Oristano
17 Settembre 2016
Cari amici,
Ho sempre attribuito
alle donne quel “certo non so che in più”, rispetto all’uomo. Questo non
significa che esse siano in tutto e per tutto superiori a noi uomini, ma
certamente, circa la creatività, presente in entrambi i sessi, relativamente
alle voci “sentimento” e “passione”, esse spesso risultano vincitrici. Apro la
mia riflessione di oggi parlandovi di Giulia
Barela, che, dopo un lungo e difficile percorso lavorativo, che potrei
definire di formazione, ha abbracciato una professione artigiana-artistica che, sopra
tutte le altre praticate in precedenza, ha realizzato il suo Io interiore.
Giulia, ragazza vivace
curiosa, nasce a Roma; passionale anche nello studio si laurea in
Giurisprudenza. Inizia così la professione di avvocato di diritto dello
spettacolo, ma poi, attratta dalle relazioni internazionali, diventa esperta di
accordi bilaterali nelle relazioni doganali del nostro Paese in seno all’Unione
Europea. Il lavoro svolto lontana dall’Italia la porta a viaggiare molto,
dovendo raggiungere spesso Bruxelles. Con la nascita del primo figlio chiede e
ottiene il part time. Ma il suo percorso lavorativo è solo agni inizi.
È attratta (forse per
aver soggiornato in diversi alberghi) da questa professione e decide di diventare
albergatrice. A questo punto una persona ‘normale’ avrebbe potuto anche appendere le
sue aspirazioni al chiodo, ma così non è stato per Giulia. Complice un fatto
curioso ed importante (la presentazione di un libro) e un incontro con l’autore,
quest'incontro la porterà a diventare una delle creatrici di gioielli più originali e
promettenti del panorama italiano. Il libro presentato era di Matt Traverso,
esperto mondiale di coaching e autore di numerosi best seller su benessere e auto-realizzazione.
Letto il suo libro, si
iscrive ad un suo seminario. Seduta in prima fila, quasi assorta ascoltando le
parole di questo Coach, Lei, da sempre riservatissima, quasi si trasforma,
interloquendo ad alta voce davanti a tutti. Racconterà in un’intervista della
sua “voglia di cambiamento e di crescita personale”, proprio come recitava il
titolo di quel seminario. Beh, detto fatto.
Accantona quanto fatto in precedenza per cercare di realizzare qualcosa
“di Suo”, qualcosa che Le permettesse di esprimere il suo potenziale che sentiva
dentro di se inespresso. Dopo attenta meditazione sceglie di diventare
orafa-artigiana nel ramo dei gioielli.
Non gioielli qualsiasi,
però. Lei non ama troppo l’oro in quanto lo considera troppo appariscente,
quindi gioielli, certo, ma confezionati con materiali alternativi, sotto certi
aspetti poveri, in uso nei secoli precedenti ma ormai praticamente in disuso,
come il bronzo. “La creatività – dice Giulia -
è come un muscolo, va esercitata, allenata, spronata". Inizia così ad
esercitarsi a lungo per imparare la tecnica della modellazione con la cera. La
realizzazione dei suoi gioielli, infatti, avviene secondo una tecnica totalmente
artigianale che si rifà a quella scultorea, come faceva ad esempio Benvenuto
Cellini in epoca medievale. Perché il bronzo? “Perché ha un colore caldo e,
dato che è una lega, lo si può realizzare in tante e diverse tonalità”,
afferma.
La sua capacità
creativa, oltre che la scelta innovativa di questi materiali, le fanno
raggiungere un successo immediato: oggi il brand Giulia Barela è distribuito,
oltre che in Italia, in tanti Paesi del mondo, dal Giappone al Canada, dal
Brasile alla Corea, dagli Stati Uniti al Libano e alla Russia. “Così ci siamo
dati una struttura aziendale, con una parte amministrativa e una che si occupa
di vendite e produzione”, dice con orgoglio Giulia.
Cari amici, quella di
Giulia è una storia al positivo di
imprenditoria femminile, che non fa altro che confermare quanto ho affermato in
premessa. “Credo che dei miei gioielli piaccia il minimalismo, o, meglio, la
loro primordialità, in quanto sono legati alla nostra essenza. La fantasia è il
motore di quei segni grafici”, sostiene. Un successo, quello raggiunto, che non
ha nessuna intenzione di fermarsi: “Sto studiando la realizzazione di una linea
di gioielli per l’uomo. Anche loro sono vanitosi”, anticipa la designer.
Giulia Barela, dunque,
artista-artigiana per passione: arte, natura e architettura sono quel trittico
inseparabile di passioni, che si intrecciano nell’universo del gioiello
contemporaneo. L’approccio innovativo dell’eclettica designer romana si
concretizza in leggeri e originali pezzi lavorati a mano, mini sculture dal
tratto vivace e dagli effetti di luce sorprendenti. L’estro creativo di Giulia
Barela è testimoniato dalla collezione “Under the Sea”, un passe-partout fatto
di eleganza, carattere e raffinatezza, che ha imperversato nell’estate 2016.
Sono pesciolini, piccole meduse e stelle marine trasformate come d’incanto in
affascinanti mini sculture, un Golden gala di orecchini senza tempo, dai mille
effetti luce, di inesauribile femminilità. Una collezione di inestimabile
personalità, nel segno di quel concept easy luxury che percorre la donna
firmata Giulia Barela.
Amici miei, di questa
straordinaria artista potrei dire ancora tante cose, ma correrei il rischio di
annoiarvi. Per chi volesse approfondire aggiungo il suo indirizzo dove ciascuno
di Voi potrà trovare molto di più. Eccolo.
Giulia Barela Via
Cavour 310, 00184 Roma
Showroom permanente
Manuela Caminada Via Leopardi 2 20123 Milano
A domani.
Mario
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