venerdì, dicembre 28, 2018

"PRESIDENTE, QUESTA ITALIA FA FUGGIRE I MIGLIORI"! QUESTO L’APPELLO FATTO DA TOMMASO SACCONI, STUDENTE DELLA SCUOLA SUPERIORE DI PISA, AL PRESIDENTE DELLA BCE MARIO DRAGHI.


Tommaso Sacconi e il Presidente Mario Draghi
Oristano 28 Dicembre 2018
Cari amici,
Tommaso Sacconi è un ragazzo che studia alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Non è solo uno studente modello, ma anche uno tosto, che non ha peli sulla lingua, come ha potuto constatare anche il numero uno della BCE Mario Draghi. Il Presidente della BCE, il 15 Dicembre scorso era ospite alla Scuola Superiore di Pisa all’inaugurazione dell’anno accademico, dove avrebbe anche ricevuto l’ennesima laurea honoris causa.
Nell’Aula Magna, mentre Draghi era seduto in prima fila in attesa di tenere la sua Lectio Magistralis, la scaletta degli interventi prevedeva prima quello del Rappresentante degli studenti e poi quello del Rettore. Prendendo la parola, lo studente Tommaso Sacconi, giovane 21enne di Roma al quarto anno di Scienze politiche, inizia con grande sicurezza il suo discorso. Seppure occhialuto e dall’apparenza timida, non sembra affatto intimorito dalla presenza dell’illustre personaggio.
Sacconi, rivolgendosi al Presidente Draghi in modo molto diretto e con voce ferma gli dice: «Presidente, come possiamo aiutare il nostro Paese, se a volte sembra fare di tutto per impedircelo? Faccio parte di una generazione smarrita, che vive nell’angoscia per il futuro. Una risposta molto comune è la fuga. Molti dei migliori studenti inizieranno la carriera in un altro paese». 
Il suo discorso è lucido e chiaro: senza giri di parole dice a voce alta che in Italia i migliori fuggono! Non nega che l’Europa sia una risorsa e non un peso, in quanto è senz’altro capace di accogliere chi è bravo e capace, ma l’abbandono dei bravi e dei più capaci, da parte dei Paesi d’origine non è certo un bene.  
Tutto questo, ha continuato imperterrito Sacconi, è dimostrato dai molti cervelli che lasciano l’Italia, in fuga verso altri Paesi più accoglienti del nostro. Questa mobilità, che in realtà significa un non ritorno, non è certo un bene, in quanto la mobilità forzata è una sconfitta per il Paese che la subisce. A dargli manforte anche il Rettore Pierdomenico Peralta, che, collegandosi a quanto detto dallo studente, evidenzia che in Italia il Governo ha ulteriormente tagliato del 17 per cento i fondi all'Università, mentre invece la Germania (Paese dove convergono molti dei nostri migliori studenti) li ha aumentati del 40% nonostante i tempi di crisi.
Draghi ha ascoltato con attenzione e, quando è arrivato il suo turno, ha detto: «Sono grato per questo invito, sia per il prestigio che questa Scuola ha, ma anche per le parole che ho sentito pronunciare questa mattina, a cui posso rispondere essenzialmente con queste parole: ci vuole coraggio per affrontare il futuro e le vostre parole mi consentono di sentirmi ancor più italiano». Draghi nel suo discorso ha invitato gli studenti a buttare il cuore oltre l'ostacolo, perché "senza coraggio non si va da nessuna parte". Un coraggio, ha rimarcato, che può essere attinto e supportato dalla solidità dell'euro, che a Gennaio compirà 20 anni: "l'appartenenza alla moneta unica gioca un ruolo fondamentale per i Paesi europei che ne fanno parte, in virtù del suo ruolo di ‘stabilizzatore’ delle economie, soprattutto nelle fasi recessive".
Draghi, continuando il suo discorso, ha ammesso di seguire con attenzione il difficile momento che attraversa l'Italia; da amministratore imparziale, ha anche ricordato che pochi giorni prima era intervenuto, come BCE, a ritoccare al ribasso, dopo un’attenta analisi, le stime di crescita dell’Italia. 
Nella sua Lectio Magistralis, incentrata proprio sul fattore crescita e sui presunti vantaggi della sovranità monetaria, in realtà c’era molta Italia; una Lectio lunga 12 pagine, letta e rimarcata in 50 minuti di implacabili e tecnicissime bastonate sulla discutibile manovra gialloverde e sulle pericolose sirene “no euro”. Nei confronti di chi è scettico sull’euro Draghi è stato impietoso. "L'Unione monetaria ha avuto successo sotto molteplici aspetti", ha ribadito, anche se è vero che "non ha prodotto i risultati attesi in tutti i Paesi"; ciò, ha ribadito, è però in parte "il risultato di scelte di politica interna", oltre che "il risultato di un'Unione monetaria incompleta", per cui sarebbe auspicabile portarla a compimento, a partire dall'unione bancaria.
Nella sua lucida esposizione Draghi ha anche detto che "la moneta unica ha permesso a diversi Paesi di recuperare sovranità monetaria rispetto allo SME, ovvero quando "le decisioni di politica monetaria erano prese dalla Germania", mentre "oggi sono condivise da tutti i Paesi". Ha infine focalizzato la sua attenzione sulla “sua Italia”. In relazione alla situazione corrente, che vede l’Italia premere verso l’UE per avere l’avallo ad adottare misure in deficit per il bilancio pubblico, Draghi ha confermato la sua contrarietà; “La storia dell'Italia ha dimostrato che il finanziamento monetario del debito pubblico non ha portato a reali benefici a lungo termine”.
Al termine del dibattito l’azzardato studente Tommaso Sacconi, occhiali alla Harry Potter, magro e allampanato, con l’abito buono un po’ abbondante sulle spalle secche, ma con un forte bagliore nello sguardo e il ciuffo lievemente scapigliato, è stato a lungo preda dei Media. Ha dichiarato che certo non si aspettava la positiva risposta data da Draghi alla sua provocatoria domanda. «Be’, in effetti mi ha emozionato, poi però, nel cortile, mi ha stretto la mano; certo, un sorriso e una foto veloce, in quanto doveva scappare: è un uomo sempre pieno di impegni».
Cari amici, credo che le parole di Draghi, espresse con convinzione e determinazione a Pisa, siano un concreto e severo monito per la nostra economia. Pensare di portare avanti iniziative senza avere le coperture sufficienti, ovvero in deficit, credo che alla fine sia un rimedio peggiore del male. Speriamo che i nostri timori non si concretizzino...
A domani, amici.
Mario




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