Oristano 23 Maggio 2015
Cari
amici,
la
notizia è di quelle destinate a fare scalpore, a rivoluzionare un sistema
consolidato nei secoli! L’uomo è nato cacciatore, prima che agricoltore, ma in
futuro è pensabile che la sua alimentazione virerà di parecchio: potrebbe
diminuire, se non addirittura eliminare la carne, per alimentarsi
esclusivamente con prodotti vegetali.
Lo
si deduce dall’ultima interessantissima scoperta di marca tutta italiana, che
ha preso il nome di “muscolo di grano”,
fatta da un ingegnoso personaggio calabrese, di Isca sullo Jonio in provincia
di Catanzaro: Enzo Marascio, di 64 anni. Questa innovativa “carne vegetale”, da
lui inventata, è destinata a diventare presto la carne del futuro, più nutriente e salutare di quella animale.
Inoltre, grazie alla disponibilità dimostrata dal suo inventore, potrà
diventare presto un vero e proprio “patrimonio dell’Umanità”, potendo essere
facilmente diffusa e distribuita ovunque nel mondo con minima spesa, in
particolare nei Paesi poveri.
Enzo
Marascio, infatti, ha deciso che il suo
brevetto non dovrà servire a renderlo ricco, perché ha intenzione di affidarlo
ad un Ente mondiale come la F.A.O. (oppure all’O.M.S o all’UNICEF), tutte e tre
note agenzie dell’Organizzazione delle Nazioni Unite perché possa contribuire a
sfamare e a meglio nutrire il mondo, in special modo i bambini. Ma cos’è
esattamente questo così detto muscolo di grano? In cosa si traduce
concretamente questa straordinaria scoperta che potrebbe dare un serio
contributo alla fame nel mondo?
Il
“Muscolo di Grano” è un sistema
nutrizionale basato sulla farina di “grano duro Cappelli” (speciale
cultivar selezionato a Foggia nel 1915), che permette di ottenere delle carni
vegetali, con tecniche oggetto di brevetto e con una speciale lavorazione di
ingredienti associati, come farina di legumi, olio extra-vergine di oliva, sale
e varie spezie. Il prodotto finito è una specie di carne che, è il caso di
precisarlo, viene ottenuta in modo assolutamente naturale. Questo alimento, di
valore alimentare simile alla carne, oltre a risultare assai gustoso al palato,
ha molte proprietà salutari e nutrizionali e può essere consumato
indistintamente da tutti (non soltanto, quindi, da vegetariani e vegani). In
particolare il prodotto risulta indicato a quei soggetti che debbono combattere
diabete, colesterolo ed altre malattie metaboliche pericolose ed invalidanti.
A
favore di questa “carne di grano” si sono espresse Università (come Milano ed
Urbino), ospedali (specialmente pediatrici), scuole alberghiere, ristoratori,
comunità, e anche dietologi, che hanno avuto modo di “gustare” questa novità, per
ora prodotta solo artigianalmente, risultando un prodotto di “nicchia”,
confezionato in piccole quantità direttamente nello stabilimento di Enzo Marascio
ad Isca Marina. In questa prima fase, infatti, non esiste ancora una adeguata distribuzione
commerciale e capillare sul territorio.
Curiosamente
c’è da dire che questa inestimabile e benemerita scoperta alimentare fatta da
Enzo Marascio, è nata con lo scopo di risolvere suoi personali gravi problemi
di salute! L’ipertensione e il diabete avevano costretto l’uomo, da una
quindicina d’anni, ad una dieta vegetariana. Pensa e ripensa il suo ingegno è
dunque arrivato a inventare questa carne vegetale. Eppure Marascio, a dirla
tutta, non è né un agronomo né un chimico. In passato aveva avuto un piccolo
laboratorio per la lavorazione delle pelli, mentre oggi si occupa
d’intermediazioni immobiliari, ma la capacità inventiva della sua mente gli ha comunque
consentito di trovare la giusta soluzione: non solo per se ma anche per molti
altri.
Il
risultato importante è che l’uomo con la sua scoperta non ha “cambiato” solo la
sua vita! “Ora, - dice Marascio con orgoglio - mi ritengo fortunato, perché
dopo molti tentativi il mio muscolo di grano non ha niente da invidiare alla
carne, ai prosciutti, alle mortadelle né dal punto di vista nutrizionale, né
per quanto riguarda il gusto”.
A
sentire chi ha avuto la possibilità di assaggiare il suo “MUSCOLO DI GRANO”, la
fettina vegetale messa sulla bistecchiera sembra praticamente uguale a quella
tradizionale. Inizialmente, certo, durante la cottura il colore non è il rosso
tipico della carne al sangue, ma è di un giallo opaco. Messa nel piatto, però,
ha le sembianze della classica bistecca. Ciò che l’occhio non vede, non sfugge
comunque all’olfatto e al palato. L’odore richiama leggermente quello del pane
appena uscito dal forno. Al primo boccone si ha la sensazione di assaggiare
qualcosa dal sapore molto simile a quello del fegato o carne miscelata a
funghi, con un retrogusto particolare, dato anche dal peperoncino di cui si
scorgono i pezzetti. Colpisce la consistenza: il prodotto non è per nulla
gommoso, anche se il taglio con il coltello rivela una morbidezza che per forza
di cose è maggiore rispetto a quella di una bistecca.
Il suo modesto
stabilimento per ora dà lavoro a 18 persone, anche se l’uomo risulta costantemente
corteggiato da parecchie multinazionali per la commercializzazione globale dei suoi prodotti. Il
‘muscolo di grano’, infatti, non è solo utilizzabile come bistecca, ma può
essere servito a tavola in molti modi: oltre che alla piastra, come roast beef,
porchetta, e anche come insaccato, tipo prosciutto o salame.
Lui,
però, non vuole utilizzare la sua scoperta a fini di lucro: il suo sogno è quello
di contribuire a risolvere i gravi problemi legati al riequilibrio nutrizionale
dei popoli, e per questo intende affidare il brevetto del “Muscolo di Grano” a
un organismo mondiale “super partes”: come la FAO, l’UNICEF o l’OMS. Per farlo
conoscere al mondo Marascio lo ha già portato a Milano, dove sarà visibile
all’EXPO 2015.
Cari
amici, apprezzo molto non solo l’inventiva di Enzo Marascio, ma soprattutto la
sua nobiltà d’animo. Figlio del Sud, si è rivelato non avido, ma attento alle
esigenze degli altri, soprattutto i più deboli, quelli che la gran parte delle
persone abbienti, fa finta di non vedere. Ignorando le pressanti richieste del
suo brevetto da parte delle multinazionali, nel suo testamento ha disposto che
il brevetto vada a favore di una o più organizzazioni mondiali come la FAO,
l’UNICEF o l’OMS. Il suo sogno non è quello di diventare un miliardario-paperone,
ma quello di essere considerato un benefattore dell’Umanità.
Ciao,
amici, a domani.
Mario
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