mercoledì, giugno 07, 2023

LE PREOCCUPANTI CONSEGUENZE DELLA DE-NATALITÀ: UN’ITALIA PIÙ VECCHIA E CON MENO REDDITI. LO SPETTRO DI UNA PESANTE IMPOSTA SULL’EREDITÀ.


Oristano 7 Giugno 2023

Cari amici,

In Italia la crescente denatalità sta iniziando a creare situazioni che iniziano a preoccupare seriamente. Le previsioni statistiche, riferite al mondo del lavoro, mettono in luce che i lavoratori in attività passeranno da 35,66 milioni dell'anno pre-Covid a 27,375 milioni nel 2070, ovvero si conteranno 8,285 milioni di lavoratori in meno, con introiti fiscali per lo Stato nettamente inferiori a quelli attuali; intanto, avverte l'Inps, la spesa pubblica italiana aumenterà entro il 2045: per le pensioni (+1,9%); per la spesa sanitaria (+1,2%) e per assistere gli anziani (+0,74%).

Come conciliare, dunque, l’aumento delle spese con gli introiti che continueranno a calare, considerato che i lavoratori diminuiranno? Il costo «verrà traslato su altre voci di spesa che nel prossimo futuro dovrà inevitabilmente aumentare», sostengono gli analisti di Fiscal Focus, il centro studi guidato da Antonio Gigliotti, consultato in esclusiva da Il Giornale. In termini strettamente demografici, entro il 2050 gli over 50 aumenteranno del 15% rispetto al 2020, mentre il numero di decessi annuo sarà del 60% maggiore già dal 2035. Da qui al 2070, seppure gradualmente, le eredità saranno dunque distribuite su un minor numero di persone. E qui, amici, casca l’asino!

L’Unione Europea, l’Ocse e il Fondo monetario internazionale hanno in testa un'idea meravigliosa: applicare una specie di “patrimoniale mascherata”. Ma in che modo? Aumentando il valore degli immobili e contestualmente le tasse di successione! È questa una politica fiscale perfettamente in linea con le ultime indicazioni di policy dell'Ocse. Insomma, a pagare questa patrimoniale saremo noi, il ceto medio. Si, lo Stato, che avrà assoluto bisogno di nuove entrate, farà cassa grazie ai beni che i figli riceveranno dai loro genitori. Saranno proprio le nostre case, costruite con grande sacrificio, a rimpinguare le asfittiche casse dello Stato, falcidiate dalla de-natalità e dall’aumento della vita media.

Gli esperti del Centro Studi Fiscal Focus sono partiti dal rapporto UE Intaxmod. Inheritance and Gift Taxation in the Context of Ageing (Eredità e tassazione delle donazioni nel contesto dell'invecchiamento, n.d.r.) del Joint Research Centre della Commissione UE. Ecco cosa sostengono i nostri euroburocrati. «L'invecchiamento della popolazione in Europa rappresenta una sfida per i sistemi pensionistici e la capacità di finanziamento del welfare state, poiché il gettito fiscale sul lavoro diminuisce». Di conseguenza, «il rafforzamento della tassazione di successione è un'opzione promettente come fonte alternativa di gettito».

Gli euroburocrati i conti li hanno già fatti: «le entrate fiscali di successione in Francia e Germania raddoppieranno entro il 2050 e saranno il 225% in più in Irlanda». Ed ecco perché l'Europa spinge anche per rivedere gli estimi catastali italiani, cosa che questo esecutivo ha giurato che non farà mai. Ma vediamo, per quanto ci riguarda, di quanti soldi parliamo. Oggi l'eredità a parenti in linea diretta, ossia figli o genitori, in Italia è tassata con un'aliquota del 4% (tolti dunque i debiti) oltre il valore di un milione di euro. Negli altri Paesi UE le aliquote sono quasi tutte più alte e scattano a franchigie più basse, tipo 500mila euro, come sottolinea il Fondo monetario internazionale.

