Oristano
8 Ottobre 2014
Cari amici,
Pochi giorni fa il Papa
ha aperto il Sinodo straordinario dei
vescovi del 2014 (il terzo sinodo straordinario nella storia
dell'istituzione, dopo quello del 1969 e del 1985), che si presenta come il
momento più interessante e potenzialmente trasformativo della Chiesa Cattolica
nell'ultimo secolo. “Sinodo” vuol dire
“camminare insieme”: ecco, allora, che dai cinque continenti la Chiesa
universale si è messa in cammino verso la sede di Pietro per riflettere su “ Le sfide pastorali sulla famiglia nel
contesto dell’evangelizzazione”. Fortemente voluta da Papa Francesco, credo
che questa massima assise possa essere
considerata la più grande “sfida” del millennio, che la Chiesa vuole affrontare
“a viso aperto”, su questioni cruciali come
l’annullamento dei matrimoni, il divorzio, la comunione ai divorziati e le unioni omosessuali.
Grande il fermento che
questi argomenti comporteranno, considerati i vari schieramenti tra i Cardinali,
alcuni propensi ad alcune aperture e altri strenuamente contrari ad ogni
possibile modifica. Che il matrimonio sia una cosa importante Papa Bergoglio lo
ha confermato anche qualche giorno fa alle venti coppie di fidanzati, alcune
delle quali già conviventi, che Egli stesso ha voluto sposare nella Basilica di
San Pietro. “Il
matrimonio non è una fiction”, ha detto Francesco,
ribadendo che al matrimonio ci si deve arrivare preparati e con grande
convinzione, considerato che è un sacramento che va rispettato, e non semplicemente
celebrato solo per esteriorità.
Dando il via i lavori
del Sinodo (che durerà dal 5 al 19 di Ottobre), il Papa ha invitato i padri
partecipanti ad avere coraggio nell’esaminare gli argomenti e prendere le dovute
decisioni. "La condizione di base è parlare
chiaro", ha avvisato Bergoglio, richiamando tutti all’osservanza
di due regole: esprimersi con
"parresia", cioè con la libertà di dire tutto, e ascoltare "con umiltà". "Dopo
l'ultimo concistoro, ha raccontato il Pontefice, un
cardinale mi ha scritto: peccato che alcuni cardinali non abbiano avuto il
coraggio di dire alcune cose per rispetto del Papa e pensando che lui avesse
idee diverse. Questo - ha commentato Papa Francesco - non
va bene, questa non è sinodalità". Poi ha aggiunto: "La
mia presenza è garanzia per tutti".
Nella prima giornata dei
lavori, dopo la S. Messa solenne presieduta dal Papa nella Basilica di San
Pietro, il dibattito sulla Famiglia è entra subito nel vivo, affrontando gli
argomenti più spinosi: quello della comunione ai divorziati risposati e quello delle
coppie gay.
Il segretario del Sinodo, cardinale Lorenzo Baldisseri, ha ricordato che i lavori partono dai risultati
del questionario diffuso nei mesi scorsi in tutto il mondo per raccogliere le
valutazioni delle comunità locali sui temi della famiglia. L'83% delle realtà
interpellate ha partecipato alla consultazione. "A queste risposte -
ha ricordato il segretario del Sinodo - si aggiungono le numerose osservazioni da
singoli e gruppi, sia dentro che fuori della Chiesa".
Il relatore generale,
cardinale Peter Erdo, commentando
proprio i questionari ha sottolineato che all'interno della Chiesa esiste "un
patrimonio di fede ampio e condiviso" sul tema della famiglia. Il
porporato ha quindi rassicurato: non c'è motivo per "uno stato d'animo di
catastrofismo o di abdicazione". La dottrina, ha spiegato, è
spesso poco conosciuta o poco praticata ma "questo non significa che sia messa in
discussione". Ciò vale in particolare, secondo quanto riferito,
per l'indissolubilità del matrimonio. Circa le aspettative per coppie gay e
divorziati - ha detto il card. Erdo, queste speranze non
trovano consenso presso la stragrande maggioranza dei cattolici, così come
l'equiparazione delle relazioni omosessuali con il matrimonio tra uomo e donna.
