Oristano 10 maggio 2021
Cari amici,
Capita che un avvenimento
recente ti riporti, all’improvviso, in un periodo anche lontano del passato,
facendo riaffiorare ricordi unici, conservati gelosamente dentro la nostra
mente. Il ricordo di cui parlo oggi è riferito a circa 60 anni fa, quando avevo
i miei 15/16 anni. Di quel periodo e della mia formazione giovanile ho parlato
a lungo ed in modo dettagliato nel mio libro autobiografico “Marieddu”,
e per Voi lettori oggi ripropongo proprio il racconto di uno di questi “viaggi”,
fatto per andare al mare d’estate.
L’occasione è scaturita
dalla brillante idea, nata a scopo turistico, di ripristinare le vecchie linee
delle Ferrovie secondarie, un tempo indispensabili a collegare zone prive di
linee viarie di qualità. La “Ferrovia a scartamento ridotto”, che da Macomer
portava a Bosa, fu costruita alla fine del XIX secolo dalle Strade Ferrate
Secondarie della Sardegna; questo collegamento consentiva alla Planargia di
raggiungere Macomer e da lì, poi, prendere i treni della Compagnia Reale delle
Ferrovie Sarde in transito sulla Dorsale Sarda, oppure prendere i convogli SFSS
per Nuoro.
Dopo l’abbandono, sia di
queste linee ferroviarie che dei mezzi di trasporto (locomotive, vagoni e littorine), il tutto rimase in sonno, in abbandono nei depositi, testimoni antichi di archeologia industriale. Fino a quando però, all’improvviso, i soloni che ci governano hanno pensato di riutilizzare quanto in precedenza abbandonato a fini turistici. L’idea, che io
considero vincente, consentirà ora ai visitatori della nostra isola di conoscere zone interne meravigliose
e incontaminate (come quelle dell’Ogliastra), riportando indietro nel tempo
(idealmente) a sistemi e stili di vita oramai scomparsi. Questi antichi convogli a vapore, ora definiti con il termine di “Trenino Verde”, riprenderanno a percorrere i vecchi binari
che attraversano luoghi meravigliosi, ai più sconosciuti, facendo sì che la Sardegna possa essere conosciuta e amata.
La linea Macomer-Bosa
sarà riattivata turisticamente domenica 23 maggio e rimarrà operativa fino al 10 ottobre; il 20
maggio sarà la volta della linea Palau-Tempio, con giornate e orari variabili, sabato
22 maggio in Ogliastra riaprirà la Arbatax-Gairo Taquisara, mentre domenica 23
maggio i viaggi riprenderanno anche sulla tratta barbaricina Mandas-Seui.
Purtroppo, considerata la pandemia in atto, godere appieno delle bontà della Sardegna
nascosta utilizzando il Trenino Verde, sarà ancora un piacere riservato a pochi, considerato che
in “modalità Covid19” i posti su questi trenini restano prudenzialmente
disponibili solo al 50%. Ma appare già chiaro che, turisticamente parlando, si
è imboccata la via giusta.
Amici, come ho promesso
all’inizio ecco per Voi, tratto dal mio libro “Marieddu”, il racconto del mio
viaggio sul trenino fatto 60 anni fa!
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
A BOSA COL TRENINO indimenticabili… ricordi
d’estate.
I periodi estivi trascorsi nella casa cantoniera
di Bara erano allietati, la Domenica, dalla gita al mare a Bosa. Questo svago
era reso possibile dal fatto che nei tre mesi estivi le Ferrovie Complementari
mettevano a disposizione un ‘treno speciale’ che la domenica collegava Macomer
con Bosa, con un’unica corsa (mattutina e pomeriggio), con rientro da Bosa
verso le 18,00. Questo servizio, molto apprezzato dalla popolazione del
Marghine-Planargia , funzionò per molti anni con grande soddisfazione.
Il convoglio
composto da un’antica locomotiva e da una lunga serie di vagoni, sicuramente
risalenti alla fine dell’Ottocento, era particolarmente pittoresco. La
locomotiva era alimentata un po’ a carbone ed un po’ a legna e andava cosi
lentamente che per percorrere i 27 chilometri che separavano Macomer da Bosa
impiegava circa tre ore. Partiva, infatti, alle 6,30 da Macomer per arrivare a
Bosa alle 9,30 circa. La sera partenza alle 18,00 e rientro alle 21,00.
