Oristano
15 Settembre 2016
Cari amici,
I Giochi olimpici dell’antichità
(storicamente il loro inizio avvenne nel 776 a.C. anche se la loro origine fu
certamente più antica), si celebravano, in onore di Zeus, nella città sacra di
Olimpia. Si svolgevano ogni quattro anni nei mesi estivi, ed erano considerati
i più solenni in assoluto fra quelli celebrati dal popolo greco. Tra gli altri importanti,
infatti, vi erano i Giochi pitici, in onore di Apollo Pitio, che si celebravano
a Delfi il terzo anno da ciascuna Olimpiade (cioè il periodo tra due Giochi
olimpici), i Giochi nemei, in onore di Archemoro, figlio del re di Nemea, che
si celebravano ogni secondo e quarto anno dall’Olimpiade e i Giochi istmici, in
onore di Poseidone, che si celebravano anche questi ogni due anni sull’istmo di
Corinto. Vi erano poi anche una serie di giochi minori di carattere locale, tra
i quali c’erano i Giochi panatenaici che si svolgevano ad Atene, a partire dal
566 a.C., in onore di Atena Pallade.
Simbolo di pace e non
di guerra, in quanto la competizione sportiva insegnava a prevalere
pacificamente, ricreando convivenza e armonia fra i popoli che vi partecipavano,
i Giochi olimpici raggiunsero l’apice verso la fine del 5° secolo a.C. e
proseguirono per tutta l’epoca romana, fino al 393 d.C., quando furono vietati
dall’imperatore romano cristianizzato Teodosio I perché ritenuti uno spettacolo
pagano. Nei tempi moderni vi fu però la riscoperta: nell’Ottocento, partendo
proprio dagli scavi archeologici nelle rovine dell’antica città di Olimpia, si
ritrovò l’interesse per lo “spirito di pace” dei Giochi dell’antichità.
Pierre De Coubertin,
pedagogista e sociologo, riuscì a riproporre i Giochi spingendo sia sull’importanza
dello sport nella formazione dei giovani, sia come grande strumento di pace tra
i popoli. Nel 1894, al termine di un congresso internazionale alla Sorbona di
Parigi, fu stabilito che i primi Giochi olimpici dell’Era moderna si sarebbero
svolti ad Atene nel 1896. Fu pertanto istituito il Comitato Internazionale Olimpico
(CIO) per curarne l’organizzazione. A questi primi Giochi parteciparono 250
atleti in rappresentanza di 13 dei 21 paesi che avevano inizialmente aderito
all’iniziativa. I greci, presi dall’entusiasmo, proposero Atene quale sede
permanente dei Giochi.
Il CIO, però, ritenne
più opportuno che ogni edizione fosse ospitata da un Paese diverso, proprio per
sottolineare il carattere universale dell’iniziativa. Per l’edizione del 1900
venne
scelta Parigi, sia per il doveroso omaggio a De Coubertin, sia anche perché era
l’anno dell’Esposizione Universale nella capitale francese, il che avrebbe
richiamato l’attenzione del pubblico. Negli anni successivi l’abbinamento sportivo
con quello commerciale andarono di pari passo, creando sempre nel luogo e nella
nazione ospitante un flusso turistico commerciale di prim’ordine.
Arrivando ai
giorni nostri la competizione nel “candidarsi ad ospitare i giochi”, è sempre
stata abbastanza forte: la guerra, se così la possiamo chiamare, spesso è stata
abbastanza frizzante. Per la candidatura alle Olimpiadi del 2024, nel Dicembre
del 2014 è stato il nostro Presidente del Consiglio Matteo Renzi a dare l’annuncio
ufficiale con la proposta di Roma capitale come città ospitante, auspicando
che essa riuscisse ad aggiudicarsi i giochi. Però, col passare del tempo, le
cose appaiono cambiate.
Che Roma, oggi,
affronti problemi di grandissima levatura, certamente non facilmente
risolvibili da parte di chiunque, impone sicuramente delle riflessioni che in
altri momenti non sarebbero state necessarie. Poiché affrontare la preparazione
straordinaria della città designata ad ospitare dei giochi così impegnativi
richiede certamente la messa a disposizione di cifre molto importanti, l’attuale
sindaco di Roma Virginia Raggi, pare abbia già optato per un secco NO alla
conferma della candidatura già espressa dal Premier per la città eterna.
Questo “No”,
come prevedibile, ha innescato una ‘reazione a catena’ che va ben oltre il
semplice diniego all’accettazione dei giochi, in quanto si sono aggiunti (volutamente,
credo) dei problemi di ben altra natura, a cominciare dall’insofferenza dei
partiti che hanno ‘perso’ Roma alle elezioni, e che vedono la Raggi come il fumo
negli occhi, anche se, formalmente, mai criticandola a viso aperto. Che
fare allora? Difficile stabilire con esattezza chi ha ragione e chi ha torto.
I negazionisti
come la Raggi, affermano che i giochi sono solo un immenso spreco di risorse
pubbliche, come è stato dimostrato in passato, e che i giochi continuerebbero
ad ingrassare le varie mafie locali e nazionali. I favorevoli, invece,
sostengono che i giochi sono una grande opportunità, e che perdere l’occasione
sarebbe per tutto il Paese una grande sconfitta: sia nello sport che nell’economia,
in quanto capaci di calamitare flussi turistici importanti; il PIL del Paese,
dicono, ne beneficerebbe ben oltre le spese sostenute.
Insomma, al
giorno d’oggi, organizzare un’Olimpiade è conveniente o no? Meglio: sarebbe
conveniente soprattutto ‘a Chi’? La risposta non è facile. A sentire Montezemolo,
che ha invitato a smetterla con "le polemiche sulle Olimpiadi",
perché "stanno danneggiando l'immagine dell'Italia e di Roma, in quanto
almeno il 50 per cento dei romani vuole i Giochi", si contrappone Grillo,
che ha dichiarato, per conto del suo Movimento (senza mezzi termini, asserendo
che le priorità sono ben altre), che Roma non sarà candidata alle Olimpiadi del
2024. Certo, sarebbe stata preferibile una conferenza stampa ufficiale del
Sindaco di Roma Virginia Raggi, con la motivazione del diniego alla
candidatura, e non la dichiarazione di uno (seppur capo del movimento) che non
ha un ruolo istituzionale.
Per ora,
comunque, l’ufficialità ancora manca. Il Comitato Promotore Roma 2024, in attesa
il verdetto, parlando dell’attivismo delle altre città candidate, tra cui Parigi,
afferma: "Parigi ha stimato 250 mila nuovi posti di lavoro. Anche il
turismo avrà benefici concreti: Londra nel 2013 ha aumento le presenze di 1,3
miliardi mentre Torino, dopo il 2006, è cresciuta del 41%. Non perdiamo 200
mila posti di lavoro".
Cari amici, a
dirla come molti altri, le Olimpiadi non sono un ‘fatto cittadino’ riferito
alla sola città di Roma, ma qualcosa di più ampio, riferito all’Italia intera
ed a tutti gli italiani. A chi afferma che con queste manifestazioni le mafie
si ingrassano, rispondo che sono le mafie quelle da combattere con criteri
selettivi molto più severi, e che non è cancellando le opere pubbliche da
realizzare che si azzerano i profitti mafiosi, ma assegnando gli appalti con criteri
ben diversi da quelli di oggi, senza ruberie, mazzette, favoritismi e quant’altro.
Sono per il SI alla candidatura di Roma, che potrebbe anche diventare un
segnale forte (c’è tutto il tempo) per dimostrare che la corruzione si può
combattere, eccome!
A domani.
Mario
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