Oristano 5 gennaio 2025
Cari amici,
Che la specie umana sia
stata creata da Dio per vivere una vita sociale, di relazione, è un realtà
concreta e irrinunciabile, nota fin dai tempi della Creazione. La vita di
relazione è basilare e indispensabile, ed è il motore del nostro vivere. La
grande Oriana Fallaci ebbe modo di affermare che “Un uomo che non
parla a nessuno e a cui nessuno parla, è come un pozzo che nessuna sorgente
alimenta: a poco a poco l’acqua che vi stagna imputridisce ed evapora” (Oriana
Fallaci).
Eppure succede! Sta
capitando sempre più spesso che, sia uomini che donne, dopo una vita di lavoro,
ad un certo punto decidano di fermarsi; insomma, smettono di essere attivi non solo nel senso di “estraniarsi dall’impegno
lavorativo”, ma anche di chiudere con le relazioni sociali, relegandosi in casa
a tempo pieno, occupandosi di nulla! In questo modo arrivano ad escludersi volontariamente dal contesto sociale, interrompendo praticamente ogni attività esterna e cancellando ogni
contatto. I motivi che portano a questa triste decisione possono certamente essere
diversi, a partire da quelli di natura depressiva. Il problema è che “Meno
si esce da casa”, meno si vuole lasciare il proprio rifugio, e, di
conseguenza, viene a cadere, arrivando a sparire, la voglia di uscire di nuovo. Persino le persone
normalmente abituate a uscire, dopo un certo periodo di isolamento, maturano
una sorta di pigrizia mentale, che le porta ad evitare di confrontarsi con l’esterno.
Ad entrare in questo temibile
circuito di chiusura all’esterno sono in particolare gli anziani, che,
decidendo di rinchiudersi volontariamente in casa, vanno incontro a pericolose
conseguenze che minano seriamente la loro salute, condizionandone la vita, sia dal punto di
vista fisico che psicologico. Conseguenze negative che si possono così
riassumere: in primis di salute: la ridotta esposizione alla luce solare
comporta una riduzione dei livelli di vitamina D, preziosissima per gli
anziani, a cui fa seguito la mancanza di stimoli di cui necessita il cervello, stimoli che derivano dai contatti e dalle relazioni sociali; ciò comporta un maggior rischio di solitudine
interiore, che causa depressione e tristezza, oltre a sensazioni di ansia e
paura. E questo non è certo tutto!
Secondo un’indagine
effettuata dagli studiosi dell’University of Colorado at Boulder,
infatti, la luce del sole ci serve per regolare i nostri cicli sonno-veglia,
per cui l’abitudine di stare a casa, perdendo così i benefici della luce
solare, può causare un aumento della possibilità di soffrire d’insonnia.
Inoltre, chi sta a casa tutto il giorno trascorre molto più tempo in modo
sedentario (ovvero seduto) per cui vi è anche
un aumento dell’obesità, oltre che fonte di ansia e di depressione. Per questo gli
studiosi consigliano di stare all’aperto ogni giorno per almeno 45 minuti,
preferibilmente nelle ore mattutine, e, se possibile, a contatto con la natura.
Amici, l’altro problema
importante è dato dall’autoescludersi dalle relazioni sociali. La volontaria auto-reclusione,
infatti, ha effetti alquanto negativi, meglio dire deleteri. La relazione sociale fisica è quella da
privilegiare, in quanto anche l’utilizzo dei social network e in generale di Internet
per parlare con familiari e amici, non sostituisce il contatto fisico, che, mancando, non fa altro che inaridire la relazione con gli
altri (basti pensare all’effetto benefico di un abbraccio…), impedendo a chi
abbandona la relazione fisica per quella virtuale, di godere appieno dei
piaceri della vita.
Come accennato in
premessa, rinchiudersi volontariamente in casa dando vita ad un vero e proprio “ritiro
sociale” comporta conseguenze pesanti anche sul piano della propria “CURA DI SE”.
Giorno dopo giorno, non avendo necessità di cambiarsi d’abito, come si fa
normalmente quando si esce di casa, si tende a trascorrere la giornata (e anche la settimana) con gli
stessi vestiti, trascurando la propria immagine e anche la propria igiene. Senza
il confronto con gli altri la conseguenza è che ci si trascura, arrivando a quel “lasciarsi andare” che alla fine può nuocere anche alla
salute.
Cari amici, l’auto-recludersi
in casa è assodato che è un atteggiamento fortemente negativo, e le cause, come accennato prima,
possono essere alquanto diverse. Senza dubbio, comunque, sono, almeno in parte, di natura psicologica.
Una Bassa autostima, la paura del mondo esterno, il timore delle relazioni
sociali, sono tutti sintomi che, in particolare nell'età senile, possono portare alla volontaria reclusione. È
un modo alquanto "sbagliato" di aver paura del mondo esterno, effettuato per non dover affrontare ciò che si trova al di fuori della
propria casa, quasi che fuori ci sia il bosco coi lupi! È triste, cari lettori, ma purtroppo ci sono quelli che scelgono questa strada sbagliata!
A domani,
Mario
Nessun commento:
Posta un commento