lunedì, febbraio 08, 2016

SARTIGLIA 2016: ORISTANO FA RIVIVERE NEL PALAZZO GIUDICALE LA CORTE DEGLI ARBOREA.

Oristano 8 Febbraio 2016
Cari amici,
La Sartiglia 2016 sarà certamente ricordata più delle altre: nell’edizione di quest’anno ai festeggiamenti consueti si aggiunge una brillante iniziativa: quella di attrezzare l’ex Reggia degli Arborea, ubicata in Piazza Manno, facendo rivivere agli oristanesi ed ai numerosi turisti presenti in città uno spicchio della vita dei tempi del Giudicato. Iniziativa che ha colpito nel segno, in quanto un crescente numero di visitatori, in particolare giovani, si sono riversati all’interno dello storico palazzo (per molti anni trasformato in penitenziario) per visitare i locali un tempo dimora della Corte del casato degli Arborea, declassato e e vilipeso nei secoli successivi diventando sinistro luogo di detenzione, fortunatamente ora abbandonato.

La città ha mostrato di gradire questo ideale, storico “ritorno al passato”, grazie anche al sapiente allestimento della mostra che all’interno dell’ex carcere (che ancora mostra la sua sinistra presenza con la lunga fila di celle, dimora per molto tempo di generazioni di carcerati), ha cercato in modo intelligente di riportare in quelle antiche mura i fasti (senza dimenticare anche le crudeltà) del periodo giudicale. Grazie alla consulenza storica di Pupa Tarantini, al grande impegno di Marinella Foddis, che dirige la società EventOR, supportate da un piccolo gruppo di appassionati (Annamaria Flore, Barbara Contini, Caterina Marras, Gianni Foddis, Bruno Atzori, Elisa Monica Magario) e la collaborazione di Franco Cuccu, del Gruppo storico di Antonio Bandino di Sanluri e, come sponsor, dell’Ente Foreste della cantina Contini, si è realizzata una fedele ricostruzione di uno spaccato della vita medioevale nella Corte degli Arborea.
Al visitatore curioso, dopo aver varcato l’ingresso ben adorno di vessilli con i colori della città bianchi e rossi, si mostrava il "mercato medievale" (Ruga Mercatarum), dove diversi artigiani con i vestiti dell’epoca erano intenti a svolgere gli antichi mestieri; nell’ampio salone più avanti una fedele ricostruzione della Sala delle Udienze dei Giudici, ricreava l’antico fascino medioevale, completato dalla sala d’Armi (pezzi originali) e dalla temibile camera delle torture, che mostrava le terribili macchine all’epoca utilizzate (quelle mostrate erano originali dell’epoca), capaci ancora oggi di incutere paura e terrore.
Un folto gruppo di giovani, ragazzi e ragazze in costume d’epoca, si mostrava ai visitatori danzando di fronte al trono di Eleonora, e muovendosi al suono di musiche del passato, mentre baldi giovani con spada e corazza mimavano duelli, tristi reminiscenze delle lotte del passato. Era in ritorno indietro nel tempo: un osservatore attento poteva quasi scordare la finzione, per calarsi in una realtà quasi palpabile, dati i bellissimi costumi, le armature e tutto il resto, che contribuiva a ricreare un’atmosfera credibile.
La presenza di tanti oristanesi e di numerosi turisti mostrava chiaramente la validità dell’iniziativa che certamente rafforza il forte desiderio degli oristanesi di riappropriarsi, opportunamente valorizzata, dell’antica Reggia arborense, una delle poche testimonianze del passato sopravvissuta alle distruzioni fatte nei secoli scorsi. L’ex carcere di Piazza Manno deve tornare alla città: Oristano merita di mostrare con orgoglio il suo passato giudicale, quando la città poteva essere considerata, senza ombra di dubbio, la capitale dell’Isola, governata da una Eleonora che, con la sua “Carta de Logu” mostrava, con grande lungimiranza, di essere capace di dare ai popoli regole giuridiche moderne e all’avanguardia.
Il grande successo dell’iniziativa “Vivere alla Corte degli Arborea”, merita un plauso da parte di tutti gli oristanesi, che si augurano possa essere la prima di una bella serie, fino a portare al ripristino (per farne un museo giudicale perenne) di quell’antico luogo che vide gli Arborea dare grande luminosità ad Oristano ed a tutta la Sardegna.
Amici, lo spero davvero! A domani.

Mario 

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