Oristano
10 Ottobre 2014
Cari amici,
credo che da molti anni
gli Oristanesi considerino la Piazza Roma la loro vera piazza di Città.
Dimenticato
il lontano passato, quando i palazzi del potere si affacciavano sulla Piazza
Manno (ora purtroppo in terribile abbandono), nelle epoche successive i centri
nevralgici diventarono Piazza Eleonora e Piazza Roma, collegate dalla Via
Umberto I°, più nota come Via Dritta. Pur affacciandosi il Municipio nella
Piazza Eleonora, per gli Oristanesi Piazza Roma è stata sempre più in vista, perché
da sempre luogo di transito, perché ospitava l’antico mercato e, in
particolare, perché al centro si erge l’imponente Torre di Mariano II, uno dei
pochi “gioielli” del glorioso passato sopravvissuti alla distruzione modernista,
che ricorda agli abitanti ed ai visitatori l’antico splendore, quando Oristano e
il Giudicato d’Arborea erano considerati il fulcro della vita politica, economica
e sociale dell’intera Sardegna.
Se questa Piazza, oggi,
riveste per l’intera Comunità cittadina un’importanza così grande, altrettanto
grande dovrebbe essere l’attenzione che la dovrebbe accompagnare.
Eppure, ad un
osservatore attento, così non appare. Nonostante la recente e sicuramente
“costosa” ri-pavimentazione (compresa la nuova scalinata della Chiesa di San
Sebastiano), i diversi lavori di ripristino delle facciate, portati avanti
dalla gran parte dei proprietari degli immobili che si affacciano sulla piazza,
uno dei fabbricati, proprio quello più vicino alla Torre, che fa angolo con Via
Garibaldi, continua imperterrito a rimanere intonso: un “rudere cadente”, quasi
come un vecchio che aspetta di morire! Per chi lo guarda risulta proprio “un pugno
in un occhio”, una bruttura che riuscirebbe ad oscurare anche la più degradata
periferia. Credo che tutti i giorni i numerosi oristanesi e quelli provenienti
dai paesi dell’interno, nonché i pochi turisti che si avventurano nella nostra
città, soffrano a vedere tale obbrobrioso spettacolo, fatto di muri sbrecciati,
serrande arrugginite, vetri rotti, pareti scrostate, alle quali hanno messo
mano di recente anche i vigili del fuoco, per rimuovere il cadente rivestimento
in quanto pericoloso per i passanti.
Eppure quel locale era
stato in passato ben famoso! Era la sede del “Bar Pasticceria IBBA”, il ritrovo più IN di Oristano. In quei locali, così come nello spazio
circostante, all’ombra della Torre di Mariano, tanti i personaggi che si sono
avvicendati: dai Barritas e Mister
Jhonson, agli “Oreri”, gli
scansafatiche oristanesi più famosi, come Su
Conti, Su Baroni e S’Autista, protagonisti della celebre
canzone di Benito Urgu e dei Barrittas “Whisky,
birra e Johnny Cola” (1964), ambientata proprio in questo bar e
successivamente diventata uno dei maggiori successi del pop sardo. Il locale
negli anni 60-70 del secolo scorso era così noto in tutta l’Isola, che nei fine
settimana non pochi cagliaritani e sassaresi venivano in gita ad Oristano per
assaporare il famoso e artigianale “semifreddo” di Ibba, qualcosa di
inimitabile anche nei due capoluoghi sardi.
Ebbene, cari amici,
oggi di tutto questo non rimane che polvere! Se è pur vero che tutto cambia, che
tutto inizia e tutto ha un termine, è anche vero che, a prescindere dall’utilizzo
privato che di un immobile può essere fatto, la sua “presenza fisica” nel
contesto cittadino dove è ubicato deve essere consona. Il giusto e necessario
decoro esterno del fabbricato che si affaccia sulla pubblica via deve essere
sempre salvaguardato, nell’interesse della collettività intera. Questo non lo sostengo
solo io, ma ci sono le leggi apposite che lo stabiliscono. Il prospetto esterno
di questo fabbricato, lo potete vedere nelle immagini da me riprese, che si
affaccia sulla Piazza più rappresentativa di Oristano, non può e non deve
restare nelle condizioni in cui è! In
questo mio sfogo critico, che sono certo sarà condiviso dalla maggioranza degli
oristanesi, mi rivolgo in particolare al Sindaco della città, l’amico Guido
Tendas, massimo rappresentante della Comunità oristanese, perché si attivi
senza indugio per trovare una soluzione che elimini questa bruttura.
A parole siamo in tanti
a dire che vorremmo Oristano “città pulita”, città da valorizzare, ma poi non facciamo
nulla per migliorarla, anche facendo finta di non vedere, per esempio, brutture
oscene come quella di Piazza Roma. Risolvere quest’ultima non è certamente difficile,
anche perché non credo proprio che esistano problemi economici da parte della
proprietà. E’ un problema, invece, di rispetto delle regole della civile
convivenza, di credere o non credere nei valori comuni. Finché ciascuno di noi,
chiuso all’interno del proprio egoismo, si preoccuperà di tenere pulito
l’interno della propria casa, gettando sulla strada la spazzatura, non
apprezzeremo mai il valore del bene comune. Finché non metabolizzeremo che il bene comune è il bene di tutti (e
per questa ragione dovrebbe essere considerato più importante del bene
personale), e non il bene di nessuno,
che tutti possono usare e abusare a piacimento, la nostra città potrà scordarsi
il significato della parola “decoro”,
anzi potrà addirittura cancellarla dal vocabolario!
Grazie a tutti
dell’attenzione.
Nessun commento:
Posta un commento