Oristano
14 Settembre 2016
Cari amici,
La nostra terra (in
questo caso mi riferisco proprio al suo significato letterale: il suolo) è davvero, per
mille ragioni, benedetta da Dio. Forse per la felice ubicazione geografica, per
la temperatura ottimale, per la ricchezza dei minerali presenti nel suolo, ma
tant’è che le culture praticate nella nostra Isola sono davvero delle
eccellenze, che danno prodotti praticamente unici, che in pochi possono vantare. In questo caso particolare,
parliamo della coltivazione della vite, che viene praticata, nelle sue varie
specificità, sia al Nord che al Centro e al Sud.
Da queste uve nascono
grandi vini, che risultano sempre più apprezzati in tutto il mondo. Per la
valutazione dei vini esistono diversi organismi, uno dei quali (certamente fra
i più importanti) è il così detto “GAMBERO ROSSO”, che ogni anno stila una rigorosa
classifica attestante le caratteristiche e di conseguenza il gradimento di ogni
vino esaminato. I vini sardi sono stati positivamente valutati già da diversi anni dal
Gambero Rosso, anche se fino a sette anni fa la qualità produttiva della
Sardegna si trovava a rincorrere quelle delle altre regioni.
Col tempo, invece, l’Isola
ha fatto un bel salto di qualità e negli ultimi anni la produzione vinicola si
è collocata molto più in alto. L’anno scorso furono ben 13 i vini sardi che conquistarono
i Tre Bicchieri del Gambero Rosso.
Sette vini rossi e sei bianchi quelli che ottennero il massimo riconoscimento
della guida «Vini d'Italia». Quest’anno la valutazione massima dei tre
bicchieri ha riguardato 12 vini, con diverse conferme e alcuni nuovi ingressi.
Si, sono 12 le
etichette sarde che hanno conquistato i Tre Bicchieri nella guida Vini d'Italia
del Gambero Rosso 2017, riferite ad un’annata vinicola che, tutto sommato, si è
rivelata decisamente buona, nonostante le alte temperature. Se si osservano i
vini premiati, ma anche la moltitudine delle etichette che conquistano le
finali o i Due Bicchieri, si ha la conferma che la strada qualitativa intrapresa diversi
anni fa sta raggiungendo il suo scopo.
Il percorso di
miglioramento è stato basato in particolare sui grandi vitigni della
tradizione, coltivati però solo nelle zone in cui vale veramente la pena
operare, al fine di produrre vini di alta qualità che possano ben figurare nei
mercati globali. In questo modo, nonostante le varietà di denominazioni
regionali (che non riescono a valorizzare, comunque, i territori più piccoli e
circoscritti), gli assaggi di quest’anno ci consentono di dimostrare che quei
territori sono particolarmente vocati.
I 12 vini premiati in
quest’annata sono risultati davvero eccellenti, nonostante una stagione capricciosa, poco equilibrata e quindi non ai livelli della precedente; vini certamente piacevoli, sebbene non troppo adatti all’invecchiamento
preferibilmente da consumare nel breve periodo. Ecco l’elenco dei 12 “campioni” premiati con
i tre bicchieri:
Alghero
Torbato Terre Bianche Cuvée 161 2015 Sella & Mosca, Barrile 2013 Contini, Cannonau di Sardegna Cl. D53 2013 Dorgali,
Cannonau di Sardegna Cl. Dule 2013
Gabbas, Cannonau di Sardegna Senes Ris. 2012
Argiolas, Capichera 2014 Capichera, Carignano del Sulcis 6 Mura 2011 Giba, Carignano del Sulcis Buio Buio Ris. 2013 Mesa,
Falconaro 2011 Dolianova, Latinia 2010 Santadi, Vermentino di Gallura Sup. Sciala 2015
Surrau,, Vermentino di Sardegna Stellato
2015 Pala.
Tra i bianchi, fa piacere riscontrare ottime
perfomance non solo della nota Gallura, ma anche di altre zone come il
Campidano o il nord ovest dell’Isola. Sui rossi netta affermazione del Cannonau
di Sardegna nelle zone ad alta vocazione (dall’Ogliastra alla Barbagia,
passando per il sud), risultati soddisfacenti arrivano dal Sulcis col Carignano
e belle sorprese da altri autoctoni, purtroppo non disciplinati da
denominazioni, come nieddera o barbera sarda. Riguardo ai premi non mancano sia
conferme sia novità.
La Sardegna consolida,
giorno dopo giorno, la bontà dei suoi vini, diventati una vera e propria
garanzia anno dopo anno. Tra questi senza dubbio il Cannonau di Sardegna Dule
di Gabbas o il Capichera dell’omonima azienda di Arzachena, così come il
Vermentino di Gallura Sciala di Surrau, lo Stellato di Pala (buonissimo
Vermentino di Sardegna), i Carignano del Sulcis di Mesa e Giba e il D53, grande
esempio di Cannonau ogliastrino. Ottimo
risultato inoltre per il Barrile di Contini (ottenuto da uve nieddera) e
per il Cuvée 161 di Sella & Mosca (frutto dell’uva torbato). Rappresentano
invece delle vere novità ben tre vini: il Senes ’12 di Argiolas, alla sua prima
annata: è un Cannonau che affascina per tipicità ed eleganza; il Falconaro ’11
è ottenuto da un blend da uve tradizionali e fa sì che la Cantina di Dolianova
conquisti per la prima volta l’ambito premio; grandioso, infine, il Latinia ’10
di Santadi, che dimostra quanto sia grande il potenziale sardo nel produrre
vini dolci da uve passite.
Cari amici, la
curiosità per i vini sardi, è in costante aumento, perché l'Isola con la sua
particolarissima conformazione del sottosuolo e il suo microclima riesce a
trasmettere ai suoi vini quelle caratteristiche uniche di biodiversità, che ne
fanno dei prodotti praticamente unici. Ad majora!
A domani.
Mario
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