lunedì, febbraio 03, 2014

LE CHIARE REGOLE DELLA DEMOCRAZIA: MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE, OGNUNA NEL PROPRIO RUOLO, DEBBONO GARANTIRE IL RISPETTO DELLE REGOLE NON VIOLARLE, ALTRIMENTI SI ENTRA NELL’ASSOLUTISMO.



Oristano 3 Febbraio 2014
Cari amici,
credo che a nessun italiano sia sfuggito il terribile caos che ha sconvolto nei giorni scorsi il nostro parlamento, trasformato in un ring di pessimo pugilato di periferia. Agli insulti verbali si sono aggiunte le aggressioni fisiche, l’occupazione di banchi e aule, fino ad arrivare al turpiloquio sessista. Credo che mai, almeno nei tempi post bellici, si sia arrivati a vedere una Presidente della Camera rinchiudersi nel suo studio per evitare un’aggressione fisica.
Vedere il Parlamento, luogo deputato alla formazione delle regole democratiche, ridotto al ruolo di osteria triviale, è sconfortante ed allo stesso tempo preoccupante. Credo che in tanti, onesti cittadini che quotidianamente lottano per dare una vita dignitosa alla propria famiglia, si siano sentiti traditi da comportamenti cosi di bassa lega. Simili episodi, ancorché con motivazioni in parte diverse, sono assimilabili a quelli che precedettero in Italia l’ingresso del fascismo. Concordo con Corrado Augias, quando sostiene che le scenate messe in atto nei giorni scorsi in parlamento dal M5S ricordano molto le gesta fasciste e missine dell’inizio del secolo scorso, quando nel parlamento del Regno anche loro, quando erano minoranza, facevano gazzarra e cercavano di imporre con la violenza la loro volontà sulla maggioranza.
La Democrazia ha le sue regole: esiste una maggioranza ed una minoranza, la prima governa e la seconda fa l’opposizione, ma ognuna nel pieno rispetto delle regole democratiche, altrimenti la democrazia esce di scena e sfocia in un regime che si può definire in tanti modi ma non certo “democratico”. Se, a leggere i giornali, sono ormai in tanti a trovare non poche somiglianze tra gli eccessi messi in atto dal M5S e il fascismo, qualche motivo ci deve pur essere! Democrazia significa rispetto reciproco: ognuno nel suo ruolo, perché i membri del parlamento rappresentano il popolo, ed è quest’ultimo che, con il suo voto, a fine mandato giudicherà: se la maggioranza ha governato come richiesto verrà confermata, oppure verrà accantonata, sostituita, e diventerà opposizione. Queste le regole del gioco.
La particolare divisione di pensiero degli italiani, evidenziata alle ultime elezioni politiche, che non ha messo in luce un forte vincitore della competizione, mette in evidenza un malcontento maturato nel tempo e difficile da sanare. L’ondata di populismo che ha contagiato quasi un quarto degli elettori ha sicuramente una buona giustificazione; malcontento che si è riversato in forze sul neonato movimento 5 stelle, sicuramente con l’intento di stimolare e fare pressione sugli altri partiti per un cambio di rotta, ma non certo con il disegno di distruggere tutto e ripartire, poi, dalle pesanti macerie in cui il Paese si sarebbe trovato. Gli eletti del M5S, che hanno chiesto il voto ai cittadini per portare la loro voce in parlamento, se è vero che sono tenuti a rispettare il mandato ricevuto (solo moralmente , in quanto nella nostra democrazia l’eletto non ha vincolo di mandato), devono anche assumersi la responsabilità di osservare le regole democratiche di quella sede istituzionale. Regole che prevedono forme precise di comportamento, sia per la maggioranza che per l’opposizione, ostruzionismo compreso, ma svolto in modo democratico.
Uscire dalle regole democratiche, cercare di for­zare il gioco, fino a tra­sfor­mare le aule par­la­men­tari in un ring o peggio ancora in un bordello di vecchia memoria, signi­fica non solo non rispettare il mandato ricevuto ma, peggio ancora, usare comportamenti ambigui e antidemocratici. Ci basti riflettere sul tono enfatico con cui Grillo nei comizi proclamava (e ancora proclama), la linea politica del movimento: l’unica via è pren­dere la mag­gio­ranza asso­luta dei voti e poi gover­nare da soli. Un ritornello che non rimane solo, considerato che le tentazioni autoritarie sono spesso contagiose: lo abbiamo sentito anche da Ber­lu­sconi che con il suo  “date  a me i voti e lascia­temi governare”, fa supporre la sua forte convinzione di essere il solo capace di farlo.
Quello che abbiamo visto nei giorni scorsi in parlamento è un segnale molto pericoloso, in un momento politicamente così difficile per il Paese. Scontri che non si fermano alle aule parlamentarti ma proseguono in “Rete”. La bufera in effetti non è passata, se pensiamo che su internet e sui social network continua giorno e notte. Lo scontro tra il Movimento Cinque Stelle e Laura Boldrini in particolare, prosegue con toni mai ipotizzati prima.  
Il post di Grillo sul blog, rivolto ai suoi del movimento  “cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?”, ha dato l’opportunità a molti dei suoi esagitati seguaci di mettere in mostra i loro peggiori istinti: insulti, minacce, parole retrive, con particolare predilezione per le offese sessiste che rimandano a violenze, stupri, prostituzione. ”L’ammazzerei di botte”, scrive un utente. Altri hanno aggiunto che la lascerebbero per strada o in un “campo rom” o in mezzo “a un gruppo di africani”. In tanti, insomma, inneggiavano e istigavano alla violenza sessuale. La presidente della Camera ha subito replicato: “Gli insulti e le volgarità non possono in alcun modo fare parte del dibattito politico e non danno nessuna risposta concreta ai problemi dei cittadini. Piuttosto servono a istigare alla violenza e a minare le basi della nostra democrazia”.
E’ proprio questo il problema: mettere in pericolo la democrazia, contribuire ad avviare il Paese verso una deriva pericolosa (il passato insegna) che potrebbe allontanarlo dalla vita democratica, riportando a galla forme di assolutismo. Speriamo che anche chi ha sbagliato inizi a riflettere; qualcosa si è già visto con l’immediata cancellazione dei post incriminati dal blog di Grillo: “Chi ha scritto le minacce può essere querelato tranquillamente – hanno commentato i membri dello staff dei Cinque stelle – La Rete è libera e deve rimanere libera ma ognuno si assume le proprie responsabilità”.
Cari amici, la mia riflessione sui fattacci di questi giorni è aggravata dal pensare che, con la globalizzazione anche dei mezzi d’informazione, il caos nel quale il Paese sguazza è stato visto e commentato, non certo favorevolmente, in tutte le parti del mondo. Questo non è un gran bel biglietto da visita, se pensiamo che a breve avremo la Presidenza in Europa e che la speculazione internazionale, che si è già accanita in passato, potrebbe riprendere violenta, mettendo al tappeto un Paese già in ginocchio!

Mario

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