Oristano
19 settembre 2016
Cari amici,
Il declino di Oristano
appare ogni giorno più evidente! Anche per uno dei mesi che una volta in città “contavano”
(mi riferisco a quello di Settembre), pare calato il velo dell’oblio. Siamo arrivati,
purtroppo, al “c’era una volta…”, e questa débâcle la possiamo attribuire sia
alla Sagra di Santa Croce, in considerazione dei grandi festeggiamenti civili di cui godeva
ampiamente, sia alle altre manifestazioni che popolavano il mese, che, partendo dalla Festa
della Madonna del Rimedio, costruivano un percorso completo, dando a questo
particolare periodo dell’anno il famoso appellativo di “Settembre Oristanese”.
Ho già avuto modo,
proprio questi giorni, di riferire su questo blog della Sagra di Santa Croce 2016 appena conclusa (il link per leggerlo è:
http://amicomario.blogspot.it/2016/09/oristano-e-la-sua-festa-di-santa-croce.html
), evidenziandone la sopravvivenza praticamente per la sola parte religiosa della manifestazione, cosa quest'ultima tenuta in vita solo grazie
all’incessante azione dei Frati Minori Conventuali e della Comunità religiosa
diocesana. La domanda che molti cittadini di Oristano oggi si pongono è: perché
ogni giorno che passa le antiche gloriose tradizioni della nostra città vanno
scomparendo? La risposta non è né facile né semplice. Però, più che la
mia semplice considerazione, vorrei che leggeste quella ben più qualificata di
Beppe Meloni, che la realtà di Oristano la conosce molto meglio di me. Ecco una
sua recente riflessione.
C’era una volta la
sagra di Santa Croce…
Di Beppe Meloni
C'era una volta la sagra di Santa Croce... Raccontando la vecchia
Oristano del passato, per scoprirla alle luci del primo mattino, “quando era
una piccola città, racchiusa nel suo scrigno antico, tra case di fango povere,
palazzi di pietra signorili e vistosi resti medioevali”, lo scrittore Giorgio
Farris, “oristanese illustre”, amava ricordare i riti e i festeggiamenti della
Madonna del Rimedio e Santa Croce. Che a settembre, a “cabudanni”, coincidevano
con l'inizio dell'anno agrario, e hanno sempre rappresentato un atteso momento
di aggregazione corale di scambio e crescita culturale.
Ma dei tradizionali festeggiamenti del “Settembre Oristanese” di un
tempo ormai scomparso, quello, per intenderci, anni Cinquanta o giù di lì,
confezionati dalla premiata ditta, Francesco Bianchina, Giannino Martinez e
Antonio Loi, un vecchio atleta cagliaritano trapiantato in città, non è rimasto
proprio nulla. A quei tempi, il cavallo era il protagonista della Sartiglia ma
anche della Sagra di Santa Croce, e l'accoppiata corse al galoppo a Sa Rodia e
fiera del bestiame al foro boario di “pratz'e is bois” funzionava alla grande.
Erano scarsi allora i patrocini, e le sponsorizzazioni non si sapeva
ancora bene cosa fossero. A tutto provvedeva un gruppo di appassionati con
un'organizzazione di autentico volontariato dei vari Salvatore Manconi, Luciano
Loddo, Rodolfo Manni, primo presidente della “Pro Loco”, Geppetto Loffredo e
l'onnipresente Francesco Bianchina, che si è letteralmente “inventato” quel
circuito motociclistico internazionale sull'anello di Torre Grande che ha
richiamato sempre grandi folle.
Ma il clou della sagra settembrina era la tre giorni di corse al
galoppo sull'improvvisato anello di Sa Rodia. Dal Duemila ha funzionato per
oltre un decennio l'associazione culturale “Santa Croce”, grazie all'attivismo
di un gruppo di irriducibili. Con sottoscrizioni pubbliche e l'intervento del
Comune, ha cercato di riportare la sagra agli splendori di un tempo.
Distribuendo alcune migliaia di copie del “Diario di Santa Croce “, numero
unico per dodici edizioni. Oggi custodi della sagra sono i Padri Conventuali di
San Francesco, e a “pratz'e is bois” resistono a fatica la sagra del muggine
arrosto e le gare poetiche. E un misto di nostalgia e voglia di antichi fasti
sembra levarsi tra i canti sardi e il fumo accecante nelle calde notti settembrine.
Beppe Meloni
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Cari amici, la Oristano
del passato Giudicale appare sempre più lontana, considerato che anche quella
ben più recente sta diventando solo un ricordo. Per ora a consolarci ci è rimasta La Sartiglia di
Febbraio, unica sopravvissuta dei luminosi fasti del passato… , ma fino a qquando? Speriamo che anche questa non entri nell'oblio!
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento