mercoledì, gennaio 08, 2025

IL TRISTE PRIMATO DELL'ANALFABETISMO DI RITORNO NEL NOSTRO PAESE. OLTRE UN TERZO DEGLI ADULTI SOFFRE DI "ANALFABETISMO FUNZIONALE".


Oristano 8 gennaio 2025

Cari amici,

La recente indagine svolta dall’OCSE nel 2023 sulle competenze degli adulti di età compresa tra 16 e 65 anni, ha messo in evidenza che oltre un terzo soffre di “ANALFABETISMO FUNZIONALE”. L’indagine PIACC dell’OCSE (Programme for the International Assessment of Adult Competencies) ha messo tristemente in luce che l’Italia è, tra i Paesi industrializzati, quello che, praticamente, si colloca agli ultimi posti, con "in aumento" il numero delle persone sempre più in difficoltà con la lettura e i numeri. Questa indagine, giunta al Secondo Ciclo (il primo fu svolto nel 2012), ha appurato che nella vita di oggi il possesso delle competenze risulta “fondamentale per poter partecipare con successo all’economia e alla società odierna”; competenze che debbono essere in costante aggiornamento, tanto più necessarie di fronte alla rapida evoluzione tecnologica, alle sfide della transizione energetica e dell’invecchiamento demografico.

Il problema è alquanto serio, in quanto solo gli adulti in possesso delle giuste competenze “riescono a gestire meglio le complessità della vita contemporanea“, oltre ad orientarsi nella massa delle informazioni sempre più tecnologiche, in modo tale da “contribuire al raggiungimento di decisioni e politiche più consapevoli“. Invece, gli adulti con ridotte competenze, sono come pesci fuor d'acqua, in quanto “si sentono esclusi dai processi socio economici e politici, mancando delle competenze necessarie per interagire con le crescenti informazioni complesse in ambiti digitali, il che rappresenta una crescente, seria preoccupazione per le democrazie moderne”.

Dall’indagine prima ricordata è emerso che in Italia gli adulti di età compresa tra 16 e 65 anni hanno ottenuto in media 245 punti nei test di ‘Literacy’ (9 punti sotto la media Ocse), 244 punti in matematica (11 meno della media) e 231 punti nell’adaptive problem solving’ (sotto di 15 punti rispetto alla media). Nella ‘Literacy’ il 35% degli adulti italiani (media Ocse 26%) ha ottenuto un punteggio pari o inferiore al Livello 1 e rientra quindi nella categoria degli “Analfabeti funzionali”, nel senso che sanno leggere e scrivere, ma hanno grandi difficoltà (o addirittura insuperabili) nel comprendere, assimilare o utilizzare le informazioni che leggono.

Amici, la triste realtà è che un adulto su tre, in Italia, è analfabeta funzionale! Questo il triste record del nostro Paese, che, essendo "alto" il divario con la media dei Paesi sviluppati (per capacità di lettura, elaborazione di informazioni numeriche e problem solving), resta alquanto preoccupante. Ciò significa che l’OCSE ha evidenziato il “Ritratto” di un Paese in affanno, ovvero ha constatato un reale quadro preoccupante, che va ben oltre le semplici statistiche. Ma il vero dramma si nasconde dietro un numero: la tristezza che il 35% degli adulti italiani rientra nella categoria degli “analfabeti funzionali”.

Dallo studio emerge anche un altro dato importante: il forte divario esistente tra il Nord e il Sud del nostro Paese; mentre le regioni settentrionali e centrali riescono spesso ad allinearsi alla media OCSE, il Mezzogiorno registra valori costantemente inferiori. L’unica area del Paese che raggiunge la sufficienza nella comprensione e nell’uso dei numeri, è il Nord-Est. Un dato che mette in evidenza un’Italia a due velocità. Anche l’età gioca un ruolo cruciale in questo scenario. I giovani tra i 16 e i 24 anni mostrano risultati incoraggianti, superando non solo la media nazionale ma, nel caso della matematica, anche i loro coetanei un poco più grandi. Tuttavia, questo vantaggio iniziale sembra dissolversi invecchiando, rivelando una preoccupazione tendente alla perdita di competenze nel corso della vita lavorativa.

Le difficoltà in matematica rispecchiano quelle della lettura. Lo studio rileva che in matematica il 35% degli adulti italiani fatica con operazioni che vanno oltre i calcoli di base (solo il 6% raggiunge livelli di eccellenza), meno della metà della media OCSE che è del 14%. Un dato che ha ripercussioni concrete sulla capacità del Paese di innovare e competere nell’economia globale. Sostanziali differenze anche tra uomini e donne. Si, analizzando nei dettagli questo “Analfabetismo funzionale”, si rileva che persiste anche il divario di genere. Il divario è presente soprattutto in matematica, dove gli uomini ottengono risultati migliori; questo scompare quando si considerano i laureati in discipline STEM. Un dato che suggerisce che il problema non risiede in una differenza di capacità intrinseche, ma piuttosto negli stereotipi culturali che influenzano le scelte formative delle donne, limitando il loro accesso a percorsi di studio e di carriera in ambito scientifico e tecnologico.

Amici, investire nell’istruzione è imprescindibile!  L’istruzione rimane il principale ascensore sociale: chi possiede una laurea mostra competenze significativamente superiori. Eppure, solo il 20% degli italiani tra i 25 ei 65 anni ha un titolo di studio terziario, mentre il 38% non arriva nemmeno al diploma. L’analisi svolta dall’OCSE è una fotografia abbastanza impietosa del nostro Paese, che evidenza una collocazione poco consona.  In un mondo dove la complessità aumenta di giorno in giorno, le competenze digitali diventano essenziali, e l’Italia rischia di rimanere intrappolata in un circolo vizioso di bassa produttività e limitata innovazione.

Cari amici, è tempo di smetterla di continuare a pensare “Io speriamo che me la cavo”, come ironicamente evidenziato in un bel film! Se l’Italia vuole quanto prima allinearsi agli altri Paesi, è necessario mettere in atto azioni decise che non devono limitarsi solo al riavvicinamento agli altri Paesi, ma anche alla riduzione delle disparità interne tra Nord e Sud, tra giovani e anziani e tra uomini e donne. Investire nella formazione continua e nell’eliminazione degli stereotipi di genere non può più essere procrastinato! È una questione vitale per l’economia e la coesione sociale del nostro Paese!

A domani.

Mario

 

 

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