mercoledì, maggio 05, 2021

INSERIRE IL PESCE NELL'ALIMENTAZIONE FA BENE, MA ATTENTI AL MERCURIO. LA PRESENZA OLTRE MISURA DI QUESTO METALLO PUÒ DANNEGGIARE IL CERVELLO, IL SISTEMA NERVOSO E L’APPARATO DIGERENTE.

Occhio al mercurio nel pesce...

Oristano 5 maggio 2021

Cari amici,

Integrare la nostra dieta quotidiana con il pesce è sicuramente salutare, in quanto, al contrario della carne, il pesce contiene tutta una serie di sostanze benefiche da non sottovalutare. Mangiare pesce, dunque, fa bene, anzi benissimo! È un alimento perfetto per le diete, oltre ad apportare dei nutritivi fondamentali al nostro organismo. Purtroppo, però, dopo aver profondamente inquinato i nostri mari, dobbiamo prendere atto che nei pesci che normalmente mangiamo, la quantità di mercurio contenuta sta raggiungendo livelli particolarmente preoccupanti e pericolosi.

Pericoli di certo da non sottovalutare, in quanto le concentrazioni di metilmercurio presenti in molti dei pesci che consumiamo sono eccessive e possono danneggiare il nostro apparato digerente e creare gravi danni al sistema nervoso (in particolare quello in formazione e sviluppo nei bambini e nascituri). Le analisi portate avanti hanno studiato numerose specie di pesci, arrivando alla conclusione che alcune specie ne assorbono di meno e che quindi noi dovremmo privilegiare nella nostra dieta, che, tra l’altro, in questi ultimi anni ha incluso una maggiore alimentazione a base di prodotti ittici.

Amici, purtroppo, come avviene per molte cose, inutile lasciarsi catturare dalla “paura gratuita”, immotivata, in quanto risulterebbe Inutile e dannosa. Dobbiamo, partire, invece, osservando con attenzione i dati rilevati dalle serie analisi effettuate sul mercurio contenuto. L'ultimo aggiornamento disponibile pubblicato dall'Efsa (l'Autorità europea di sicurezza del cibo), completa i pareri già espressi nel 2003 e nel 2010. Vengono confermati i limiti già ipotizzati, ovvero il limite di 1,3 microgrammi di mercurio tollerabili dal nostro organismo per chilogrammo di peso corporeo. Tradotto in pratica, significa che è consigliabile consumare pesce non più di tre volte la settimana.

Le analisi più dettagliate si sono concentrate in particolare sulla zona mediterranea, in Paesi come Italia, Spagna e Grecia, dove il consumo ittico è molto maggiore rispetto al resto del continente europeo. Questi studi, commentati anche dall'Istituto superiore di Sanità, hanno confermato che il contenuto di mercurio nei diversi tipi di pesce cambia a seconda della specie ittica: i pesci predatori di grossa taglia, come il pece spada, il tonno, il luccio, il merlano, la verdesca e il merluzzo, ne contengono in dosi particolarmente concentrate. Meglio limitare (non eliminare del tutto, quindi) il loro uso in cucina.

Per rendere il problema più pratico, possiamo affermare che sia sufficiente una sola porzione di pesce come lo spada o la verdesca, intorno ai 60 grammi per i bambini e massimo 150 grammi per gli adulti a settimana; con queste dosi si raggiunge l’equilibrio, senza superare il tasso di metilmercurio tollerabile dal corpo umano. Quindi è meglio variare. Si possono tranquillamente consumare più volte alla settimana pesci più piccoli come trote, sardine, sgombri, platesse e salmone. Per riepilogare, dovrebbe essere limitato ad una sola volta nei sette giorni il menu a base di spada, tonno rosso, verdesca, smeriglio, palombo, luccio e pesci predatori simili.

Una particolare attenzione, inoltre, va riservata alle donne incinte, che dovrebbero evitare queste specie di grosso taglio del tutto. Gli studi disponibili consigliano di inserire il pesce nella propria dieta perché è ricco di proteine facilmente digeribili, di vitamine del gruppo B, D e A e di acidi grassi Omega 3 con benefici effetti sul cuore e sulla regolazione del colesterolo. La gravidanza e l’allattamento, però, costituiscono i periodi più critici per la tossicità del metilmercurio. Questa sostanza è in grado di superare la barriera cerebrale e quella placentare causando danni a carico del sistema nervoso centrale e dello sviluppo del feto: alte dosi causano ritardo mentale grave del nascituro, dosi più basse provocano alterazioni dello sviluppo psicomotorio.

Cari amici, se è pur vero che l’alimentazione a base di pesce risulta per il nostro organismo alquanto benefica, considerata anche la preziosa presenza degli Omega-3, prestiamo grande attenzione alla scelta del pesce che andiamo a comprare in pescheria. Si, perché, come accennato prima, il mercurio in eccesso crea alterazioni della funzionalità renale, della memoria, problemi motori e della coordinazione. È documentata l’associazione tra l’esposizione al metilmercurio e le malattie cardiovascolari (JECFA, 2007) anche se è noto l’effetto benefico del consumo di pesce (presenza di acidi grassi omega 3) che almeno in parte contrasterebbe l’azione del metilmercurio sul sistema cardiovascolare. Un’azione di contrasto è svolta anche dal selenio presente nell’ambiente o negli alimenti.

Che dirvi, amici, prestiamo sempre la massima attenzione alla nostra alimentazione, se vogliamo trascorrere una vita più serena e in salute!

A domani.

Mario
I diversi livelli di mercurio

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