Oristano
14 Maggio 2015
Cari amici,
e dire che inizialmente
i DRONI sono stati concepiti come piccoli velivoli giocattolo, buoni
semplicemente per far divertire gli appassionati di volo aereo telecomandato.
Ma la scienza, si sa, una volta scoperta una bella idea, la perfeziona sempre
di più, per sfruttarla in tutti i modi:
è il principio quello che conta! Oggi i droni hanno raggiunto perfezioni
incredibili: sono in grado di fotografare il mondo, raggiungere zone anche
impossibili, e anche di essere strumenti di offesa, se si pensa che con i droni
potrebbero essere compiuti anche dei terribili attentati.
Tra i tanti utilizzi,
però, credo che finora nessuno avesse pensato di utilizzare i droni come strumento per recapitare, in tempi brevissimi,
ad esempio, un defibrillatore, necessario a chi improvvisamente ha un attacco
di cuore sia per strada che in zone impervie, lontane dai centri medici di
assistenza. Milioni di persone, come sappiamo, ogni anno vengono colpite da
arresto cardiaco. Se il paziente non viene soccorso entro i primi 5 minuti, le
sue possibilità di sopravvivenza si riducono all’8%: nei Paesi europei il tempo
medio di intervento di un’ambulanza è compreso tra gli 8 e i 15 minuti.
Riuscendo a ridurre i tempi di attesa si potrebbero salvare numerose vite: per
questo l'utilizzo dei droni-ambulanza potrebbe risultare fondamentale.
Il drone, dunque utile veicolo
che potremmo considerare una specie di “valigetta
medica volante che ti raggiunge ovunque!”. Dopo l’utilizzo giocoso, quello
per scopi militari, di comunicazione e fotografia, il drone acquista grande importanza
anche perché utile per salvare vite umane. Questo innovativo uso medico, considerato
che il drone può sorvolare velocemente zone soggette ad intensissimo traffico,
consente di raggiungere l’obiettivo in pochissimo tempo, in grado quindi di
garantire un intervento tempestivo, aumentando le possibilità di salvare un
infartuato in modo esponenziale: dall'8 all'80%.
L’innovativa idea di
utilizzare questo mezzo per soccorrere gli infartuati è venuta a Alec Momont, studente belga di 23 anni laureando
in Ingegneria presso la Technical University di Delft, che ha ideato e sviluppato
un sistema che migliora in modo
incredibile la velocità di intervento: mettendo a punto un drone-ambulanza. Come
noto nella persona colpita da infarto solo la rapidità di intervento può salvarla:
trascorsi 10 minuti non vi è più nulla da fare, perché la morte in questo tipo
di situazione si verifica mediamente dopo 4-6 minuti. I casi, purtroppo, non
sono rari: nell’Unione Europea circa 800.000 persone vengono colpite da arresto
cardiaco ogni anno, e di queste solo l’8% di norma sopravvive.
Il drone messo a punto dal giovane ingegnere è
in grado di portare con se e mettere subito a disposizione un defibrillatore con
grande rapidità: da uno a due minuti, coprendo un’area vasta di circa 12
chilometri quadrati, aumentando così le possibilità di sopravvivenza di un infartuato
e portandole dall’8% all’80%. Una volta arrivato a destinazione il drone, la
persona al capezzale della vittima può subito utilizzare il defibrillatore applicando
gli elettrodi al paziente, e seguire i consigli e le istruzioni di un medico, che
gli arrivano attraverso un collegamento tramite una webcam integrata nel drone.
Questo nuovo strumento ha già attirato l’attenzione dei servizi di emergenza
olandesi, dove Alec Momont sogna di mettere in funzione un’operativa rete di
droni entro i prossimi 5 anni.
L’ambulanza-drone, ideata
da Alec Momont è costituita da un sofisticato quadricottero che porta con se,
in pochissimo tempo quanto necessario per un primo intervento di soccorso:
oltre al defibrillatore portatile trasporta il necessario per tamponare le
ferite, una coperta termica e altri dispositivi medici che possono fare la
differenza tra la vita e la morte, se correttamente utilizzati, da usare in
attesa del personale sanitario. Molti di Voi si chiederanno: ma senza un medico
presente, chi può usare il kit di pronto intervento recapitato dal drone?
Niente paura, possono farlo tutti!
In teoria chiunque si
trovi vicino al soggetto colpito può intervenire: il drone, infatti, è
equipaggiato con microfoni e altoparlanti per permettere a tutti coloro che si
trovano sul luogo dell’incidente di ricevere via radio e via webcam tutte le
necessarie istruzioni “in diretta”, date da un medico del servizio d’emergenza.
Insomma, con il drone-ambulanza, tutti possiamo sostituire, almeno nel primo
intervento, il medico!
Cari amici, credo
proprio che la scienza, ogni giorno che passa, faccia passi da gigante! Anche
questa scoperta consentirà di salvare sicuramente numerose vite umane, in un
mondo che vive, ormai, in modo
incredibilmente caotico e ansioso, che ogni giorno mette a repentaglio la
nostra salute, in particolare il nostro cuore. Viva, dunque, il drone ambulanza,
soccorso rapido e immediato, che può darci una speranza di salvezza in più!
Ciao, a domani.
Mario
Alec Momont, con il suo drone-ambulanza
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