Oristano 17 gennaio 2021
Cari amici,
Che la terra, a causa del
nefasto comportamento dell’uomo, stia raggiungendo livelli di criticità davvero
preoccupanti è cosa ormai nota. Gli appelli a comportamenti più riguardosi e
meno devastanti continuano, anche se per ora poco si vede come risultati. Eppure
qualcosa in realtà inizia a muoversi, e basterebbe come esempio la recente notizia
che si chiuso il pericoloso “Buco dell’Ozono” in Antartide, per
convincere un po’ tutti ad adottare, in futuro, comportamenti meno invasivi che
mettono in serio pericolo la sopravvivenza dell’uomo sul nostro pianeta.
L’esempio di cui voglio
parlare oggi con Voi è proprio quello che indicavo prima, il “Buco dell’Ozono”,
che, grazie anche a comportamenti diventati un po’ più virtuosi, hanno contribuito a far
chiudere il pericoloso “Buco” che si era creato in Antartide e che aveva raggiunto
il livello record di 24,8 milioni di chilometri quadrati il 20 di settembre
scorso. Un buco immenso che si era diffuso poi su gran parte del continente antartico. Dopo aver
ricevuto la notizia dello scampato pericolo, pubblicata dall'Organizzazione
Mondiale della Meteorologia, il mondo ha certamente tratto un grosso sospiro di
sollievo. I responsabili dell’OMM, nel dare la notizia hanno anche ricordato
che il ‘buco’ era cresciuto rapidamente da metà agosto scorso, e hanno così
commentato: "Abbiamo bisogno di un'azione internazionale continua per
applicare il Protocollo di Montreal, che vieta le emissioni di sostanze chimiche
che riducono lo strato di ozono".
Indubbiamente una bella
notizia quella data dagli scienziati che alla fine dello scorso dicembre, finalmente, il
buco dell'ozono antartico si era chiuso, "dopo una stagione eccezionale a causa delle condizioni
meteorologiche naturali e della continua presenza di sostanze che riducono lo
strato di ozono nell'atmosfera". L’Organizzazione Mondiale della Meteorologia
(OMM-WMO) ha ricordato che "questo enorme buco, è stato il buco più
duraturo e uno dei più grandi e profondi dall'inizio del monitoraggio,
effettuato per la prima volta 40 anni fa". Circa l’analisi delle
cause, ha spiegato l'OMM, è risultato che questo enorme buco è stato provocato
da un vortice polare forte, stabile e freddo, e da temperature molto fredde
nella stratosfera (lo strato dell'atmosfera tra circa 10 km e circa 50 km di
altitudine); gli stessi fattori meteorologici che hanno contribuito al buco
dell'ozono record nell'Artico del 2020. Una situazione in contrasto con il buco
dell'ozono antartico, insolitamente piccolo e di breve durata, che si era verificato nel
2019.
Oksana Tarasova,
capo della divisione di ricerca sull'ambiente atmosferico dell'OMM, ha detto
che "Serve un'azione internazionale; le ultime due stagioni del buco
dell'ozono dimostrano la sua variabilità di anno in anno e migliorano la nostra
comprensione dei fattori responsabili della sua formazione, estensione e
gravità. Abbiamo bisogno di un'azione internazionale continua, per convincere
ad applicare ‘il protocollo di Montreal’, che vieta le emissioni di sostanze
chimiche che riducono lo strato di ozono”.
Antartide |
Insomma, lo strato di
copertura della terra creato dall’Ozono, monitorato ormai da circa 40 anni, ha
dimostrato la necessità di urgenti interventi umani più consoni per la
salvaguardia del pianeta; secondo gli esperti il pericoloso buco creatosi nel 2020 "è
stato tra i più profondi e duraturi". È necessario, dunque, un forte richiamo
alla Comunità Internazionale, per ribadire che tutti debbono “applicare il
protocollo di Montreal”, siglato nel 1987, che vieta le emissioni di sostanze
chimiche che riducono lo strato di ozono.
Cari amici, che il mondo
sia sempre più ostaggio delle ripetute e avventate aggressioni effettuate dall’uomo
è un problema che sta diventando sempre più serio. In particolare i Governi dei
gradi Paesi sviluppati, da Oriente a Occidente, dovrebbero farsi carico
seriamente del problema, perché se non troveranno una soluzione comune, per
garantire nel mondo una buona vivibilità anche alle nuove generazioni, potrà
arrivare presto la fine di questo pianeta, sempre più violentato nei suoi cicli
naturali. Nessuno può pensare di restare escluso da questa responsabilità!
A domani, amici.
Mario
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