Oristano 3 gennaio 2021
Cari amici,
La notizia era nell’aria
da un po’ ma ora è stata praticamente ufficializzata: L’azienda di Mark
Zuckerberg sta investendo in una serie tecnologie che vanno ben oltre
l’ambito dei social network, puntando sull’Intelligenza artificiale.
Zuckerberg, con la sua mente super avveniristica, vorrebbe sfruttare le nuove
tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, per modificare in modo
sostanziale il modo con cui oggi ci si accultura, ovvero studiando sui libri. Tutto
questo in futuro avverrà acquisendo i dati dalle news, già sintetizzati in un
pacchetto, e, in questo modo, i libri serviranno sempre di meno.
Secondo il concetto di
Mark Zuckerberg, gli utenti di Facebook avrebbero la possibilità di
acculturarsi, di accedere al sapere, senza passare tante ore sui libri, ma
usufruendo di “pillole informative” capaci di istruirlo senza perdere
tempo prezioso, addirittura senza sfogliare corpose pagine, ma usufruendo
addirittura anche di sintesi vocali dell’argomento. L’astuta mossa del colosso
americano rappresenterebbe, dunque, una grande innovazione culturale, un nuovo,
innovativo capitolo culturale calato nel mondo dei social, capace di
approfondire la conoscenza nel mondo delle news.
Tempo prima il Patron del
gigante americano dei social fece sostanziose offerte da milioni di dollari
agli editori per poter usare i loro contenuti, ma senza ottenere il successo
sperato. Certo, la “posta culturale” in gioco va ben oltre la semplice
pubblicazione delle notizie, in quanto riguarda soprattutto la gestione del
rapporto con il lettore/utente. Una gestione intesa soprattutto come raccolta
di dati personali dell’utente, che sono il nuovo petrolio dell’economia
digitale. La negazione da parte degli editori all’uso nei social delle “sintesi”
dei contenuti delle loro pubblicazioni, credo che sia giustificata dal fatto
che le sintesi fatte sono spesso approssimative e mal traducono il pensiero di
un qualsiasi autore, che non può certo essere sintetizzato in 4 battute! Il
problema, a ben pensare, in realtà è più serio di quanto appaia in superficie!
La cruda realtà è che purtroppo
nell’attuale mondo informatizzato, viene dedicato sempre meno tempo alla
lettura e all’approfondimento, limitandosi all’essenziale, quello che appare in
superficie. Ricorrere all’intelligenza artificiale, tra l’altro, sta diventando
un pericolosissimo killer dell’intelligenza umana, peggiorando ulteriormente le
cose. Facebook ora, cavalcando questo travaso e ponendosi al servizio
dell’intelligenza artificiale, avvia un processo pericoloso, che farà regredire
ulteriormente quella umana. Un mondo dove l’informazione si apprende da una
sintesi computerizzata, scritta o ascoltata sinteticamente con un dispositivo
vocale, se da una parte costituisce un grande risparmio di tempo (risorsa
sempre più rara nella società contemporanea), distrugge la vera formazione
culturale dell’individuo. Eppure questo acculturamento superficiale risulta già
in essere: servizi di tipo sintetico, forniti dall’intelligenza artificiale
sono già da tempo disponibili, con audiolibri e programmi di sintesi sui
social, che ben ricordano i vecchi “Bignami scolastici” di una volta,
molto in uso nel secolo scorso.
Che il futuro ci avrebbe
riservato sorprese di questo tipo, in realtà qualcuno lo aveva lucidamente già
previsto nella prima metà del secolo scorso. Nel 1953 Ray Bradbury nel romanzo
di fantascienza Fahrenheit 451 profetizzò un comportamento simile. Nel romanzo,
una squadra di vigili del fuoco si muove non per spegnere i soliti incendi, ma
per bruciare cataste di libri, in quanto diventati ormai inutili. Nel film,
grande esempio di lungimiranza, alla fine sono gli stessi cittadini, plagiati a
dovere, a considerare i libri e i giornali assolutamente inutili, al punto che le
pubblicazioni scritte vengono bruciate da parte delle autorità nell'assoluta indifferenza
generale.
Nessuna differenza,
dunque, tra la mossa di Mark Zuckerberg di affidare all'intelligenza
artificiale la creazione di pillole informative, e quanto teorizzato dal film
di Ray Bradbury nel 1953! Il futuro, a mio avviso, sarà davvero triste, con l’uomo
sempre meno acculturato, in quanto incapace di dedicare del tempo a leggere un
testo scritto, succube dell'intelligenza artificiale che deciderà per lui quali
"pillole informative" gli devono essere propinate! Sarà così
robot-dipendente, da ingurgitare ogni giorno ‘quali e quante’ sintetiche
notizie devono entrare dentro la sua "pillola informativa”, fornitagli dai
social network.
A dare in pasto agli
americani la notizia della nuova iniziativa presa da Facebook è stato BuzzFeed
(BuzzFeed è un sito web d'informazione gestito dall'omonima società
statunitense che distribuisce articoli attinti dalla rete internet). Secondo BuzzFeed
sarebbe stato il direttore tecnico di FB, Mike Schroepfer, ad illustrare il
progetto nel corso di una riunione aziendale. BuzzFeed (che avrebbe ascoltato
la registrazione audio della riunione) ha fornito anche notizie su altri
progetti rivoluzionari sui quali starebbe lavorando l'azienda creata e guidata
da Mark Zuckerberg. Il primo riguarda un traduttore universale, il secondo un
social network in realtà virtuale chiamato Horizon, popolato da avatar e
il terzo (quello più rivoluzionario di tutti) un sensore neurale in grado di
leggere e tradurre in azione i comandi impartiti con la mente. Una sfida grandiosa,
dunque, lanciata a Elon Musk (già al lavoro per la realizzazione del suo
Neuralink) in quella che potrebbe diventare la tecnologia più importante (e
spaventosa) del prossimo secolo.
Amici, non ho parole per
commentare ulteriormente…
A domani.
Mario
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