Oristano
23 Dicembre 2018
Cari amici,
La tradizione ceramica
di Oristano si perde nella notte dei tempi. Stando alle ultimissime scoperte,
effettuate proprio in questi giorni a Tharros, in quest’antica città (Oristano
in realtà ne è la attuale prosecuzione) è stata rinvenuta una grande fornace
punica con attrezzatura dell’epoca, che testimonia una ricca produzione di vasi
di ceramica e terrecotte. Nell’oristanese, dunque, questa nobile arte risulta
praticata fin dall'antichità, perfezionata poi nei secoli successivi, fino a raggiungere livelli di
altissima qualità.
Ebbene, seppure siano
stati rinvenuti numerosi e preziosi esemplari di un ricchissimo periodo
storico, nella nostra città che da tempo si fregia del titolo di “Città della ceramica” non si era mai riusciti a creare
un apposito museo che testimoniasse e documentasse l’evoluzione di questa
straordinaria arte. Finalmente, dopo una lunga attesa, ora si è giunti in
porto: Venerdì 21 Dicembre il Centro di documentazione sulla ceramica, da tempo
atteso, ha visto la luce, provvisoriamente allocato nell’Hospitalis Sancti
Antoni, in attesa di una sede più degna e idonea.
Per festeggiare in modo
adeguato la nascita di questo particolare museo, a cui è stato dato il nome di “Terracotta”, è stato allestito un
convegno, svoltosi nell’Auditorium dell’Hospitalis, che ha visto la
partecipazione di un pubblico numeroso, proprio quello delle grandi occasioni.
Con il Sindaco Andrea Lutzu erano presenti l’Assessore Pupa Tarantini,
l’ambasciatore dell’AICC (Ass.ne Italiana Città della ceramica) Giuseppe Sanna,
il Curatore di Terracotta Antonella
Casula, e i ricercatori Walter Tomasi, Ivo Serafino Fenu e Gio’ Murru.
“Per Oristano è un
momento importante, hanno detto con orgoglio il Sindaco
Andrea Lutzu e l’Assessore all’Artigianato Pupa Tarantini; con questo Centro di
documentazione la città, che vanta una secolare tradizione nel campo della
ceramica, ora può promuovere meglio questa nobile arte, che può essere meglio
conosciuta e studiata e naturalmente ulteriormente valorizzata”.
Ha aperto il convegno
Pupa Tarantini, che si è dichiarata soddisfatta del fatto che ora la millenaria
storia della ceramica oristanese ha finalmente una casa, aperta agli oristanesi
ed agli studiosi, dove questa nobile arte può essere rivissuta e toccata con
mano, a dimostrazione della grande arte e creatività dei propri figoli, ai
quali Oristano ha dedicato la via dove per secoli hanno esercitato l’attività:
via Figoli, appunto. Un tempo, in questa via a ridosso della Chiesa di S. Sebastiano,
era costantemente presente, davanti alle case-laboratorio, una vastissima
esposizione dei manufatti prodotti.
Dopo i saluti portati
da Giuseppe Sanna, che rappresentava l’Associazione città della ceramica, ha
il preso la parola la coordinatrice del progetto Terracotta Antonella Casula, che, dopo aver portato i saluti del Soprintendente
archivistico per la Sardegna Stefano Vitali (assente per indisposizione), ha
ricostruito il percorso che ha portato alla nascita del Centro di
documentazione, che costituirà un vero polo didattico, con funzione non solo
conoscitiva ma educativa, essendo in realtà un museo a tutto tondo, che conterrà anche una vasta documentazione cartacea a testimonianza dell'evolversi di questa nobile arte. Questa funzione
didattica è apparsa ancora più chiara dopo la proiezione del trailer del documentario
“Terra Strangia”, realizzato da Cinzia Carrus e Nicola Marongiu.
All’intervento
di Antonella Casula è seguito quello di Walter Tomasi, che ha focalizzato la sua
attenzione sull’attività medioevale della lavorazione della ceramica e su quella successiva (18° secolo), svolta dagli appartenenti all'apposita Corporazione (allora chiamata
Gremio), entrando nei dettagli delle regole stabilite nello Statuto dei "Figoli", settore professionale che
allora era considerato principale, secondo solo al Gremio dei contadini, in quanto dopo l'alimentazione, la conservazione dei cibi era ritenuta essenziale. Tomasi ha evidenziato anche i
rapporti con l’Autorità (allora rappresentata dal Podestà e dal Viceré), il rigido controllo dei prezzi (calmierati per Oristano e superiori nelle altre piazze dell'Isola), nonche le ferree regole che stabilivano gli obblighi tassativi, anche religiosi e di mutuo soccorso, in capo agli appartenenti ai Gremi.
Dopo i saluti del
Sindaco, arrivato con un certo ritardo a causa dei suoi impegni istituzionali,
ha parlato Ivo Serafino Fenu. Lo studioso ha ripercorso la storia della Scuola
d’Arte ceramica ad Oristano, iniziata nel 1925 da Francesco Ciusa. Su questo argomento,
chi è curioso, può andare a leggere quanto da me scritto su questo blog pochi
giorni fa, il 15 Dicembre; ecco il link che ricostruisce la storia di questa
scuola, comprese le interessanti iniziative di oggi. Ecco il link: https://amicomario.blogspot.com/2018/12/oristano-citta-della-ceramica-e-ancora.html.
Infine Giò Murru, con
la sua solita, sagace ironia, ha fatto una bella riflessione sul reale
significato della ceramica. “Una
ceramica è solo una ceramica?” Questo l’interrogativo posto agli
ascoltatori. “No di certo”, ha continuato, in quanto è
cultura, tradizione, arte, e l’Istituto d’arte è il volano per realizzare tutto
questo. Nel passato questo prezioso patrimonio si è arricchito con gli apporti di
tante presenze eccellenti, tra cui quello del grande Antonio Corriga.
Insomma, cari amici,
devo dirvi che ho partecipato volentieri a questo interessante convegno ed alla
successiva inaugurazione, fatta dal Sindaco Lutzu e dall’Assessore Tarantini.
Ora anche Oristano ha il suo Centro di documentazione sulla ceramica, un luogo
dove chi lo visita potrà rendersi conto che il figolo, non è stato e non è solo un artigiano ma
un vero artista, capace di creare capolavori, che hanno fatto la storia di ieri e continuano a
farla per bene anche oggi. Il Centro risulterà utilissimo soprattutto ai giovani: perché essi potranno essere stimolati a intraprendere e continuare questa nobile arte; via, quella di coinvolgere i giovani, portata avanti anche dal Liceo Artistico oristanese, come potrà verificare chi andrà a leggere il mio post prima richiamato. L'auspicio è che le nuove generazioni
continuino, ad Oristano, a creare grandi capolavori anche in futuro.
A domani, amici.
Mario
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