Ora, per far capire meglio il problema, facciamo un'ipotesi facile: se in Italia si introducesse una flat tax del 10% senza detrazioni sui trasferimenti di ricchezza, lo Stato incasserebbe 20 volte di più di oggi, passando dai quasi 500 milioni del 2020 a circa 10 miliardi l'anno! Un salasso mica di poco conto! Inoltre, col passare degli anni, andremo in pensione più tardi, come i greci e i danesi, e ce la «godremo» (sic!) di più (seppure magra): in media dai 21 ai 23 anni rispetto ai 19 di oggi. Chi oggi è al lavoro si scordi una possibile pensione anticipata, o altri scivoli (il regime sperimentale di quota 100 è stata un fallimento, lo dice l'Inps). Secondo il documento The 2021 Ageing Report nel 2030, l'età di pensionamento in Italia sarà di 68 anni, un'età destinata a salire a 69 anni nel 2050 e a 71 nel 2070. Insomma, lavoreremo di più e pagheremo di più.

Cari amici, forse non tutti sono consci che la forte de-natalità avrebbe avuto, in futuro, conseguenze così drastiche, ma la realtà, purtroppo, è proprio questa: poiché abbiamo deciso di fare meno figli, ci piaccia o no, pagheremo alla grande, questo è il risultato!

A domani.

Mario

martedì, giugno 06, 2023

LOTTA ALL'EVASIONE FISCALE: IL FISCO ADOTTA L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE, CON L'USO DI MODERNI, NUOVI ALGORITMI. ECCO COME FUNZIONERANNO.


Oristano 6 Giugno 2023

Cari amici,

L’Intelligenza Artificiale (AI) entra con prepotenza anche nei severi uffici dell’Agenzia delle entrate. Si, il fisco ricorre all’Intelligenza artificiale (AI) per prevenire l’evasione. Quello tra erario e tecnologie è un sodalizio su cui fa affidamento il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, che ha tracciato l’evoluzione che la macchina erariale sta per intraprendere, a margine del Festival dell’economia di Trento (25-28 maggio 2023).

Il passato, ha detto Ernesto Maria Ruffini, era tutto analogico: fatture cartacee, dichiarazione dei redditi da compilare a mano e rimborsi più lunghi. Oggi il fisco è già in gran parte digitalizzato, tant’è che si può fare quasi tutto online, senza rivolgersi alle sedi territoriali dell’Agenzia dell’Entrate. Il passato si può dire che ormai può essere considerato archiviato, anche se il futuro dell’accertamento computerizzato delle imposte da pagare è ancora in gran parte da costruire. Per farlo, però, è già stato predisposto tutto: gli algoritmi per individuare le posizioni incongruenti e facilitare il compito a chi deve svolgere gli approfondimenti e le indagini sono già in posizione di lavoro, e risulteranno indubbiamente capaci, grazie alla loro grande potenza di calcolo, di raggiungere lo scopo prefissato.

L’uso del modernissimo strumento ha già ricevuto fin dal mese di luglio del 2022, l’Ok del Garante per la privacy, trovando la formula per scovare gli evasori senza lederne i diritti fondamentali. Grazie alla moderna tecnologia, dunque, l'Agenzia delle Entrate sarà in grado di controllare le posizioni di tutti i contribuenti ed evitare la grande mole di evasione che tuttora permane. Inoltre, grazie anche alla riforma dell’amministrazione fiscale (prevista dal PNRR) la fascia di evasione dovrebbe ridursi considerevolmente. L’Unione Europea sta finanziando il progetto “A data driven approach to tax evasion risk analysis in Italy”, ideato e presentato dal Fisco, che potenzierà le attività di contrasto ai fenomeni di evasione ed elusione fiscale con nuove metodologie e strumenti finora mai utilizzati nel nostro Paese.

