Oristano
31 Agosto 2014
Cari amici,

E’ di questi giorni la
notizia che l’Italia, già in recessione, è entrata in deflazione. I
dati economici, aridi e tristi, non lasciano dubbi: lo ha comunicato l'Istat
spiegando che la stima preliminare diffusa il 6 agosto 2014 scorso aveva già rilevato
una diminuzione tendenziale dello 0,3%. Nel secondo trimestre del 2014 il
prodotto interno lordo è diminuito dello 0,2% sia rispetto al trimestre
precedente, sia nei confronti del secondo trimestre del 2013. Il PIL è così
risultato negativo per due trimestri consecutivi (-0,1% nel primo trimestre). La
variazione acquisita per il 2014 è pari a -0,2%. Il calo congiunturale del PIL
è la sintesi di andamenti negativi del valore aggiunto in tutti i principali
comparti, con diminuzioni dello 0,8% nell'agricoltura, dello 0,5%
nell'industria e dello 0,1% nei servizi. In termini tendenziali, il valore
aggiunto è aumentato dello 0,4% nell'agricoltura e dello 0,1% nei servizi,
mentre ha registrato un calo nell'industria in senso stretto (-0,7%) e nelle
costruzioni (-2,1%).
L'Italia
è entrata dunque in deflazione: per la prima volta, dopo oltre 50 anni,
cioè dal Settembre del 1959, quando però l'economia non era stagnante ma era in
forte crescita. La precisazione è sempre dell'Istat, che ricorda che allora la
variazione dei prezzi risultò negativa dell'1,1%, in una fase di 7 mesi di
tassi negativi. A creare seria preoccupazione è addirittura il calo degli
alimentari: ad agosto risulta ancora negativo il cosiddetto “carrello della spesa”,
ovvero l'insieme dei beni che comprende l'alimentare, i beni per la cura della
casa e della persona. Il ribasso rilevato infatti pari allo 0,2%, anche se in
recupero rispetto al -0,6% di luglio.
Ad agosto risultano in
deflazione tre settori su dodici, tra i comparti monitorati. I prezzi infatti
scendono, su base annua, per alimentare (-0,5%), comunicazioni (-9,1%) e
abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-1,1%). L'istituto di statistica
sottolinea che tra i tre il capitolo comunicazioni presenta tassi negativi da
più lungo tempo. A confermare che piove sempre sul bagnato, è anche il tasso di disoccupazione, calcolato a Luglio, che
è salito al 12,6%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto a Giugno
(era al 12,3%) e di 0,5 punti su base annua. Si torna così, dopo il calo di Giugno,
ai livelli di Maggio (12,6), vicini al massimo storico toccato a Novembre 2013
(12,7%). Il numero dei disoccupati è salito a quota 3milioni 220mila, in
aumento del 2,2% rispetto a giugno (+69mila) e del 4,6% su base annua
(+143mila).
Cari amici, credo che
le aride cifre esposte non si prestino a interpretazioni diverse dalla
durissima realtà: il nostro è un Paese che può essere paragonato ad un malato
grave, anzi gravissimo, che senza cure immediate può soccombere in qualsiasi
momento.
E’ tempo che dalle parole si passi ai fatti: fatti concreti, che debbono
riguardare non solo l’Italia ma anche l’Europa, se veramente vogliamo che
questa Europa sia una vera unione di popoli e non solo una parvenza, comoda
solo ad alcuni. E’ tempo che i Paesi che la compongono, in particolare quelli
che hanno dato vita oltre 60 anni fa all’Unione Europea, guardino concretamente
in faccia la realtà e, senza indugio, completino quel percorso rimasto a metà
strada, trasformando l’Europa Unione Economica in un vero Stato Federale. Qualunque
cosa, lasciata a metà, è un’incompiuta che con il tempo diventa più un danno
che un guadagno. In questo momento l’Unione corre un pericolo mortale: senza
trasformarsi concretamente in uno Stato, credo il suo destino sia già segnato.
Ciao.
Mario