Maggiore attenzione e
comprensione, invece, meritano quelle situazioni che riguardano i divorziati
risposati. Il cardinale ha definito una "vera urgenza pastorale permettere a
queste persone di curare le ferite" e ha aggiunto: "I
divorziati risposati civilmente appartengono alla Chiesa: hanno bisogno e hanno
il diritto di essere accompagnati dai loro pastori". In questo
senso però, ha aggiunto, non si può stabilire per tutti lo stesso percorso: "Occorre
discernere caso per caso". E in particolare va considerata la
differenza "tra chi colpevolmente ha rotto un matrimonio e chi è stato
abbandonato".
Secondo il relatore
generale, comunque, "non sembra azzardato ritenere che non pochi
dei matrimoni celebrati in Chiesa possano risultare non validi".
Da qui il suggerimento di formare, in ogni diocesi, un sacerdote che "possa
previamente e gratuitamente consigliare le parti sulla validità del loro
matrimonio" evitando "ogni apparenza di un semplice
espletamento burocratico ovvero di interessi economici". Un'altra
possibile apertura ai divorziati risposati è la prassi di alcune Chiese
ortodosse che prevedono la possibilità di seconde o terze nozze ma "connotate
da un carattere penitenziale". Erdo ha ricordato che nel corso dei
lavori del Sinodo si valuterà anche questa ipotesi.
Non
pochi i partecipanti a questo importante Sinodo: in tutto sono 253. Nello
specifico, i Padri Sinodali sono 191, tra cui 25 capi dicastero della Curia e
114 presidenti di Conferenze episcopali: 36 dall’Africa, 24 dall’America, 18
dall’Asia (per la Cina, l’arcivescovo di Taipei, mons. Shan-Chuan), 32
dall’Europa, tra cui il cardinale italiano Angelo Bagnasco, e 4 dall’Oceania. 62
gli altri partecipanti, inclusi 8 delegati fraterni: tra loro, anche Hilarion,
presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. A
rappresentare le Chiese Orientali tredici esponenti, provenienti anche da Paesi
in conflitto, come l’Iraq e l’Ucraina, rappresentati dal Patriarca caldeo Louis
Sako e dall’arcivescovo maggiore greco-cattolico Shevchuk. Tredici, inoltre, le
coppie di coniugi presenti come uditori (che in tutto sono 38), con diritto di
parola ma non di voto in Aula; 16 gli esperti, ovvero i collaboratori del
Segretario speciale. Tra i membri di nomina pontificia, è presente il padre
gesuita Antonio Spadaro, direttore della rivista dei gesuita “La Civiltà
Cattolica”.
Il risultato dei lavori sinodali, che si
prolungheranno fino a domenica 19 ottobre, giorno della beatificazione di Paolo
VI, il Papa che istituì il Sinodo, sarà contenuto nella Relatio Synodi,
documento che raccoglierà la sintesi dei lavori e che, dopo le modifiche fatte
nei circoli minori, sarà votato in aula e poi consegnato al papa Francesco "perché ne disponga a sua discrezione e
decisione". La Relatio Synodi sarà poi la base per preparare nelle Diocesi
la seconda tappa del processo sinodale, cioè la XIV Assemblea generale
ordinaria fissata per ottobre 2015.
Cari amici, i cristiani
aspettano con ansia l’esito di questo Sinodo, che toccherà temi considerati per
troppo tempo dei tabù. Dai lunghi e
difficili dibattiti scaturiranno sicuramente novità rilevanti, in particolare quelle
relative alle “nuove convivenze” e alla contraccezione. Papa Francesco non si
scoraggia ed ha subito postato su Twitter (Papa Francesco @Pontifex_it): “Vieni, Spirito Santo. Fa' scendere su di
noi i tuoi doni durante il Sinodo. #prayforsynod”. Sicuramente lo Spirito
Santo saprà illuminare le menti dei Padri Sinodali per una Chiesa rinnovata in
un mondo sempre più difficile.
Grazie amici della
Vostra attenzione.
Mario
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