martedì, aprile 06, 2021

CHE FARE DELLA PLASTICA NON RICICLABILE? PRODURRE MATTONI DA COSTRUZIONE, PER ESEMPIO, POTREBBE RISOLVERE IL SERIO PROBLEMA…


Oristano 6 aprile 2021

Cari amici,

Che la plastica stia letteralmente invadendo il mondo, in particolare il mare, è un dramma noto e spesso sottovalutato; in assenza di leggi ambiziose e di comportamenti responsabili delle imprese che la producono, dato che le aziende continuano ancora ad inondarci di prodotti monouso pur sapendo che il riciclo da solo non basta, il dramma prima o poi diverrà incontrollabile. C’è da dire, però, che il senso di responsabilità dei consumatori sta migliorando e che una discreta quantità di plastica viene avviata al riciclo e fatta rinascere a nuova vita.

Non tutta la plastica, però, può essere riciclata, e discrete quantità di questo prodotto “non riciclabile” creano situazioni di allarme e difficoltà di smaltimento. Ed ecco però, come spesso accade, arriva all’improvviso l’idea geniale, capace di dare soluzione ad un problema che prima appariva insolubile. Un’idea rivoluzionaria nata in una nazione addirittura povera, il Kenia, terra non certo brillante per sviluppo tecnologico. A trovare soluzione al problema, una giovane donna ingegnere (laureata in scienze dei materiali), Nzambi Matee, che, con la sua preziosa idea, ha trovato il così detto “uovo di Colombo”.

Questo intraprendete ingegnere, che guida la società Kenyota Gjenge Makers Ltd., conscia delle dimensioni colossali del “problema plastica”, e stanca di vedere il proprio Governo non occuparsene in maniera efficace, studiando a fondo il problema è riuscita a ideare un processo produttivo che reimpiega gli scarti di plastica non riciclabile nella fabbricazione di mattoni per gli edifici. La Gjenge Makers, con sede a Nairobi, oltre i mattoni, produce anche piastrelle per pavimentazione e coperture per tombini, mescolando la plastica con la sabbia.

Riciclare questa plastica per produrre mattoni è apparsa subito un’idea geniale, capace di dare una svolta concreta all’edilizia; la società Gjenge Makers Ltd., azienda tutta Kenyota, con questo progetto è oggi la prima realtà al mondo capace di trasformare la plastica non riciclabile in un oggetto di fondamentale importanza per la costruzione degli edifici! Appare davvero straordinario che certe idee nascano dove, a volte, meno ce lo aspettiamo! Proprio in zone dove più tremende appaiono le difficoltà, talvolta emergono le migliori soluzioni. Nell’arco del prossimo ventennio potremmo assistere a moltissime realtà che nasceranno ovunque, con l’intento di fronteggiare i problemi comuni all’intero pianeta, tra cui il riscaldamento globale, le disuguaglianze economiche e sociali e l’inquinamento da plastica.

Ora che il mondo ha scoperto la strabiliante storia del giovane ingegnere, non solo questo nuovo materiale appare assolutamente consono al suo obiettivo, ma risulta addirittura da 5 a 7 volte più resistente del precedente realizzato con il cemento. Le scorte di plastica per produrre i primi manufatti provengono dai rifiuti in polietilene a bassa e alta densità stoccati e prelevati presso gli impianti di confezionamento locali, per poi essere avviati alla trasformazione. Nello stabilimento saranno poi trattati e compattati attraverso presse idrauliche capaci di sviluppare un’enorme forza e infine rivenduti.

Il risultato di questo processo che è apparso subito davvero gradito, permette di ottenere perfette mattonelle in vari colori, con un costo di circa 7 euro al metro quadro, prodotte da scarti che altrimenti non sarebbero stati più “né trasformati né riciclati”, come riferisce la stessa Nzambi Matee parlando della sua azienda.  Un’idea davvero vincente, che ha fatto vincere alla sua azienda il premio “Young Champions of the Earth 2020” delle Nazioni Unite, e che oggi è già ben operativa in quanto produce ogni giorno 1.500 mattoni, dando lavoro a 112 persone.

Si, amici, negli ultimi anni la plastica si è resa protagonista nel mondo non tanto per la sua infinita duttilità, quanto per i danni che ha creato e sta continuando a creare all’ambiente; se è pur vero che le diverse plastiche hanno contribuito in maniera importante allo sviluppo economico di molti Paesi, è anche vero che risulta difficile da risolvere il problema dello smaltimento corretto. Stando ad un recente rapporto del WWF ogni anno finiscono abbandonati nell’ambiente qualcosa come 100 milioni di tonnellate di materiali plastici. Sperare in una soluzione capace di metter fine rapidamente all’emergenza globale sarebbe utopistico.


Cari amici, ecco perché l’idea della piccola startup kenyana, guidata dall’imprenditrice Nzambi Matee è apparsa come una soluzione rivoluzionaria. Molti auguri, dunque, alla Gjenge Makers ed alla sua guida l’ingegner Nzambi Matee, nella speranza che prosegua con soddisfazione il lavoro iniziato e con l’auspicio che molte altre realtà nel mondo seguano questo esempio di straordinaria attenzione all’ecosostenibilità e alla protezione del nostro mondo già abbondantemente violentato.

A domani.

Mario
Non solo mattoni, ma anche pavimenti e altro

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