Voi
penserete che un viaggio così da “Far West” fosse noioso e monotono, ma così
non era. Il viaggio era gradevole ed interessante quanto le ore trascorse in
spiaggia! Il trenino era sempre stracarico, soprattutto di giovani, che con un
bel carico di vettovaglie, bevande di ogni tipo, chitarra, organetto e
quant’altro fosse utile al divertimento collettivo, cercavano di trascorrere
una domenica all’insegna della gioia e dello svago.
Io riuscivo,
con uno o due amici, figli delle famiglie vicine a casa, a prendere questo
trenino senza bisogno di recarmi a Macomer. La bassa velocità del convoglio e
la conformazione delle carrozze, tutte dotate di balconcino e scaletta,
consentiva di salire “al volo”, mentre transitava lentamente di fronte alla
casa cantoniera delle Ferrovie, vicinissima a casa mia. Gli amici di Macomer,
infatti, quando il treno stava per transitare da noi e ci vedevano in attesa,
aprivano il cancelletto di ferro, posto alla fine della scaletta, facilitandoci
la salita. Il controllore ne era al corrente e ‘tollerava’ questo sistema,
facendoci, comunque, pagare il biglietto da Macomer.
Una volta
sul treno venivo fagocitato in un caos incredibile! Ogni vagone era riempito
oltre misura. Le panche in legno delle antiche carrozze, che ricordavano quelle
che vediamo nei film Western, erano stracariche non solo di persone ma di ogni
ben di Dio: damigianette di vino, bibite, contenitori con pastasciutta, patate
fritte, polli arrosto, torte e frutta di ogni genere. In ogni vagone i ‘gruppi’
erano organizzati con un suonatore di chitarra, fisarmonica o organetto e
quelle ore trascorse in viaggio erano dedicate a canti e balli ed alla gioia di
stare insieme in allegria. Rivedo nella mia mente un clima festoso e molto
diverso da quello odierno delle gite fuori porta.
A Bosa
marina il trenino si fermava direttamente in uno spiazzo vicinissimo alla
spiaggia, ultima stazione del percorso, e si predisponeva per il ritorno del
tardo pomeriggio. Molti, considerato che il treno non doveva fare altre corse,
lasciavano tutta la mercanzia sul treno. Non solo: non pochi degli anziani che
non amavano fare il bagno, dopo la passeggiata tornavano nelle carrozze a
chiacchierare; questi vagoni, che restavano aperti e a disposizione dei
viaggiatori, erano utilizzati come delle vere e proprie roulotte.
La mattinata
trascorreva in allegria. Bagni, giochi, castelli di sabbia, scherzi, secchiate
di acqua di mare a quelli che, più pigri degli altri, si sdraiavano sulla
sabbia senza partecipare attivamente. Dopo il pranzo, consumato in carrozza o
all’ombra di qualche albero, gli anziani chiacchieravano e fumavano, mentre noi
continuavamo i nostri giochi, senza interruzione. Vinti dalla stanchezza alla
fine, riprendevamo posto in carrozza per il rientro.
Anche
durante il viaggio di ritorno la festa continuava. Le abbondanti libagioni
avevano creato in alcuni grande euforia e gli scherzi e le battute anche feroci
non mancavano. I più temerari quando il treno attraversava la zona delle vigne
scendevano dal treno, che procedeva a passo d’uomo, tagliavano alcuni grappoli
e poi velocemente risalivano in carrozza, tra gli applausi dei passeggeri.
Io arrivato
nelle vicinanze di casa mi preparavo, come all’andata, a scendere ‘in corsa’.
Aperto, da parte degli amici, il cancelletto del vagone, con la sacca in
spalla, con un veloce balzo, saltavo giù. Il vociare ed i saluti degli amici mi
accompagnavano per un po’, quasi fino all’ingresso di casa.
Credo che
quelle domeniche, trascorse in così piacevole allegria, fossero ‘anni luce’
diverse da quelle di oggi. Forse più rustiche e ‘ruspanti’, ma ricche di vera
gioia, di voglia di vivere e di amicizia sincera.
^^^^^^^^^^^^^^^
Amici,
grazie della Vostra sempre gradita attenzione!
A
domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento