giovedì, maggio 20, 2021

GLI ASPARAGI, COLTIVATI FIN DALL’ANTICHITÀ, SONO PREZIOSI E SALUTARI: POVERI DI CALORIE, CON POCHI GRASSI, MA RICCHI IN FIBRE E VITAMINE. LA STORA DI UN VEGETALE DAVVERO INTERESSANTE.


Oristano 20 maggio 2021

Cari amici,

La storia dell’asparago si perde nella notte dei tempi. Si presume che la coltivazione di questa pianta risalga addirittura alla valle dell’Eden (in Mesopotamia), diffondendosi poi, ben più di duemila anni fa, sia nell’antico Egitto che in Asia Minore; successivamente la sua coltivazione si estese in tutto il Mediterraneo. A gradirli in modo particolare furono gli antichi romani, tanto da attrezzare navi apposite, a cui diedero il nome di “Asparagus”, adibite al trasporto a Roma dei germogli di questa pianta. Insomma una passione, quella dei romani per gli asparagi, davvero straordinaria!

Gli asparagi, infatti, arricchivano le grandi tavole imbandite dell’alta nobiltà romana, a partire da quella dell’imperatore, in quanto si pensava che, oltre al piacevole gusto, avessero anche un potente potere afrodisiaco. Effetti particolarmente graditi, dunque, oltre a quelli benefici e curativi sul corpo, a cui ridavano nuova linfa e vigore. Sempre nell’antica Roma, già nel 200 a.C. il grande Marco Gavio Apicio, gastronomo, cuoco e scrittore romano, citava l’asparago, indicandolo come ottimo ingrediente per diverse ricette. Non solo, sia Apicio sia Plinio citano nei loro scritti sia il metodo di coltivazione che il metodo di preparazione, dimostrando di conoscere a fondo questo sapido alimento.

Svetonio, invece, nel De Vita Caesarum svela alcuni segreti sulla cottura degli asparagi secondo i potenti romani: essi li consumavano previa scottatura in acqua bollente; Cesare era solito mangiarli conditi con burro, mentre Augusto, per far comprendere la necessità di far qualcosa velocemente, diceva: “celerius quam asparagi cocuntur” (VELOCE COME CUOCERE ASLARAGI). Ai romani si deve anche la diffusione di questa coltura in diverse altre zone da loro governate, coltura arrivata indenne ai giorni nostri grazie alle tradizioni perpetuate nei monasteri. Dal XV° secolo la coltivazione dell’asparago si diffuse in Francia, mentre nel XVI° raggiunse anche l’Inghilterra. Una cultura davvero gradita, quella dell’asparago, perfezionata a Roma ma che poi si è diffusa e perpetuata nei secoli, e ancora oggi a Roma l’asparago è considerato un ingrediente importante nell’odierna cucina capitolina.

In realtà, amici, i popoli antichi avevano (seppure senza supporto tecnologico) capito bene le grandi virtù possedute dall’asparago, come poi la moderna scienza ha dimostrato;  questo vegetale è ricco di proprietà benefiche e versatili come pochi altri. Povero in calorie, l’asparago è un vero toccasana per la salute: ricco in fibre e vitamine, 100 grammi di asparagi contengono infatti circa 20-22 calorie, con un apporto pressoché assente di grassi (0,23 grammi); le proteine rappresentano il 3,2 per cento della parte edibile; buono il contenuto di fibre, che raggiunge i 2 grammi ogni 100. Un etto di asparagi apporta all’organismo più del 50 per cento della dose giornaliera raccomandata di Vitamina C e addirittura il 95 per cento di folati (o Vitamine B9-B12), indispensabili per garantire il corretto funzionamento dell’intestino e la salute del derma.

Gli asparagi, inoltre, risultano privi di colesterolo e con un indice glicemico bassissimo; aspetto, questo, che fa sì che gli asparagi sono considerati un toccasana per qualsiasi dieta dimagrante o ipoglicemica, e possono dunque essere consumati senza particolari preoccupazioni anche dai soggetti diabetici e ipertesi, per i quali anzi assumono una funzione nutrizionale eccellente. Oltre ad avere un eccellente effetto diuretico, gli asparagi sono i veri protagonisti della cucina di primavera! Tuttavia, come per molti altri vegetali di cui ci nutriamo, anche gli asparagi possono avere delle possibili controindicazioni.

Certamente salutari per l’organismo e ricchi di proprietà nutrizionali, gli asparagi non presentano particolari controindicazioni, se non per quanto riguarda due aspetti che potremmo definire circostanziali e secondari. Il primo è legato al loro potere euforico, che li rende inadatti al consumo nei pasti serali e, più in generale, nei soggetti con disturbi del sonno conclamati. Il secondo è invece relativo all’alto contenuto di acido urico: per questo motivo, infatti, la loro assunzione è sconsigliata per i soggetti con patologie a carico del sistema renale. L’asparago, infine, può provocare meteorismo e flatulenza, come anche l’aglio e la cipolla (tutti vegetali appartengono alle Liliaceae), e dunque il loro consumo eccessivo può essere fonte di fastidio per l’apparato digerente. Il consiglio, in questo caso, è quello di assumerne quantità moderate e, all’occorrenza, placare i fastidi con una tisana al finocchio.

Cari amici lettori, noi in Sardegna possiamo, durante tutta la primavera, gustare questo sapido vegetale in tante maniere: sia cuocendoli al vapore che utilizzandoli per confezionare delle belle frittate, dall’accompagnare un piatto di pasta (come componente di un sugo in bianco), al contorno di un secondo di carne o pesce. Insomma l’asparago è un vegetale da millenni considerato straordinario e benefico per il nostro organismo!

A domani.

Mario

 

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