spazzolino in bocca fai l'amore (tantrico) al compagno/a, che
nel frattempo guarda la tele e ti racconta, mentre tu lavi per terra.

- Ti è rimasta una mano libera?? Chiama i tuoi amici! E
i tuoi! Bevi il vino(dopo aver chiamato i tuoi ne avrai bisogno).

- Il BioPuritas con la mela te lo può dare il tuo
compagno/a, mentre si mangia la banana con l'Actimel, e domani facciamo
cambio.

- Però se ti rimangono due minuti liberi, invia questo
messaggio ai tuoi amici(che bisogna innaffiare come una pianta).

- Adesso ti lascio, perché tra lo yogurt, la mela, la
birra, il primo litro d'acqua e il terzo pasto con fibra della
giornata, già non so più cosa sto facendo, però devo andare
urgentemente al bagno.

- E ne approfitto per lavarmi i denti....

In futuro, in attesa di un nuovo calendario di almeno 30 ore giornaliere spero di migliorare...per potermi conservare sempre meglio!!

P.S.

SE TI HO GIÁ MANDATO QUESTO MESSAGGIO, PERDONAMI. FORSE É
L'ALZHEIMER, CHE MI TORMENTA NON POCO E CHE, NONOSTANTE TUTTE LE CURE, NON SONO ANCORA RIUSCITO A COMBATTERE.....
CIAO.

GATTO MARIO

sabato, marzo 21, 2009

MELOGRANO O ALBERO DI AFRODITE !

















Ecco un'altra "perla" della cara amica Giovanna Rau.


La storia di un albero bellissimo: il melograno.


Grazie, Giovanna!


Originario della Persia è stato importato nel Mediterraneo in tempi antichissimi; in Italia si è diffuso soprattutto nel sud, un albero che vanta antichi utilizzi medicinali e diverse tradizioni mistiche: Bibbia, Toràh, Talnut. Presso gli antichi egizi il melograno era studiato attentamente e connesso con l’amore, l’erotismo e la sensualità.
Era una pianta simbolica, rappresentava l’immortalità, la molteplicità dell’unità, l’eterna fertilità.
Era l’albero di Afrodite perché immagine dell’unione tra Dionisio e Afrodite che portava frutti simbolici considerati eccellenti afrodisiaci.
I Romani chiamavano il frutto Malum punicum, con riferimento all’origine fenicia. Il melograno è un arbusto alto da 3 a 5 metri, dai rami spinosi. Le foglie sono caduche, opposte, lucide di colore verde. I fiori sono dotati da 5 o 6 petali rosso scarlatti. In fitoterapia si usano i frutti, la corteccia e la radice . Le diverse parti della pianta differiscono nelle componenti e nelle sostanze attive: la
polpa del frutto contiene proteine, grassi, idrati di carbonio, minerali, calcio, ferro, potassio, sodio, vitamina C. Nella corteccia dell’albero e nella corteccia delle radici e in misura minore nella scorza del frutto, sono presenti tannini, acidi gallici, acidi butulinici, friedelina, pelletierina, isopielletierina. Si utilizza il decotto come potente tenifugo e astringente, circa 50 gr di corteccia in 2 bicchieri d’acqua; si consiglia di bere subito dopo una tisana purgativa, questo perché le sostanze contenute nella corteccia agiscono paralizzando ma senza uccidere i parassiti intestinali, la tisana purgativa li fa espellere. Anche i fiori, ricchi in tannini, vengono usati sotto forma di decotto e hanno proprietà astringenti, usati soprattutto per irritazioni vaginali, contro leucorrea e metrorragie. Il succo della melagrana veniva usato un tempo in differenti modi: quello ricavato dal melograno acerbo era prescritto come febbrifugo e antielmintico, quello ottenuto dal frutto maturo contro la tosse.
Gli ultimi studi hanno confermato che il melograno è ricco di sostanze antiossidanti: vitamine ed enzimi che svolgono funzioni vitali per il nostro corpo, capaci di aumentare le difese immunitarie contro le infezioni e di svolgere azione antitumorale.


