sabato, dicembre 08, 2018

IL PANE FRESCO: FINALMENTE UNA NORMA CHE LO TUTELA E LO DISTINGUE DA QUELLO PRE-COTTO E SURGELATO.


Il pane sardo: bontà di Sardegna!
Oristano 8 Dicembre 2018
Cari amici,
Il pane è un alimento di importanza strategica nell’alimentazione umana, e nel tempo in ogni Regione le popolazioni si sono adoperate in modo eccellente per renderlo il migliore possibile. La Sardegna in questo campo ha raggiunto livelli di eccellenza che hanno ben presto superato i confini regionali e anche nazionali, come per esempio con il “pane carasau” che ha varcato da tempo i confini arrivando in Europa e oltre.
Col passare del tempo, però, la grande industria, in particolare al giorno d'oggi con il commercio strettamente legato alla globalizzazione, ha creato delle moderne metodiche di fabbricazione che hanno snaturato la millenaria, genuina, arte di fabbricazione del pane. Agevolate dalle tecnologie sempre più avanzate, alcune industrie pre-confezionano il “prodotto pane” in modo sotto certi aspetti abnorme: preparato e poi semicotto in grandi quantità questo pane, con l'aggiunta di diversi additivi, viene surgelato e distribuito nelle catene alimentari di diverse nazioni, ben lontane dal luogo di produzione.
Qui questo prodotto surgelato, previo scongelamento e dopo aver subito una seconda cottura che completa la semi-cottura iniziale, viene messo in commercio negli scaffali riservati al pane, insieme a quello prodotto giornalmente dai produttori locali, creando confusione e, considerato il prezzo, anche concorrenza sleale, visto che non viene dichiarata la sua origine e i processi di conservazione utilizzati.
Ora, però, è arrivato lo stop al pane surgelato spacciato per fresco. Una recente norma nazionale (il Decreto 131 del 1° Ottobre 2018), che entrerà in vigore a partire dal prossimo 19 Dicembre, impone alle rivendite di separare i prodotti, specificando il tipo di produzione e di conservazione. Il Decreto Interministeriale recentemente approvato impone alle rivendite di tenere separati i prodotti (fresco e surgelato) specificandone le differenze. La norma prevede che potrà chiamarsi “fresco” esclusivamente il pane “preparato secondo un processo di produzione continuo, privo di interruzioni finalizzate al congelamento o surgelazione, privo di additivi conservanti e di altri trattamenti aventi effetto conservante”.
In Sardegna la norma potrà tutelare finalmente i 930 fornai della Sardegna. Stefano Mameli, Segretario Regionale della Confartigianato, ha dichiarato: “I consumatori potranno scegliere tra l’ottimo prodotto sardo e quello proveniente da altre nazioni europee”. I quasi mille forni sardi presenti in Sardegna, che quotidianamente, sfornano Civraxiu, Coccoi, Moddizzosu ma anche rosette, schiacciatine, baguette, bananine e lingue, senza dimenticare il pane alla ricotta o quello con le olive, possono ora finalmente tirare un sospiro di sollievo.
Si, amici, un sistema, quello dei panifici sardi, che quotidianamente sforna circa 3.000 quintali di prodotto, per un totale annuo che sfiora le 110 mila tonnellate, costantemente sotto attacco da parte del surgelato che arriva dall’estero o da altre regioni d’Italia, oltre che dalla concorrenza sleale e dagli abusivi.
“Finalmente i consumatori potranno trovare separato il “pane fresco sardo” da quello proveniente da altre zone d’Europa, che peraltro, spesso, ha prezzi al consumatore addirittura più elevati”, ha commentato a caldo Stefano Mameli. Ora, il pane confezionato che ha subito un “processo di congelamento o surgelazione” o contiene “additivi conservanti” non potrà più essere venduto come fresco e in etichetta dovrà essere riportata l’indicazione “Conservato” oppure “A durabilità prolungata”. Cambierà anche la disposizione nei diversi scomparti: il prodotto “conservato” dovrà essere posizionato in scomparti diversi da quello dove viene collocato il “pane fresco”.
Per i commercianti abituarsi alla nuova normativa non sarà facile; perciò sarà necessario vigilare e, certamente, anche i consumatori faranno bene ad essere vigili e attenti, segnalando le eventuali trasgressioni alla normativa. Confartigianato Sardegna ha colto l’occasione anche per ritornare sulla Legge Regionale sul marchio di tutela del pane fresco sardo.
«Abbiamo apprezzato il lavoro svolto dall’Assessorato Regionale all’Artigianato – ha commentato Stefano Mameli – che, anticipando i tempi della normativa nazionale, attraverso il logo “pane fresco”, ha disciplinato in maniera organica l'attività di produzione e di vendita del pane e le sue tipologie tipiche. E’ proprio di questi giorni un’accelerazione sia sull’elenco dei produttori autorizzati ad utilizzare il marchio, sia sulla procedura per la richiesta del marchio attraverso il SUAPE sia sulla campagna di comunicazione che la Regione si appresta ad avviare”. Tale intervento sul settore della panificazione – ha proseguito Mameli – è importante perché tutela i panificatori e garantisce gli acquirenti, mettendo entrambi al riparo dalla concorrenza sleale da parte di produttori che nulla hanno a che fare con la Sardegna e le sue specialità».
Cari amici, ho già detto mille volte, anche su questo blog, che personalmente ho, nei confronti del pane, un rispetto assoluto. Queste nuove disposizioni vanno certamente per il giusto verso, perché il pane è davvero un prodotto da tutelare e proteggere, in particolare quello sardo, sicuramente tra i migliori al mondo!
A domani.
Mario

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