sabato, febbraio 20, 2016

BUDELLI E LA SUA SPIAGGIA ROSA. QUANDO I BAMBINI SONO CAPACI DI SOSTITUIRSI ALLO STATO. UNA BRILLANTE INIZIATIVA CHE CI AUGURIAMO POSSA CONCLUDERSI FELICEMENTE.

Oristano 20 febbraio 2016
Cari amici,
spesso, pur nella loro ingenuità, i bambini fanno ragionamenti da grandi. Anzi, dico di più: nella loro logica pur elementare, sanno essere più lungimiranti di certi politici che ci governano temendo comportamenti da elefante in un campo di margherite! Perché oggi mi fiondo a Voi con queste ironiche considerazioni? È presto detto: voglio parlarvi del “pasticciaccio brutto” dell’sola di Budelli, una delle perle del mare sardo, un paradiso terrestre di rara bellezza, la cui sorte è da tempo appesa a un filo. Per chi non ne conosce la storia recente, eccola in sintesi.
L'odissea dell'isola di Budelli, da sempre proprietà privata pur essendo una delle perle dell'Arcipelago della Maddalena nel mare di Sardegna (inclusa tra l’altro nel Parco Nazionale Arcipelago della Maddalena), cominciò dopo il 2.000. Questo paradiso terrestre di circa 160 ettari (che comprende la celebre " Spiaggia rosa", immortalata nel film "Deserto Rosso" di Michelangelo Antonioni del 1964, che la utilizzò per l'ambientazione di alcune scene), a seguito di cattive vicende economiche del proprietario finì, con altri suoi beni, all’asta. Dopo le non poche lungaggini della procedura esecutiva immobiliare, se la aggiudicò nel 2013 un magnate neozelandese di nome Michael Richard Harte.
Questo “passaggio in mano straniera”, però, non passò inosservato: la mobilitazione degli ambientalisti fu grande: fece tale e tanto scalpore che lo Stato, finalmente, si decise ad esercitare il diritto di prelazione, previsto in questi casi per legge. Per reperire i fondi il Governo inserì una apposita "voce" di 3 milioni di euro (questo il valore di stima) nella legge di stabilità del 2014.
L’operazione di salvaguardia messa in atto dallo Stato, però, infastidì non poco Mister Harte, che non si diede affatto per vinto. Inizialmente fece ricorso al TAR Sardegna, che gli diede però torto; si rivolse allora al Consiglio di Stato che ribaltò il verdetto del Tar con la motivazione formale che il Parco nazionale Arcipelago della Maddalena non aveva ancora adottato il piano previsto dalla legge quadro sulle aree protette (n.394). Conseguentemente, a tempo di record, il Tribunale di Tempio Pausania diede esecuzione alla sentenza, impegnando l'acquirente a versare 2,9 milioni di euro entro 60 giorni. Sembrava ‘storia finita’, ma così non era.
L’ipotesi del definitivo passaggio dell'isola di Budelli ad un privato, per giunta straniero, non fece demordere le resistenze degli ambientalisti. Loro, gli irriducibili protettori di Budelli, attraverso una nuova petizione popolare reclamarono a gran voce l'esproprio dell'isola. Questo lungo braccio di ferro portò i suoi frutti: alla fine il magnate neozelandese Michael Harte, si decise a rinunciare all'acquisto dell'isola, defilandosi e non versando la cifra pattuita. In una lettera inviata dal suo ‘entourage’ al sindaco si legge: «Purtroppo mister Harte ritiene che non vi siano le condizioni necessarie o sufficienti per realizzare il piano di conservazione e ricerca ambientale da lui auspicato, la cui utilità e pubblico interesse è stata riconosciuta anche dal Consiglio di Stato». Un modo elegante per dire che l’uomo si defilava per colpa altrui.
Tutto è bene ciò che finisce bene, allora? Ma no, la telenovela continua! Sapete perché? Perché qualcuno, ora, deve trovare i 3 milioni di euro necessari per sanare la pendenza dei vecchi proprietari, e lo Stato non sembra disposto a metterli (forse perché non li ha). Che fare allora? Il tribunale sta per riprendere la vecchia tiritera…avviando una nuova procedura di assegnazione. È a questo punto che, inaspettato, arriva il curioso intervento che accennavo in premessa.
"L'Isola di Budelli la compriamo noi: sarà l'isola dei ragazzi", questo quanto gridato a gran voce dai ragazzi della seconda II B della scuola media di Mosso (Biella), per difendere dalla speculazione edilizia l’isola di Budelli, come si legge sulla Stampa. La cosa che meraviglia, amici miei, è che questo grido di dolore, questo appello, non è venuto da una scuola sarda, come tutti si sarebbero aspettati, ma da una parecchio lontana dall’Isola! Questi meravigliosi ragazzi piemontesi, per trasformare il loro sogno in realtà, hanno già preparato una pagina Facebook, in modo da poter coinvolgere tutti gli studenti italiani: ovviamente a partire proprio dagli alunni delle scuole della Sardegna, sicuramente i più interessati e che, proprio loro, avrebbero dovuto fare da cassa di risonanza in campo nazionale.
L’idea di questi ragazzi, che quanto a fumetti sono dei veri esperti (conoscono bene Paperon de' Paperoni, che costruì il suo impero partendo da un primo magico cent), è già operativa: hanno raccolto tra di loro ben 75 euro che hanno poi versato in un conto corrente con la seguente causale: “Contributo per l’acquisto dell’isola di Budelli”.  Questi primi soldi sembrano pochi, ma l’importante è aver fatto il primo passo. Ecco cosa dicono: “Noi abbiamo donato 5 centesimi per ciascuno dei 1500 abitanti del nostro paese. Il messaggio che vogliamo lanciare è questo: se tutti gli studenti italiani donassero 50 centesimi potremmo mettere insieme i tre milioni di euro necessari per vincere la prossima asta. Così eviteremo che questo patrimonio finisca nelle mani di un privato, di uno sconosciuto”.  Un progetto, a mio avviso, quello portato avanti dai ragazzi, da dieci e lode.
Cari amici, la geniale trovata di questi ragazzi piemontesi di scuola media, subito supportati dal loro docente di Scienze, Prof. Giuseppe Paschetto, credo sia un grande esempio da imitare, soprattutto da noi sardi: è col cuore che si raggiungono certi traguardi.  I ragazzi sono già entusiasti: “Mia mamma è di origine sarda e anche io in fondo mi sento un po’ isolana - dice Eleonora Cavagna alla Stampa -. Non ho mai avuto la possibilità di visitare Budelli ma ho a cuore il destino di quest’isola”. Lorenzo Fiorito, sempre dalle pagine del quotidiano di Torino, incoraggia i compagni: “I social network saranno per noi un’arma in più. Sono sicuro che tantissimi studenti aderiranno al nostro progetto. Noi, d’altronde, ci abbiamo messo pochissimo tempo a raccogliere i 75 euro per la causa. Sarebbe ancora più bello se riuscissimo a coinvolgere anche gli studenti degli altri Stati che si affacciano sul Mediterraneo”.
L’entusiasmo è contagioso, si sa. La speranza è che lanciato il sasso arrivi la risposta giusta: il mare è fatto di tante piccole gocce e nel portafoglio, pensiamoci, c'è sempre qualche euro spendibile. Se tutti partecipassero (…oggi è possibile farlo in rete con un bel Crowdfunding) si arriverebbe presto al risultato. I ragazzi hanno lanciato la sfida: ora sta a noi raccoglierla, per poter garantire uno splendido futuro ad un'isola meravigliosa. L’isola della spiaggia rosa.
Ciao amici, a domani.
Mario



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