mercoledì, aprile 02, 2025

LA CURIOSA STORIA DE “I GIORNI DELLA VECCHIA”, GLI ULTIMI TRE DEL MESE DI MARZO. UNA CREDENZA LEGATA AD UNA LEGGENDA: IL MITO DI DEMETRA E PERSEFONE.


Oristano 2 aprile 2025

Cari amici,

Siamo appena entrati nel mese di aprile, sinonimo di “Primavera”, anche se, ufficialmente, questa ha inizio nel precedente mese di marzo. Marzo, a differenze del mese che lo precede, Febbraio, che ne conta 28, ha 31 giorni, tre in più, quindi, di febbraio. Ebbene, a dare una curiosa giustificazione a questi tre giorni in più ci ha pensato una curiosa, antica leggenda, frutto della credenza popolare, che li ha definiti i “Giorni della Vecchia”. Una credenza nata nella civiltà contadina, derivata però da quel ricorrente fenomeno meteorologico che vede, a fine marzo, un  improvviso e inaspettato ritorno del freddo, nonostante la primavera sia ufficialmente arrivata.

Amici lettori, è questo un fenomeno meteorologico che si ripete di frequente, se pensiamo che anche quest’anno a fine marzo in diverse regioni italiane abbiamo assistito a precipitazioni e a un sensibile abbassamento delle temperature, che ci hanno ricordato che l’inverno non aveva ancora detto la sua ultima parola. Ma torniamo alla saggia credenza in capo alla civiltà contadina, che nel tempo ha costruito questa curiosa leggenda dei Giorni della Vecchia, noti anche come "giorni imprestati".

La leggenda, alquanto diffusa, narra di una vecchia pastorella che, ingannata dal clima mite di fine marzo, che allora aveva 28 giorni come febbraio, credendo che l’inverno fosse ormai alle spalle e che la primavera avesse già spazzato via freddo e pioggia, negli ultimi giorni, rivolta a marzo, esclamò: “Ciao marzo, oramai non ho più paura di te, sei andato via portandoti appresso freddo e pioggia; era ora! Io, che ho pane, vino e legna a sufficienza nel camino, ti saluto: Ciao!” Marzo, sentendosi deriso e offeso da tanta arroganza, decise di vendicarsi. Chiese in prestito ad aprile tre giorni e scatenò un ritorno improvviso del freddo che colse impreparata la povera vecchia arrogante. Il gelo fu così intenso che la vecchietta, che aveva già esaurito le sue scorte invernali, ne rimase vittima.

Cosa ci insegna questa leggenda? Che non dobbiamo mai sfidare le forze della natura, governate da forze così potenti ed a noi precluse, tanto che i popoli antichi non solo non le sfidavano ma le veneravano! La mitologia, così presente negli antichi popoli, in particolare quello greco, in passato aveva ampie e salde radici. Erano gli dei dell'Olimpo a governare la terra ed i suoi abitanti. Anche la figura della Vecchia, presente in questa leggenda nostrana, possiamo dire che possa essere collegata in qualche modo al passato mitologico ed alle forze della natura, rappresentate dagli antichi dei.

Si, amici, la nostra leggenda è di certo strettamente legata alla mitologia greca, e in particolare a Demetra e Persefone. Ecco la storia. Demetra, dea dell'agricoltura e della fertilità, aveva una figlia, Persefone. Quando Persefone fu rapita da Ade, dio degli inferi, Demetra, addolorata, smise di curare la terra, causando carestia e gelo. Secondo il mito, Persefone mangiò sei semi di melograno negli inferi, cosa che la costrinse a trascorrere sei mesi con Ade e sei mesi con Demetra. Questo antico mito spiega così il ciclo dell'alternarsi delle stagioni: la terra è fertile quando Demetra sta con la figlia Persefone, mentre e sterile quando Persefone è lontana con Ade.

Un mito, questo, creato dagli antichi per evidenziare in modo chiaro il ricorrente ciclo delle stagioni, che si alternano in continuazione: "morte e rinascita", sono le caratteristiche del passaggio dall’inverno alla primavera. Quando Persefone è negli inferi, Demetra è in lutto e la terra è sterile (inverno), quando Persefone torna dalla madre, la natura rifiorisce (primavera). Amici, i Giorni della Vecchia possono, quindi, essere visti come gli ultimi momenti di dolore di Demetra prima del ritorno della figlia, un’ultima manifestazione dell’inverno prima della rinascita primaverile. Indubbiamente una leggenda affascinante, che manifesta il profondo attaccamento e rispetto che l’uomo del passato aveva per la natura ed i suoi cicli.

Amici, la cosa curiosa, oltre che affascinante, è che, spesso, gli ultimi 3 giorni di marzo erano e sono ancora davvero “invernali”! Sono, infatti, frequentemente caratterizzati da un repentino abbassamento della temperatura e da piogge, ovvero da condizioni climatiche instabili. Secondo alcuni meteorologi, questo fenomeno potrebbe essere spiegato con il contrasto tra le masse d’aria calda che iniziano a risalire dal Mediterraneo e gli ultimi fronti freddi provenienti dal Nord Europa. La battaglia tra queste masse d’aria genera spesso instabilità atmosferica e sbalzi termici significativi.

Cari amici lettori, una cosa è certa: tradizioni e credenze popolari come quella dei Giorni della Vecchia ci dimostrano come i nostri antenati fossero attenti osservatori dei cicli naturali. In un’epoca in cui non esistevano previsioni meteorologiche scientifiche, le Comunità rurali avevano sviluppato un complesso sistema di osservazioni, cosa che permetteva loro di interpretare per bene i segnali della natura. Oggi gli strumenti li abbiamo, ma questa antica saggezza popolare ci ammonisce e ci ricorda quanto sia importante mantenere un profondo legame con i ritmi naturali che governano il nostro pianeta. Se vogliamo lasciare un mondo vivibile alle nuove generazioni, rispettiamo sempre il nostro pianeta!

A domani.

Mario

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