venerdì, dicembre 14, 2018

LA TRAGICA ILLUSIONE DEL GIOCO E DELLE LOTTERIE. A VINCERE, PURTROPPO, È SEMPRE IL BANCO. L’EMBLEMATICO CASO DI MICHELA DE PAOLI.


Oristano 14 Dicembre 2018
Cari amici,
Il demone del gioco ha sempre avviluppato l’uomo tra le sue spire. Fin da epoca remota, in Oriente e in Occidente, tutti i popoli, dagli Assiro Babilonesi agli Egizi, dai Greci ai Romani, in vario modo praticavano il gioco d’azzardo, una specie di sfida con la sorte, che presto diventava un vizio incontenibile, un bisogno da appagare in continuazione. Nell’individuo iniziato al gioco, infatti, questo demone diventava una droga che richiedeva una pratica costante, una ansiosa, continua sfida alla sorte, un gioco d’azzardo compulsivo, che spesso distruggeva patrimoni, amicizie, vita familiare e sociale.
Nel tempo questa passione non è cambiata, mai calata di tono: sono solo cambiati i sistemi di gioco. Ai dadi e alle tavolette si sono sostituite le carte, le lotterie, i gratta e vinci, le slot machine, i giochi televisivi come “Rischiatutto” e "Chi vuol essere milionario", solo per citare quelli più noti praticati ai giorni nostri. Si, il desiderio di giocare, al pari di un’autentica droga, non è mai scomparso: ha solo modificato gli strumenti! Ebbene, nonostante tutti a parole dicano che bisogna fare qualcosa, che da parte delle Istituzioni si debbano mettere in atto procedure e strumenti per riuscire a dissuadere le persone da questa tentazione, poco o niente si fa, per riuscire almeno, se non proprio ad eliminare, almeno a calmierare questa terribile droga.
Sicuramente il problema non è di facile soluzione, se permane radicato nell’uomo da migliaia di anni avviluppandolo nelle sue spire, ma credo che si possa e si possa e si debba fare ancora molto. Partendo, per esempio da un fatto concreto, eclatante: uno dei più grandi distributori del gioco d’azzardo è proprio lo Stato, che patrocina le più importanti lotterie, a partire dalla “Lotteria Italia”, quella che mette in palio uno stratosferico primo premio di 5 milioni di euro. Si, amici il gioco d’azzardo, come altre forme di dipendenza (web addiction, droga, alcol) è un serio problema sociale, quindi il primo a cercare di risolverlo dovrebbe essere proprio lo Stato!
Ho già parlato su questo blog, credo più di una volta, del gioco d’azzardo, delle sue implicanze e delle temibili conseguenze, e oggi su questo blog vorrei ribadire un concetto che è spessissimo ignorato, ma che invece varrebbe la pena di valutare con attenzione: la scarsissima possibilità di vincere.
A qualsiasi gioco si partecipi, come insegna la statistica, le possibilità di vincere sono praticamente vicine allo zero. Le tanto reclamizzate vincite milionarie in realtà sono praticamente solo una chimera: una possibilità non su mille ma su milioni, dato il gradissimo numero di partecipanti. Inoltre, se ci soffermiamo un istante sul così detto super-fortunato baciato dalla sorte, quello che casualmente è riuscito a vincere una cifra importante, spesso la vincita più che avergli cambiato in meglio la vita spesso l'ha peggiorata. Si, amici, diversi casi concreti lo dimostrano senza ombra di dubbio. 
Un cambio epocale di situazione economica può diventare più un tormento che un’estasi, in quanto la persona interessata entra in un circuito che gli stravolge la vita, e che spesso, in poco tempo, lo fa ritornare più povero di prima, con l’aggiunta della grande delusione e frustrazione.
Forse vi state chiedendo perché io venga a dirvi oggi tutto questo. Perché sono a conoscenza di fatti che lo dimostrano in maniera inequivocabile. Gli esempi credetemi non mancano: da chi ha vinto in passato grandi cifre facendo un solitario 13 al totocalcio, a chi ha vinto ricchi premi nelle lotterie, fino a quelli che, dopo aver partecipato a giochi a quiz in trasmissioni televisive, hanno visto polverizzarsi le cifre importanti vinte e portate a casa. Insomma, quasi una dimostrazione che il demone del gioco non risparmia nessuno (nel male), nemmeno chi casualmente riesce a vincere una bella somma!
Potrei portare tanti esempi di persone di ceto modesto che, dopo aver vinto, sono poi ritornate ad una situazione economica più precaria della precedente. La prima che mi viene in mente è quella di una significativa vincita avvenuta proprio nella nostra Provincia molti anni fa: fu realizzato un unico 13 al Totocalcio che fruttò al fortunato giocatore della schedina milionaria molti milioni di lire di allora (l’euro non c’era). Dopo l’euforia iniziale, iniziarono le spese pazze: viaggi, acquisti fuori luogo, alberghi di lusso e così via; in poco tempo i milioni si polverizzarono, e la situazione economica del "fortunato vincitore" non solo ritornò come prima, ma addirittura peggiorò, per i debiti contratti nel periodo della avventata, euforica gioia!
Cari amici, il post di oggi ho deciso di scriverlo proprio dopo aver letto di un fatto molto simile. Voglio riportare la triste storia di un'altra vincita nefasta, che ha colpito una persona che anni fa, nel 2011, vinse una cifra importante nella trasmissione televisiva "Chi vuol essere milionario".Fu la signora Michela De Paoli, sette anni fa, ad aggiudicarsi nel celebre quiz condotto da Jerry Scotti la stratosferica cifra di "Un milione Euro", somma che avrebbe dovuto cambiare in meglio e per sempre la precedente situazione economica sua e della famiglia. Ma così non è stato.
Michela, purtroppo, oggi economicamente riesce a malapena a sopravvivere. Ha perso tutto. È stata lei stessa a raccontarlo, al settimanale SPY, proprio nei giorni in cui il famoso quiz di Jerry Scotti è tornato in tv. Nell’intervista ha dichiarato che da quel lontano 27 Gennaio 2011, giorno in cui aggiudicò la cifra a sei zeri messa in palio dal programma di Canale 5, le cose per lei sono cambiate parecchio. Del milione di euro, tolta una parte della vincita che era stata trattenuta dallo Stato (20 per cento), ne erano rimasti 800 mila; dopo aver acquistato una villetta e investito del denaro in una gelateria (che non ha funzionato) la situazione le è sfuggita di mano e attualmente ha grossi problemi economici. Insomma, forse, stava meglio prima.
Ecco, anche con Lei il demone del gioco si è vendicato! Volatilizzatasi la vincita, ora a Michela non le resta che il necessario per vivere e, ancora non paga, cerca di continuare a tentare la fortuna, chiedendo ripetutamente di poter partecipare ad altri quiz, ma nessuno per ora le ha dato  una nuova opportunità.
Cosa ci può insegnare tutto questo? Tanto, se vogliamo davvero riflettere! Innanzitutto che il gioco d’azzardo, come tante altre droghe, è qualcosa da temere e da evitare.  La nostra vita, più o meno ricca, più o meno ordinaria, viviamola serenamente, con le nostre forze e con quello che abbiamo. I miracoli, specie quelli di natura economica, difficilmente esistono, meglio che non lo dimentichiamo mai! E poi, come detto prima, in tutti i giochi d’azzardo, ricordiamoci che a vincere è sempre  e solo il Banco!
A domani.                        
Mario

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