Oristano
12 Ottobre 2014
Cari amici,
ieri ho trascorso gran
parte della giornata sul Monte di S. Antonio, nella parte appartenente al
Comune di Borore. La giornata eccezionalmente bella e tiepida, che ancora
ricordava la fuggitiva estate, ha consentito un soggiorno particolarmente
felice. Sono stati gli amici del Rotary Club di Macomer ad invitarmi a
partecipare alla bella giornata campestre, organizzata per far conoscere il
territorio ai quattro ragazzi dello “Scambio Giovani”, selezionati quest’anno dal
club. Questo programma, come alcuni di Voi sanno, da anni fiore all’occhiello
del Rotary International, consente a giovani di ogni parte del mondo (in linea
di massima di 16-18 anni frequentanti le scuole superiori) di trascorrere un
anno in un’altra nazione, ospitati da famiglie rotariane o selezionate dal
Rotary, frequentare la scuola corrispondente, e poi, dopo l’interessante
esperienza, rientrare a casa. Le famiglie di appartenenza dei ragazzi che vanno
in scambio si impegnano, in reciprocità, ad ospitare un altro ragazzo per lo
stesso periodo. Il Rotary club di Macomer, presieduto quest’anno dal Dr.
Francesco Sussarellu, ha voluto dare un’impronta forte alla Sua presidenza,
dando precedenza allo Scambio Giovani e facendone il fulcro delle iniziative
dell’anno, organizzando 4 scambi.
L’incontro di ieri,
organizzato come “Caminetto dei soci”
(ogni socio, da solo o con altri, organizza la riunione con la partecipazione
di tutto il club) da Antonio Forma e Francesco Sias, era stato allestito nei
locali della ex Colona POA, ora perfettamente ristrutturata e funzionante dopo
anni di abbandono.
Il programma della giornata prevedeva l’incontro con i soci
e gli ospiti alle 10,00, nello spiazzo antistante la Colonia, con “colazione di
benvenuto”; a seguire escursione a piedi attraverso il bosco con visita ad un’antica
“Pinnetta” in località Montigu ‘e Mesu, ed, al rientro, una breve relazione tenuta da Antonio Forma sulla storia
del monte e sulle sue esperienze da ragazzo, vissute personalmente nella bella
montagna di S. Antonio. Un ricco pranzo, con tipico menù del mondo
agropastorale Sardo, ha concluso la bella giornata.
Cari amici, la perfetta
organizzazione della giornata, che ho apprezzato molto, mi da oggi lo spunto
per fare con Voi una delle mi solite riflessioni, partendo proprio dalla
bellezza dei luoghi e dall’antica struttura della POA (acronimo di Pontificia
Opera Assistenza), nata come colonia estiva. Il fabbricato, costruito sul monte
nel sito noto come “Sa Coa ‘e sa Mela” in territorio di Borore, dopo un modesto utilizzo come colonia, fu
successivamente abbandonato.
Negli anni 90, grazie all’interessamento del Comune di Borore e dell’Unione
dei Comuni del Marghine, attualmente proprietario della struttura, venne sottoposto
a restauro e, dopo la ristrutturazione, dato in concessione, in uso ventennale, alla Cooperativa Sacro
Cuore. L’area del parco di “Sa Coa ‘e sa
Mela”, di circa 9 ettari, fu ugualmente data
in concessione, alla stessa cooperativa.
Oggi il bel fabbricato,
che funziona come struttura polivalente integrata, funzionante a dovere,
accoglie un bel gruppo di anziani, in parte anche non autosufficienti, che
possono beneficiare – oltre che della perfetta assistenza – anche della salubre
aria della località, posta a circa 700 metri sul l.m. Attualmente
la Cooperativa S. Cuore è composta da circa 63 soci, gran parte dei quali
lavoratori, e collabora con diversi Comuni del centro Sardegna. Prevalente
nella struttura l’assistenza ed i servizi sono svolti in favore degli anziani
ospiti, ma considerato che gli spazi utili del fabbricato consentono di
estendere ulteriormente i servizi, nel periodo estivo vengono accolti giovani e
bambini che, grazie anche ai finanziamenti del Comune di Borore, possono godere
di vacanze, trascorse immersi in una natura bella e sana, riportando così all’origine la funzione per cui questo
fabbricato era nato.
Detto questo, cari
amici, voglio affermare con convinzione che, quando vogliamo, il connubio pubblico-privato
funziona e crea lavoro, in particolare per i giovani. L’esempio di questa
cooperativa, che, come ha detto il sindaco di Borore, funziona egregiamente ed
è oggi la cooperativa sociale con il più alto fatturato della zona, ne è un
esempio lampante, sicuramente da imitare. Per creare lavoro ci vuole inventiva
e tanta voglia di fare; per questo mettere insieme pubblico e privato consente
di creare un volano che possa smuovere una situazione da troppo tempo immobile.
Sono rotariano da molti
anni e, come ho detto mille volte, il Rotary non è un’Associazione di
beneficienza ma una struttura “di servizio”, intesa in senso di svolgere un’azione
propositiva, nell’ottica di stimolare, proporre, suggerire iniziative che, nel
territorio portino beneficio e aiutino a risolvere, attraverso la capacità e la
competenza dei suoi soci, situazioni che possono essere migliorate. Grazie al “Caminetto dei Soci” del Club di Macomer,
i molti ospiti ieri hanno potuto vedere
all’opera una bella struttura operativa, un bel gruppo di giovani al lavoro, in una località di gran pregio. Anche i
ragazzi provenienti dalle altre parti del mondo hanno sicuramente apprezzato.
Un grazie particolare
ad Antonio Forma, ideatore e relatore della bella conferenza sulla storia del
monte di S. Antonio e delle Sue reminiscenze giovanili. Antonio, come tanti,
tiene molto ai giovani e cerca in tutti i modi possibili di trovare soluzioni
ed iniziative che possano coinvolgerli nel mondo del lavoro. Anche Lui, come
molti di noi, ha figli che non svolgono attività lavorativa. Nonostante la sua
importante azienda di lavorazione carni (dove avrebbe voluto che il figlio si
inserisse e continuasse la sua attività), ha accettato di sostenerlo nella
realizzazione di un’altra attività, quella di una struttura di autolavaggio ed
altri servizi connessi. Anche questo è un modo per “far volare da soli” i giovani”, senza costringerli a seguire pedissequamente
la nostra ottica e le nostre aspirazioni. Oggi,
Domenica 12 Ottobre – dalle 10,00 alle 22,00 – l’inaugurazione del nuovo
autolavaggio, con musica dal vivo (DJ Mattia e ’70 Beat).
Lasciamo che i giovani
volino da soli e…aiutiamoli a farlo!
Ciao!
Mario
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