Giovanna Rau

( Boll. n. 40 del R.C. di Tempio P. Marzo 2009 )






domenica, marzo 15, 2009

ROTARY CLUB DI ORISTANO: UNA SERATA CON I "TENORES DI NEONELI".



domenica 15 marzo 2009

MUSICA SARDA AL R.C. ORISTANO: I TENORES DI NEONELI.



Gran bella serata quella di Venerdì 13 Marzo al Mistral 2.L'iniziativa del Presidente avv. Giovanni Manai di invitare ad uno dei nostri incontri settimanali i Tenores di Neoneli è stata veramente apprezzata da tutto il club che ha risposto entusiasticamente.
La sala era affollata di rotariani, familiari ed ospiti: più di settanta persone. In un clima di gioiosa amicizia la serata è stata particolarmente coinvolgente. Gli ospiti "continentali" del nostro Prefetto-cerimoniere col. Luciano Gavelli ( la famiglia Casana ) hanno ascoltato con piacere e grande attenzione la bellissima voce dei Tenores che hanno cantato alcuni dei pezzi più noti del loro repertorio. La particolare numerosa presenza dei rotariani e dei loro familiari credo possa dimostrare, fuori da ogni dubbio, che i nostri incontri per essere apprezzati necessitano di quel contenuto che, spesso, manca. Credo si possa rimediare!
Anche il prossimo incontro sarà reso interessante dalla programmata conferenza del nostro socio Dr. Antonino Indelicato, Direttore della Banca d'Italia, che avrà per titolo: "La ricchezza finanziaria delle famiglie e la crisi globale".
Ecco, per l'album dei ricordi, alcune foto della bella serata.
La redazione.
Mario Virdis




domenica, marzo 01, 2009

RISCOPRIAMO LA NATURA!






Ho il piacere di riportare una squisita lezione della Prof. Giovanna Rau, di Tempio Pausania, su un arbusto della nostra terra: Il Corbezzolo. Il pezzo è stato recentemente pubblicato sul bollettino del R.C. di Tempio Pausania.



Grazie Giovanna!

IL CORBEZZOLO

Il Corbezzolo, dal nome scientifico “Arbutus Unedo“, è pianta comune in Sardegna e proprio in questo periodo offre dei frutti giallo – rossastri che ci invogliano a coglierli e mangiarli. Il nome Arbutus deriva dal celtico ”arbois” che significa frutto verrucoso, mentre unedo è la contrazione latina di “unum tantum edo” ovvero ne mangio uno solo, riferito al frutto perché considerato poco commestibile e indigesto.
Nell’antichità non era molto conosciuta come pianta fitoterapica, anche se in alcuni posti veniva utilizzata la corteccia o la radice in decotto per curare le infiammazioni dell’apparato renale. Ma la parte della pianta che veniva e viene utilizzata maggiormente è il frutto, sia per la preparazione di marmellate che per ricavare l’acquavite o la “sabba”.
La bacca del corbezzolo ha azione astringente ed è per questo che si consigliava di mangiarne poche, così la marmellata che da essa se ne ricava. Le foglie in fitoterapia sono usate sotto forma di infuso o tintura madre per curare le infiammazioni delle vie urinarie, le cistiti, i calcoli renali, l’ipertrofia prostatica.
L’attività delle foglie del corbezzolo è soprattutto antisettica e antibatterica sia del tratto urogenitale che intestinale.
Dalle foglie si estrae “l’arbutina” che viene utilizzata in cosmesi nelle creme e tonici per attenuare le macchie brune della pelle. La legna del corbezzolo ha inoltre un alto potere calorifero e viene utilizzata sia per il riscaldamento domestico che nei forni a legna, mentre dalle radici si ricava il carbone, sempre con potere calorifero alto.



Giovanna Rau

sabato, febbraio 14, 2009

IL SILENZIO DELLA RIFLESSIONE.










Oristano 14 febbraio 2009.

RIFLETTIAMO ...SENZA PAROLE!


Eluana ha finito di soffrire. E' andata via in silenzio, come in silenzio ha vissuto i suoi ultimi anni. All'esterno, invece, tanto chiasso, tanto clamore.


