Oristano
21 Ottobre 2014
Cari amici,
la politica agro-alimentare
portata avanti nel mondo sta toccando livelli di altissima irresponsabilità,
causando, nei vari settori, danni che a volte risultano irreversibili. Focalizzando
la nostra attenzione sul mare come risorsa alimentare, l’attuale prelevamento
indiscriminato delle varie specie non solo non ha ottenuto il risultato di
diminuire la grande fame che ancora perdura nel mondo, ma addirittura ha creato
problemi di smaltimento del molto pescato o di parti di esso, in gran parte scartato e trattato
come “rifiuto”! Politica umana irresponsabile, da far gridare allo scandalo.
La
notizia di cui voglio parlare e riflettere con Voi oggi, è quella che ho riportato
nel titolo: di tutto il pescato, ovviamente commestibile, che viene prelevato
dal mare, solo una parte, il 30% viene commercializzata per essere consumato a
tavola, mentre la parte restante, che ammonta a ben il 70%, salvo una modesta
percentuale che viene classificata di “seconda fascia”, non viene nemmeno
lavorata! Una situazione inverosimile.
La notizia appresa,
nelle sue scioccanti percentuali, non può che lasciare di stucco. Il mare
continua ad essere massicciamente depredato della sua ricchezza, ma la gran
parte del prelevato non serve ad alimentarci ma viene gettata via: incredibile
ma vero. Eppure quello che viene considerato scarto è costituito da specie
ittiche classificate “di interesse commerciale”, censite ufficialmente dal Ministero
delle Politiche Alimentari e Forestali. Pensate
che le specie classificate positivamente per l’alimentazione umana sono in
tutto 719, ma quelle che finiscono sulle nostre tavole e che mangiamo sono sì e
no una settantina, circa il 10%.
Questa tristissima
statistica-denuncia è stata fatta dall’associazione Marevivo, in occasione della
Giornata Mondiale dell’Alimentazione, organizzata dalla FAO, e tenutasi anche quest’anno il 16 di Ottobre per
commemorare l'anniversario della sua fondazione, avvenuta il 16 ottobre 1945. Nel 1981 fu istituita, per la prima volta, la Giornata mondiale dell’alimentazione messa in calendario per il 16 di Ottobre. Quest’anno la FAO, come tema del dibattito, ha scelto L’Agricoltura Familiare, vera base dell'alimentazione. Punto focale
degli interventi: il ruolo che l’agricoltura familiare riveste
nell’eliminazione della fame e della povertà nel mondo. Problema quest’ultimo
di grande importanza mondiale, considerato che poco meno di un miliardo di
persone soffrono ancora la fame.
All’interno di questo
filone uno dei grandi problemi sul tappeto è quello relativo agli sprechi nel pescato e nella scarsa valorizzazione di molte specie ittiche,
poco apprezzate dal mercato.
Marevivo ha sempre promosso campagne educative per
il consumo sostenibile, lottando contro i molti sprechi nel pescato e cercando di
educare il consumatore ad usare e valorizzare specie ittiche poco utilizzate. A
questo proposito ha avviato interessanti progetti come “Lo
scarto à la carte”, iniziativa fatta per diffondere l’utilizzo delle parti
di scarto del pesce e “La tavola blu”,
uno studio ad hoc messo in atto per i futuri chef, che possono così farsi qualificati
promotori delle risorse del mare, stupidamente dimenticate, ma ugualmente sane
e buone, capaci di nutrire in modo ugualmente sano e gustoso.
Cari amici, il mare
continua ad essere la più grande riserva di cibo del mondo. Gli oceani, che
coprono il 71% della superficie del Pianeta, assorbono un terzo dell’anidride
carbonica e producono l’80% dell’ossigeno, costituiscono una complessa e
indispensabile eco-fabbrica, un potentissima catena alimentare, capace di
nutrire il pianeta per molti secoli ancora. La cosa più importante, però, è rispettare
questa immensa riserva liquida, evitando l’uso indiscriminato.
Nulla nel mondo
è infinito, anche se l’uomo per molto tempo, sbagliando, ne è rimasto convinto. “Se
il mare muore, non ci sarà più vita neanche per l’uomo”,
spiega la Presidente di Marevivo, Rosalba Giugni. Tutti dobbiamo usare un comportamento maggiormente
responsabilie: la salvaguardia del complesso ecosistema marino non è in capo
solo a chi lo utilizza direttamente, come i tanti lavoratori del mare, in
primis i pescatori, ma a tutti noi. Perchè facciamo parte, tutti, di quella
grande catena umana che utilizza il mare come insostituibile risorsa! Anche
noi, quindi, siamo tenuti a fare la nostra parte: quando andiamo al mercato a
fare la spesa possiamo, anzi dobbiamo essere meno egoisti. Se ci limitiamo a
mangiare solo le specie pregiate, la gran parte delle altre meno nobili finirà
tra gli scarti e da risorsa diventerà rifiuto. Ricordiamoci che "variare",a volte, non solo fa bene alla salute ma aiuta anche il portafoglio.
Tutti, cari amici, possiamo
collaborare contro gli sprechi. Un corretto utilizzo delle risorse a
disposizione non solo sarebbe in grado di diminuire i costi alimentari delle
famiglie, ma contribuirebbe anche a far mangiare altre persone che soffrono
ancora la fame. Ironicamente potremmo dire che per la salvaguardia del mondo risulta
molto importante anche quello che tutti i giorni “mettiamo nel piatto”!
Grazie amici, della
Vostra attenzione.
Mario
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