Oristano
1 Maggio 2015
Nel padiglione
dell’agroalimentare italiano della grande Esposizione Universale che oggi apre i
battenti a Milano, la Sardegna c’è: avrà uno spazio che consentirà all’Isola di
aprire una finestra sul mondo, considerato che sono attesi milioni di
visitatori. Dopo la faticosa lotta per riuscire a mostrare il nostro “orgoglio di Sardegna” (in primis il
contestatissimo maialetto del quale ho parlato pochi giorni fa), finalmente il
fatidico giorno è arrivato. In questa grande rassegna, dove tutto il mondo si
confronterà mostrando il meglio nel campo dell’alimentazione, la Sardegna e con
essa anche Oristano, cercherà di esibire i suoi gioielli.
Grazie a un accordo che
la Camera di Commercio di Oristano ha siglato con l’Ente Nazionale Risi, anche
Oristano, con le Camere di Commercio di Alessandria, Novara, Pavia, Vercelli e
Verona, potrà mostrare orgogliosamente
il suo pregiato e apprezzato riso. “L’iniziativa vuole valorizzare la filiera
del riso italiano e dare visibilità ai territori vocati alla produzione di
questa eccellenza alimentare”, ha spiegato Pietrino Scanu, presidente della Camera di Commercio di Oristano.
Nella nostra Provincia, che eccelle per la produzione del riso da seme, ogni anno vengono destinati alla coltivazione
del riso quasi tremila ettari. Una realtà imprenditoriale importante, apprezzata anche a livello
nazionale, come possono orgogliosamente testimoniare i numerosi premi vinti
nelle varie rassegne.
Per la vetrina mondiale
di Expo 2015, Milano ha allestito un
immenso spazio espositivo, che si sviluppa su una superficie di un milione di
metri quadri; la rassegna, che durerà
184 giorni ed è attrezzata per ospitare oltre 20 milioni di visitatori, affronta
un tema di grande significato, quello dell’alimentazione. Tema forte, dunque,
già dal titolo: "Nutrire al
Pianeta, Energia per la Vita". Su questo importante problema tanti i
Paesi che si cimenteranno nella competizione, per mostrare al meglio le proprie
specificità: sono 145, a cui si aggiungo 3 importanti Organizzazioni
Internazionali.
Nell’immensa vastità
degli spazi messi a disposizione dei Paesi partecipanti (ognuno ha un suo
padiglione adeguatamente attrezzato), lo spazio “Cibus è Italia”, è destinato a raccogliere le eccellenze
alimentari italiane; è qui che ha trovato collocazione anche il riso sardo. Il
padiglione “Cibus è Italia” risulta ubicato accanto all’entrata Est di Expo, di
fronte al Padiglione delle Biodiversità e poco lontano dal Padiglione Italia.
All’interno sono
presenti 500 aziende alimentari di tutte le nostre regioni, che, nei
5.000 metri quadrati disponibili illustreranno le 13 filiere dell’alimentare
italiano; gli spazi comprendono due piani destinati all’esposizione e un terzo,
la lounge della terrazza, dedicato a workshop, convegni, degustazioni, incontri
con i buyer italiani e esteri. In questi spazi si cercherà di mettere nella
migliore evidenza possibile i nostri prodotti alimentari, tra i quali
cercheranno di competere orgogliosamente quelli sardi, tra i quali il nostro
pregiato riso di Sardegna.
Le aziende risiere
italiane presenti nel padiglione “Cibus è Italia” sono 51 e, con loro, sono presenti anche i rappresentanti delle diverse
Camere di Commercio partecipanti, tra cui la nostra, quella di Oristano. Con il
contributo delle C.C.I.A.A. saranno organizzati sulla terrazza lounge 6 eventi, coordinati e presentati dal noto
conduttore televisivo Patrizio Roversi. Intervistato sulle modalità di
presentazione, Roversi ha così affermato: “Il riso va comunicato. Il consumatore deve
conoscere le varietà di riso da utilizzare in cucina utilizzando il chicco
giusto per il piatto che intende preparare. Bisogna educare al consumo di riso
e presentare al meglio il riso italiano al mondo”.
In Italia il riso è
coltivato su una superficie di 219.000 ettari (che rappresenta il 52%
dell’intera superficie coltivata a riso nell’Unione europea), e viene esportato
per oltre il 50% della produzione, sia in Europa che in altri Paesi extra
Comunitari. Il riso italiano, pur non potendo competere quantitativamente con
le varietà orientali, risulta però un prodotto di grande qualità: praticamente un’eccellenza
del patrimonio agroalimentare, cosa che consente di preparare un apprezzato piatto
tipico italiano: il risotto. Un’eccellenza, quella italiana, che va difesa
dalle massicce importazioni dagli altri Paesi, dove la qualità è molto
inferiore, e fatta conoscere in tutti i Continenti, aumentandone di conseguenza
l’export.
La filiera risicola italiana
produce oltre 1 milione e 400 mila tonnellate di riso greggio, dal quale si ottiene
1 milione di tonnellate di riso lavorato, con un fatturato di oltre 1,5 miliardi di euro (dati 2014).
Sono oltre 4.000 le aziende agricole risicole, un centinaio le aziende risiere
di trasformazione e circa 70 le aziende agricole che trasformano direttamente
la propria produzione, con un impiego totale di circa 10.000 addetti. A rappresentare la
Sardegna ed il suo pregiato riso (in Provincia di Oristano è concentrato oltre
l’80% della produzione sarda) sarà l’Azienda
oristanese “Falchi”, creata dal pioniere della risicoltura sarda Antonio Falchi. Dopo la sua
scomparsa l’attività aziendale è stata proseguita dalla moglie e dalle figlie
che orgogliosamente continuano a gestirla. Famiglia che ama l’attività agricola,
quella dei Falchi: una delle figlie, Elisabetta, è attualmente Assessore
Regionale all’Agricoltura della Regione Sardegna.
Cari amici, dopo aver
superato lo scoglio della presenza del maialetto sardo, la nostra meravigliosa varietà
alimentare, considerata la sua unicità e bontà, potrà rappresentare un grande
veicolo per una migliore conoscenza
dell’Isola e del valore dei suoi prodotti. Il riso rappresenta una di queste
specificità e Oristano ne è certamente protagonista. Se sapremo sfruttare al
meglio tutte le occasioni, potremo davvero rilanciare commercialmente la nostra
terra, trascurata e negletta. Cogliamole tutte le opportunità e l’Expo 2015 è certamente
una vera grande occasione!
Ciao, a domani.
Mario
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