Oristano
19 Maggio 2015
Cari amici,
forse ci saremmo potuti
preparare anche meglio, ma, come si dice nel gergo sportivo…l’importante è
partecipare, anche se, senza adeguato allenamento, si può correre il rischio di
fare solo delle brutte figure. La mia riflessione di oggi, non vuole certo
essere un rimprovero a nessuno: solo un monito ai tanti sardi che continuano ad
ignorare le “nuove regole” che governano il corrente millennio, pervaso da una
globalizzazione selvaggia, dove vince solo chi è visibile, organizzato e
intraprendente. E noi sardi, spesso, non lo siamo. All’EXPO 2015 a Milano,
comunque, ci siamo, sperando di portare a casa se non una vittoria, almeno un
pareggio!
Per quanto riguarda le
nostre eccellenze alimentari, dopo aver
superato non poche resistenze (mi riferisco in particolare al maialetto, casus
belli di cui ho già parlato in questo blog) la Sardegna, tra Regione e
Associazioni Agricole di Categoria, è riuscita ad organizzare un bella presenza
di “eccellenze alimentari”, una varietà di prodotti di alto livello che
sicuramente riscuoteranno un buon successo. Dai prodotti dell’allevamento (carni,
formaggi, latte e derivati) a quelli della pesca (in particolare la bottarga),
dal riso (quello di Oristano al primo posto) alla frutta (c’è sa Pompia, frutto
particolare baroniese unico al mondo), dall’olio ai vini (in primis Vernaccia,
Cannonau e Vermentino), settore quello vinicolo particolarmente in crescita. Ma
andiamo con ordine.
All’apertura della
mostra milanese la Sardegna si è voluta presentare ai Capi di Stato ed ai vari
rappresentanti istituzionali presenti, offrendo un buffet con una delle nostre eccellenze: il fiore sardo,
servito con fave. Un abbinamento all’insegna della tradizione, scelto dalla
Coldiretti per “far assaporare”, a chi non ci conosce, un pizzico di Sardegna.
I prodotti tipici e della tradizione agricola sarda rimarranno esposti nell’importante
vetrina mondiale per tutti i sei mesi: olio, vino, pane carasau, mirto,
pomodoro, la Pompia di Siniscola, il caglio di capretto dell’Ogliastra, la
bottarga 100% sarda di Cabras, il filetto di muggine affumicato, e il siero di
latte della 3A di Arborea, solo per citare i principali.
“Racconteremo la
Sardegna che conta 184 prodotti agroalimentari tra Dop e Igp e che grazie al
Pastoralismo è tra i cinque territori del mondo dove si vive più a lungo",
sostengono con forza il Presidente e il Direttore di Coldiretti Sardegna,
Battista Cualbu e Luca Saba. Grazie proprio alla Coldiretti hanno potuto
partecipare alla grande esposizione mondiale tanti piccoli produttori di
nicchia, che altrimenti non avrebbero potuto essere presenti.
Dopo il maialetto (che
pur “termizzato” ha vinto la sua battaglia per essere presente), dunque, molte
altre eccellenze sarde dell’agroalimentare saranno visibili al mondo, nella
grande fiera dell’Expo, dove avranno una vetrina permanente nel Roof garden
Coldiretti all’interno del padiglione Italia. “Rimarranno a Milano gratuitamente
per tutta la durata dell’Expo – annuncia con orgoglio il presidente di
Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – e
avranno una posizione di riguardo, visto che saranno a due passi dall’albero
della vita”. Poi aggiunge: “Stiamo parlando di una vetrina mondiale
importantissima, sulla quale come Coldiretti crediamo e abbiamo investito per
dare il massimo risalto alle produzioni dei nostri soci”.
Cari amici, anche la
nostra provincia di Oristano sarà degnamente rappresentata, dunque: dopo il
riso (a Milano sarà presente quello prodotto dall’Azienda Falchi di Oristano),
ci saranno i prodotti lattiero caseari della 3A di Arborea, la Bottarga ed il
muggine di Cabras, i vini dell’Azienda Contini, ed altri minori. Milano è
certamente una grande vetrina mondiale, anche se non basta solamente “mostrare”
quello che abbiamo e che sappiamo fare. Per competere al meglio sul mercato
mondiale, in periodo di “globalizzazione” imperante, è necessario produrre in
modo speciale: con grande qualità dimostrata. Dato che non possiamo competere
con la grande quantità, possiamo farlo con i “prodotti di nicchia”, che devono
essere prodotti di eccellenza, perché possano trovare il giusto gradimento:
debbono essere, insomma, “unici”, non dozzinali o semplicemente commerciali.
Noi in Sardegna abbiamo
(e potremo averne molti di più) diversi prodotto unici, ma spesso non riusciamo
a valorizzarli nel modo giusto, perdendo occasioni irripetibili. Ma il problema
è così ampio, che verrebbe difficile affrontarlo in questo momento: la storia è
lunga e la riprenderemo in altra occasione. Per ora studiamo con attenzione, a
Milano, la reazione del mondo nei riguardi dei nostri prodotti: credo che il
gradimento ci sarà e, da come andrà, ne dovremmo trarre le giuste conclusioni. Spesso, cari amici, non è tanto importante riuscire
a produrre un buon prodotto, quanto riuscire a farlo apprezzare dagli altri!
Grazie, amici,
dell’attenzione. A domani.
Mario
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