Oristano
13 Ottobre 2014
Cari amici,
ho partecipato
volentieri, Domenica 12 sera, all’interessante conferenza di Piero Ortu sulla
storia del nostro territorio, il Giudicato d’Arborea. Organizzato dall’Associazione
50 & + di Oristano, con la partecipazione di E.P.D.O, Editrice S’Alvure e
l’attiva collaborazione di Giorgio Pani, autore (seppur in età matura, in precedenza
funzionario dell’INPS), di interessanti opere sia di natura storica che
economica.
La partecipazione all’incontro, organizzato presso l’antico Cine-Teatro oristanese San Martino , è
stata di buon livello, nonostante la calda e prolungata estate oristanese, che
ben resiste e invita a godere ancora dello splendido mare delle nostre
coste. Presenti in sala tra il pubblico il Sindaco Guido Tendas, assessori, politici
e rappresentanti di associazioni culturali.
Ha aperto i lavori
Giorgio Pani, che ha illustrato brevemente il tema della conferenza, relativo
alle vicende del Giudicato, partendo dal periodo dei primi del ‘300, che vedeva
la Sardegna, e Oristano in particolare, in perenne lotta con le forze straniere
che la dominavano, dai Pisani, ai Liguri ed agli Aragonesi. Prima di passare la
parola al conferenziere Piero Ortu, Pani ha chiamato al podio il sindaco di
Oristano Guido Tendas, che ha ricordato i tempi in cui Piero Ortu, il relatore
di oggi, era stato parte attiva della vita politica cittadina, prima come
amministratore e successivamente anche come sindaco della Città.
Il Prof. Tendas ha
colto l’occasione per confermare la grande responsabilità degli amministratori
della città nel cercare tutti gli strumenti utili per mettere in luce e valorizzare
il glorioso passato del territorio; obbligo morale che non significa solo ricordare
il passato, ma considerarsi, con grande l’orgoglio e senso di responsabilità, eredi di quel periodo aureo, nel quale
Oristano, capoluogo del Giudicato d’Arborea, era considerato tra i centri più
importanti non solo della Sardegna ma dell’Europa mediterranea.
Importanza che
ha influenzato, soprattutto giuridicamente, quanto è avvenuto nei secoli
successivi nell’amministrazione della giustizia, attingendo ed utilizzando a piene mani, in
molti Stati, le norme contenute nella “Carta
de Logu”, per quel periodo il codice più avanzato di leggi che regolamentavano
la vita civile. Prima di chiudere il Suo intervento il Sindaco ha confermato
che l’Amministrazione Comunale sta per
concretizzare il progetto di intitolare una Piazza della Città alla “Carta de
Logu”: l’ubicazione sarà quella dell’ex piazzale del Distretto Militare, ora in
ristrutturazione, che diventerà un bella piazza fruibile al pubblico, proprio
nel cuore della Oristano medioevale.
Qui non posso non
ricordare, a chi eventualmente non lo sapesse, che la proposta di intitolare
una via o una piazza alla CARTA DE LOGU fu avanzata nell’autunno di due anni fa
dal Rotary Club di Oristano, durante la presidenza di Andrea Riccio! La
proposta, oltre che consegnata personalmente al Sindaco, fu fatta conoscere
alla cittadinanza attraverso una conferenza-dibattito (dal titolo “Quale spazio per la Carta De Logu?”), tenuta
nei locali dell’Hotel Mistral 2, il 31 Ottobre 2012. Gli oristanesi
parteciparono numerosi, a partire dal primo cittadino Guido Tendas, che si
dichiarò fin da allora, totalmente favorevole all’iniziativa.
Prima dell’inizio della
conferenza ha portato al pubblico i saluti dell’Associazione “50 & +”, organizzatrice
dell’incontro, il suo Presidente Grossi, che ha ringraziato i partecipanti al
convegno, auspicando per Oristano un futuro di maggiore attenzione e interesse
per la cultura. Terminata la fase iniziale ha, poi, preso la parola il
professor Ortu, che ha ripercorso la storia del Giudicato, partendo dal periodo
trecentesco. Erano anni, ha detto Piero, di grande fermento tra i popoli che si
affacciavano nel Mediterraneo. La Sardegna era contesa tra Pisa e la potente
corona d’Aragona, senza escludere i Doria di Genova, mentre a fare da
spartiacque c’era l’ingombrante presenza del potere temporale del Papato, al
cui interno non vi era molta pace e armonia tra i cardinali. Erano i tempi dei
Papi trasferiti ad Avignone e della forte lotta intestina per riportare la sede
del papato a Roma.
Il professor Ortu ha ripercorso
con perizia ed anche ironia le vicende di quel periodo, in particolare focalizzando
la figura di Papa Giovanni XXII, personaggio particolarmente “venale”, come lo
ha definito Piero, tanto che per secoli nessun successore della cattedra di
Pietro volle prendere il nome di Giovanni. Lo fece solo Papa Giovanni XXIII,
ora Santo, che lo adottò forse perché già di nome di battesimo aveva Giovanni.
Tornando alla storia si
dice che Giovanni XXII fosse particolarmente avido, ben ancorato al potere del
denaro, e la Sua scarsa spiritualità la dimostrò volendo restare saldamente legato
ad Avignone ed ai suoi fasti, evitando tutti i tentativi, fatti da diversi
cardinali, per un Suo rientro a Roma. Piero ha ricordato all’attento uditorio la
storia della sua solenne promessa: non
sarebbe più salito a cavallo, prima del suo rientro a Roma. L’impegno preso
dal Papa fu mantenuto: in più di una occasione, costrinse i cardinali, che
normalmente accompagnandolo utilizzavano il cavallo, a marciare con Lui a piedi. Le vicende
storiche, raccontate da Piero con grande capacità oratoria, hanno riepilogato
molti dei passaggi che portarono il Giudicato d’Arborea inizialmente a
primeggiare fra tutti gli altri Stati della Sardegna, ma successivamente anche a
perdere importanza.
Dopo la sconfitta di Sanluri (1410) il Giudicato divenne un
semplice marchesato, che circa mezzo secolo dopo, nel 1478, scomparve del
tutto. Dopo la sconfitta nella battaglia di Macomer del suo ultimo marchese,
Leonardo Alagòn, il territorio perse totalmente l’indipendenza, incorporato
nella Corona di Sardegna.
Cari amici, ho
ascoltato con grande attenzione il “ripasso” del nostro passato, fatto con
grande abilità da Piero Ortu, grande appassionato della nostra storia e delle
nostre radici, che, passo dopo passo, ha ripercorso le vicende del casato degli
Arborea e dei suoi illustri protagonisti: da Mariano II fino a Mariano IV ed a
sua figlia Eleonora.
Credo che Oristano dovrebbe incrementare gli incontri di
questo tipo, capaci di riunire sempre più numerosi appassionati; perché è
conoscendo il passato che possiamo programmare al meglio il nostro futuro. Un
plauso ad associazione come 50 & +, a editori come EPDO e S’Alvure, e
studiosi come Giorgio Pani, Piero Ortu, Giampaolo Mele, Paolo Gaviano, Walter
Tomasi e tanti altri, che con passione continuano ad analizzare la nostra gloriosa
e orgogliosa storia.
Ciao a tutti.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento