mercoledì, febbraio 19, 2014

ELEZIONI SARDEGNA 2014: I SARDI E IL PARTITO DEL “NON VOTO” CHE HA SFIORATO IL 48%, PERCENTUALE MAI VISTA PRIMA! NON E’ CON ATTEGGIAMENTI PILATESCHI, PERO’, CHE SI RISOLVONO I PROBLEMI DELLA SARDEGNA.



Oristano 19 Febbraio 2014
Cari amici,
lo abbiamo visto tutti con i nostri occhi: in Sardegna ha votato il 52,23% degli aventi diritto, addirittura con un calo di 15 punti in meno rispetto al 2009. Non che non ci siano ragioni a sufficienza per essere demoralizzati, stanchi, affamati e delusi, ma la ricetta adottata per protestare è la peggiore: l’astensione. Tanto per essere chiari il comportamento messo in atto assomiglia a quello del malato che, stando davvero male, decide di non prendere le medicine! Potrà mai guarire? E’ ovvio che, in quel modo, non solo non guarirà ma potrebbe presto morire.
Il caos politico nazionale non risparmi la Sardegna  che evidenzia anch’essa una netta spaccatura in due parti, con differenze minime di schieramento tra destra e sinistra. Ha vinto la sinistra, frutto in parte anche di errori commessi dall’altra parte (distacco del gruppo Pili) e del “voto disgiunto”, per un Cappellacci poco gradito, perché la conta dei voti di lista avrebbe dato, invece, la vittoria alla destra. Non è mia intenzione aprire su questo blog un dibattito politico su queste elezioni, sui sottili motivi di chi ha vinto e di chi ha perso, ma solo fare alcune semplici riflessioni da cittadino che, guarda caso, quest’anno non ha neanche potuto esprimere il suo diritto di voto (chi è curioso sui motivi può dare uno sguardo alla mia riflessione su questo blog del 17.2).

Il dato più preoccupante di questa tornata elettorale è proprio l’astensione. Mi viene un dubbio: se il M5S avesse presentato la lista cosa sarebbe successo? Forse che, catalizzando un bella fetta dei voti degli astenuti, sarebbe stato il primo partito?  Il dubbio è forte! Un altro dubbio che mi tormenta è quello relativo al poco gradimento ricevuto dal movimento “Sardegna Possibile” di Michela Murgia. Possibile che gli scontenti di entrambi gli schieramenti, che non sono andati al voto, non abbiano voluto, almeno per protesta,  riversare tutta la loro insoddisfazione almeno su una coalizione sarda? Pensano, forse, che ci debba pensare il Padreterno a risolvere i problemi che assillano l’Isola? Davvero un mistero!

Per i vincitori, dopo i brindisi, i festeggiamenti, le nottate di baldoria, sarà necessario rimboccarsi subito le maniche. Accredito Pigliaru di una seria capacità professionale e morale, e sono certo che cercherà di mettersi subito al lavoro per mettere insieme i primi atti che dovranno, senza alcun dubbio affrontare nodi terribili che si stanno incancrenendo: lavoro per i giovani, meno burocrazia, meno tasse, sostegno alla scuola, trasporti, continuità territoriale, costi di produzione competitivi, a partire dall’energia. Chissà che la contemporaneità dell’elezione di Pigliaru come Governatore e di Renzi come Presidente del Consiglio, non ci porti, finalmente, quanto in passato ci è stato negato. La Sardegna ha un grande potenziale che, però, è necessario saper far “fruttare” nel modo migliore. Razionalizzando l'utilizzo delle risorse: coste, artigianato, agricoltura biologica, archeologia, allevamento ovino e bovino, (senza dimenticare quello del cavallo), possono diventare i settori trainanti dell’economia sarda, che potrebbero far passare in secondo piano le pesanti e inquinanti industrie di trasformazione (alluminio e petrolio) che in passato ci sono state pesantemente imposte.
Caro Presidente Pigliaru, hai voluto la bicicletta? Adesso pedala, perché da sardo con forti radici barbaricine conosci bene il DNA dei sardi: diffidenti e individualisti ma che sanno dare l'anima: amare, soffrire e anche odiare, con una intensità ad altri sconosciuta!
Auguri! Ne hai proprio bisogno, come ne ha bisogno la Sardegna intera!
Mario

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