Oristano 2 gennaio 2021
Cari amici,
Credo che in Sardegna tutti
conoscano Paolo Fresu e ne apprezzino non solo le capacità musicali
personali, ma anche quelle di calamitare ogni anno in Sardegna con il Festival “Time
in Jazz” un notevole incremento turistico. La Regione Sardegna da tempo cerca
di agevolare gli sforzi fatti in campo culturale dai diversi operatori nei vari
settori, privilegiando i più capaci e i più meritevoli, con l’erogazione di
contributi che consentono ai vari gruppi di affrontare al meglio la permanenza
sul mercato. Finora almeno è stato così, ma quest’anno qualcosa è cambiato: si
è evitato di applicare la regola del merito e delle capacità, privilegiando
invece “la sorte”, tipo lotteria: chi prima arriva, prima piglia e chi tardi
arriva male alloggia!
Si amici, di recente
proprio Paolo Fresu, si è sfogato sulla sua pagina Facebook, lamentandosi per l'esclusione
del suo Festival Time in Jazz dai finanziamenti della Regione Sarda, per
l'assurdità delle nuove regole applicate. Nel suo sfogo ha definito “una
vera e propria beffa” la nuova regolamentazione di concessione che, anziché
applicare, in particolare per gli eventi di grande interesse turistico, dello
spettacolo e della cultura, la regola della “qualità”, ha preferito affidarsi
alla classica lotteria del ‘chi prima arriva prima incassa’! Una feroce gara
online sulla velocità di chi riesce a fare clic prima degli altri, e, a
prescindere dal merito, in questo modo si porta a casa il "malloppo".
Incredibile ma vero!
Comprensibile e durissimo l'amaro sfogo di
Paolo Fresu, uno dei più grandi trombettisti jazz al mondo nonché fondatore e
anima di "Time in Jazz", un Festival che ogni anno è in grado
di richiamare in Gallura i più grandi jazzisti operanti nel mondo. La Legge Regionale
che concede i finanziamenti in questo settore, fino allo scorso anno supportava
i grandi eventi dello spettacolo a fronte di un accertato punteggio di merito, mentre
quest’anno la gara di partecipazione è stata aperta a tutti, con la logica del “CLICK
DAY”, un procedimento deplorevole che non tiene conto del merito e delle capacità.
Il risultato è stato un “bando a sportello”, del quale fruiranno 22 soggetti su
164 per un totale di € 750.000 (settecentocinquantamila), denari concessi a chi
ha “depositato prima” la richiesta, cliccando più velocemente degli altri,
senza tenere conto, dunque, di nessuna valutazione di merito.
Con questa procedura è risultato
escluso dal finanziamento il Festival TIME IN JAZZ, nonostante le
promesse fatte in precedenza dall’ Assessorato al Turismo e tra l’altro in un
momento così difficile. La richiesta inoltrata è finita in posizione 50, nonostante
fosse stata depositata on line alle ore 08.00.04, quattro secondi dopo
l’apertura del bando! Uno smacco che avrà pesanti ripercussioni economiche, perché
i € 60.000 (sessantamila) che a quanto pare erano stati promessi non
arriveranno. Non bastavano gli altri problemi, in quest’anno 2020 già di per sé
terribile per molti altri aspetti, e la manca concessione creerà seri problemi
al già magro bilancio, mettendo addirittura in forse la programmazione del 2021.
Cari amici, allo sfogo di
Paolo Fresu hanno risposto in tanti, quelli che conoscono bene le sue capacità
e il suo valore, come Anthony Muroni, che il 5 dicembre sulla sua pagina
Facebook ha riportato alcune parti dell’intervista fatta a Paolo Fresu,
incentrata proprio sulla questione del clic day sull’erogazione dei fondi
regionali per i festival. Ecco quanto riporta Muroni delle dichiarazioni di
Fresu. “…Quando ad aprile, in
pieno lockdown, abbiamo presentato il programma del festival, dando un segnale
coraggioso di ripartenza, abbiamo avuto dalla Giunta un riscontro positivo,
concretizzatosi in una delibera del 7 agosto (due giorni prima di Time in Jazz)
che stabiliva un iter più semplice e la sospensione del meccanismo dello
sportello... poi una delibera del 25 settembre - a Time in jazz chiuso - in cui
clamorosamente si torna allo sportello, dopo che noi ci eravamo esposti
finanziariamente”.
Muroni poi così commenta lo
sfogo di Fresu: ““Se le cose sono andate così è veramente difficile dare
torto a Paolo Fresu. Su L’Unione, l’Assessore dà la colpa allo Smart working:
“Gli uffici non erano in grado di disporre e valutare graduatorie di merito”. Io
non li sopporto, i bandi a sportello e credo che l’Assessorato male non
farebbe, a ripensarci””. Amici miei, che con costanza tutti i giorni mi leggete (spero con piacere), non pensate anche
Voi che dare i soldi pubblici come alla lotteria, senza una preventiva valutazione
di merito, sia una vera e propria bruttura che amareggia un po' tutti? Meditate, gente che abbiamo mandato a governarci, meditate!
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento