Oristano 27 Dicembre 2018
Cari amici,
Una recente indagine
statistica, elaborata su un campione di oltre duemila giovani, ha messo in
evidenza differenze comportamentali significative tra i giovani del Sud e
quelli del Nord. L’indagine è stata ideata e realizzata dal professor Carlo Foresta, Presidente della Fondazione Foresta Onlus, ed ha avuto
come protagonisti studenti della zona di Lecce e di Padova. Il professor
Foresta, rispondendo alle domande poste dai media sull’esito della ricerca ha
affermato: "Paragonando gli esiti all’identica ricerca fatta a Lecce e a
Padova, sono emerse diverse differenze; i giovani del Sud, per esempio,
consumano significativamente più marjuana, le ragazze del sud appaiono più
disinibite e i ragazzi del nord sembrano avere meno interesse per la
sessualità".
Sicuramente differenze
significative quelle rilevate, considerando che al Sud Il disagio giovanile si
concretizza sessualmente con l’abuso di pornografia on line, con l’utilizzo
di droghe (soprattutto marijuana), con l’alcool e con le avventure sessuali non
protette. Trend ben diversi, dunque, tra Nord e Sud, che invitano a fare delle attente riflessioni. Nello
studio prima citato, questa doppia
ricerca, effettuata dagli studiosi dell’Università di Padova coordinati dal
Prof. Foresta, è partita dall’analisi e successiva valutazione dei profili di
1.426 studenti veneti, confrontando poi i dati con quelli di 891 studenti pugliesi.
Il progetto di
prevenzione andrologica “DiGit-Pro”
è stato promosso, come detto prima dalla Fondazione Foresta. "Gli stili di vita sono
per il sistema endocrino-riproduttivo dell’uomo fattori di rischio per
l’infertilità e per il funzionamento endocrino del testicolo e per la
sessualità", ha spiegato ai cronisti il professor Carlo Foresta. Tutti
i dati ricavati dall’indagine sono stati poi presentati nel corso di un
convegno al Castello Carlo V di Lecce (tenutosi da Venerdì 30 Novembre a Sabato
1 Dicembre).
Analizzando i dati in
dettaglio, si è rilevato che le nuove generazioni hanno fatto dei grandi passi
avanti, in particolare nell’uso di una ‘sessualità più disinvolta’. Se è vero
che di sesso si continua ancora a non parlare in famiglia, la realtà è che comunque
si fa, spesso e volentieri, ma fuori di casa, con in più l’handicap della mancata
conoscenza delle malattie e delle relative protezioni. In famiglia mancano infatti
gli scambi informativi, sia sulla sessualità che sulle malattie del sistema
endocrino-riproduttivo e sessuale (ritenuti di scarso rilievo dai giovani
leccesi per il 68,7% degli intervistati, contro il 62,9% di quelli di Padova).
In genere, i giovani leccesi, rispetto ai coetanei padovani, considerano le
istituzioni come la famiglia, gli insegnanti e i medici, di scarso riferimento
per l’approccio a queste tematiche.
Quanto all’alcool, fumo
e droghe, i giovani del Sud superano abbondantemente nel consumo i loro
coetanei del Nord. Nei giovani leccesi vi è una maggior abitudine al fumo di
sigarette (43% contro 37%), che si riscontra in ugual misura tra maschi e
femmine. Vi è un incremento del consumo di alcolici nel fine settimana, e un
incremento nell’uso di sostanze stupefacenti, soprattutto marijuana. Dato
interessante: le ragazze di Lecce dichiarano di assumere sostanze stupefacenti
di gran lunga più frequentemente rispetto alle giovani ragazze padovane, ma
addirittura più frequentemente degli stessi maschi leccesi.
Tornando alle sfera
sessuale, i giovani di Lecce manifestano una maggior propensione ad avere
atteggiamenti a rischio: quasi il 50% dichiara di avere rapporti non protetti,
rispetto al 35% dei coetanei di Padova. Questi atteggiamenti si riflettono
anche nella scarsa attenzione alla contraccezione, e nel già frequente uso, sia
a Lecce che a Padova, della pillola del giorno dopo. Causa principe, a mio avviso, la scarsa o nulla relazione informativa che si ha nell'ambiente familiare tra gli adolescenti e i genitori, che, seppure consapevoli del rischio, continuano a ignorare il necessario dialogo.
Quanto al “porno on
line”, sia i ragazzi padovani che quelli leccesi, lo usano con una frequenza
addirittura crescente. Le motivazioni più comuni raccolte nell’indagine sono
costituite nei maschi da difficoltà erettive e assenza di desiderio sessuale, a
causa della sempre più alta emancipazione femminile, manifestata con
atteggiamenti molto disinvolti che spiazzano il partner, tanto da creargli un senso
di inibizione, che poi può diventare patologia quando la sessualità
multimediale prende il sopravvento. Tutto questo ha comportato un costante
aumento dei collegamenti ai siti pornografici, dichiarato nella grande
maggioranza dei maschi, sino al 90%; pornografia in realtà usata sia dai maschi che dalle
femmine per praticare l’autoerotismo, che è diventato anche molto frequente
(90% nei maschi, 43% nelle ragazze).
Cari amici, sotto certi
aspetti quest’interessante indagine ha indotto molti di noi, appartenenti alla generazione precedente, a fare delle serie
riflessioni. Il Sud, rimasto per tanto tempo arretrato, disinformato, ancorato
ancora sotto molti aspetti ai riti della civiltà contadina, ha improvvisamente
rotto gli argini. Un tempo, in particolare da noi in Sardegna, era difficile
uscire con una ragazza prima che nelle due famiglie fosse ufficializzato il
fidanzamento; sposarsi allora significava avere il benestare familiare, in
quanto una famiglia voleva conoscere per bene l’altra, prima di dare il benestare. Non per niente si era
coniato il detto “Donne e buoi dei paesi tuoi”.
I giovani, però, si sono decisi a dare uno strappo: sono voluti uscire
violentemente da questa arcaica barriera protettiva, agevolati anche dall’informazione
ormai presente in tempo reale, a 360 gradi, che si può trovare in particolare on line. Si, amici, in realtà lo strappo fatto dalla gioventù di oggi sulle antiche consuetudini corrisponde, in senso metaforico, alla rottura della gabbia, all’apertura
del cancello, che rende libero chi per troppo tempo vi è rimasto ingabbiato, consentendogli finalmente di volare libero con le proprie ali. Qualcuno certo
pagherà cara questa libertà (proprio perchè poco informato sulle tecniche necessarie per il volo sicuro), ma siccome "sbagliando s'impara", potrà risultare salutare per le generazioni
successive!
In realtà la mia
convinzione è che l’esperienza vera la si fa sui propri errori, non su quelli
degli altri.
A domani.
Mario
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