Ora, dopo tante polemiche, è giunto il momento di tacere: quello in cui il gelido soffio della morte ha portato a compimento la sua opera. E' giunta l'ora della riflessione. Non importa il motivo, ne chi ha ha ragione o torto. Il sottile e tagliente braccio di sorella morte, nel gelo della solitudine, ha impietrito tutti: innocenti e colpevoli.

Giudicare è temerario. Chi è senza peccato scagli la prima pietra! Solo il tempo, capace di sedimentare anche gli avvenimenti più torbidi, potrà lenire il dolore, rinfrescare gli animi in preda all'ira e collocare, nella giusta luce, questo terribile dramma che lascia tutti attoniti: sia chi è nel giusto che chi non lo è.
Tutti, credenti o atei, buoni o cattivi, saggi od insensati, di fronte alla morte debbono rispettosamente chinare il capo. In silenzio.
Alla mia modesta riflessione aggiungo quella, ben più profonda, di Mons. Ignazio Sanna, Arcivescovo di Oristano, riportata nel n.5 del settimanale “ L’Arborense”.
Credo sia un’utile momento di riflessione, per tutti.

DI FRONTE ALLA MORTE SI DEVE TACERE.
Di Ignazio Sanna, Vescovo.

Non so quali sentimenti esprimere, dei molti che affollano la mia mente e il cuore. Sono sentimenti di dolore, di rabbia, di delusione, di compassione, di preghiera. Non penso valga la pena interrogarsi su quando sia morta effettivamente Eluana, se cioè lei sia morta alle ore 20,10 del 9 febbraio 2009 o diciassette anni prima, il 18 gennaio 1992, quando rimase paralizzata in seguito ad un terribile incidente stradale.
Il presidente della clinica “ La Quiete” non ha saputo dire l’ora precisa del decesso, quasi ad avvolgere nel mistero un evento invocato per diritto di libera scelta e temuto per dovere di compassione. Il buon senso, però, ci dice che le suore misericordine della clinica del “ Beato Luigi Talamoni” assistevano una persona viva, e non vegetale, accarezzavano una ragazza malata e non un albero. La croce della sofferenza la portavano le suore della clinica. Per loro, il vangelo della vita e della speranza la rendeva sopportabile perché credevano alle parole di Gesù: “il mio giogo è dolce e il mio carico leggero”. La croce della sofferenza la portava soprattutto il padre di Eluana. Egli lottava per il diritto all’autodeterminazione, ma non accettava i valori del Vangelo. Per questo il giogo della sua sofferenza era insopportabile e il carico troppo pesante. Non posso non ammirare chi soffre con l’aiuto della fede, e non posso non rispettare chi piange senza il conforto della medesima. La misericordia di Dio, d’altra parte, non è legata al giudizio dell’uomo ma al suo amore infinito. Si può esprimere un giudizio su come si è arrivati alla morte della ragazza, ma si deve tacere davanti alla morte stessa. Oltre quel traguardo pieno di tragedia e di speranza allo stesso tempo c’è il mistero, illuminato dalla fede nella vita eterna per i credenti, oscurato dalla rassegnazione del nulla per chi non ha il dono della fede. In tutti i casi il conforto per chi piange la morte di una figlia viene prima della difesa dei propri principi e delle proprie convinzioni. Chi invoca la morte per difendere un principio dimentica che il Cristo è morto per salvare ogni persona. E’ difficile ricordare Eluana per chi non l’ha conosciuta da viva e non la vedrà da morta. Ritengo bello, tuttavia, ricordarla con l’invito alla preghiera che mi è stato rivolto nella residenza “ Il Gabbiano” durante la Visita Pastorale. Qui, una donna disabile mi ha invitato a pregare per Eluana, perché “ soffre molto e non può parlare”.
Accogliendo quell’invito, prego il Signore della vita e della morte: “ Ricordati, Signore, della nostra sorella Eluana, che hai chiamato a te da questa vita: e come per il battesimo l’hai unita alla morte di Cristo tuo Figlio, cosi rendila partecipe della sua resurrezione, quando farà sorgere i morti dalla terra e trasformerà il nostro corpo mortale a immagine del suo corpo glorioso”.

Sono parole, quelle di Mons. Sanna, che dovrebbero far riflettere. Tutti.

Amicomario.