La riforma si inserisce nel più vasto progetto di rendere le economie dei Paesi comunitari più sostenibili, resilienti e preparate alla sfide della transizione green e della transizione digitale. L’obiettivo dell’iniziativa dell’Agenzia delle Entrate, portata avanti con il partner tecnologico SOGENI, mira a innovare i processi di valutazione del rischio, introducendo, sperimentando e usando tecniche innovative di network analysis, di machine learning e di data visualization.

Amici, ora l’uso del super algoritmo anti evasione ed elusione fiscale, consentirà all’Agenzia delle Entrate, che già possiede un vasto patrimonio informativo, di gestire al meglio  i 42 milioni di dichiarazioni dei redditi che arrivano al Fisco ogni anno, insieme a 750 milioni di informazioni comunicate da soggetti terzi ed enti esterni (contributi, bilanci, utenze, assicurazioni, per fare alcuni esempi), 400 milioni di rapporti finanziari attivi, 197 milioni di versamenti F24, 2 miliardi di fatture elettroniche e i documenti di oltre 150 milioni di immobili censiti.

Il fisco si prepara dunque con nuovi strumenti a prevenire l’evasione, perché recuperarla risulta sempre più complicato e quindi più costoso. Un interessante cambio di paradigma che risulterà essenziale, dato che in Italia l’evaso raggiunge la media di 13,2 euro nascosti al fisco ogni 100 euro incassati! L’Intelligenza Artificiale con il suo super algoritmo sarà quindi il soldato preciso e instancabile con il quale il fisco mapperà le attività e i processi di ogni comparto economico, per risultare maggiormente efficiente e, usando le parole del direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, “arrivare direttamente a chi evade le tasse senza disturbare chi le paga”.

Cari amici, ora l’algoritmo prenderà, da buon carabiniere, a controllarci senza sosta; ogni mossa del contribuente sarà radiografata: dagli incrementi patrimoniali alle discrepanze tra i ricavi dichiarati e gli importi finanziari attivi, dalla frequenza con cui il contribuente apre o chiude le relazioni bancarie al numero di conti di cui dispone o dal numero di accessi alle cassette di sicurezza di sua pertinenza. Gli scostamenti agli standard, segnalati dall’algoritmo, assegneranno al soggetto un grado di probabilità al rischio, ovvero che ci si può  trovare di fronte ad uno scenario di possibile evasione. Sarà la volta buona che la massiccia evasione che l’Italia vanta inizierà a ridimensionarsi considerevolmente?

A domani.

Mario

lunedì, giugno 05, 2023

LE ZANZARE SONO SEMPRE PIÙ FASTIDIOSE? ECCO UN DISPOSITIVO ELETTRONICO CHE LE ALLONTANA, LIBERANDOCI DALLE LORO PUNTURE.


Oristano 5 Giugno 2023

Cari amici,

Sarà che quest’anno la primavera fa le bizze anche più degli altri anni, ma con giornate metà di pioggia e metà di sole, l’umidità aumenta e le zanzare, che nella nostra terra di Oristano non sono mai mancate, sembrano aver vinto allo lotteria e si riproducono in maniera esponenziale! Sui possibili rimedi per le punture di questi fastidiosissimi insetti ho scritto su questo blog tante volte, suggerendo rimedi su rimedi, e anche oggi voglio riportare a Voi lettori un ulteriore “moderno ritrovato” elettronico, che pare sia un rimedio di buona efficacia. Vediamolo insieme.

Fino ad ora ci siamo difesi dalle zanzare, questi insetti pericolosi che con l’arrivo della primavera si moltiplicano a gran carriera, utilizzando diversi prodotti repellenti, che applichiamo sulla pelle e sui vestiti, che però, alla base, contengono sostanze chimiche e insetticidi. Sostanze indubbiamente non troppo sicure, che oltre a lasciare spesso un odore sgradevole, hanno un effetto molto breve, con la conseguenza di dover ripetere spesso l’applicazione. Rimedi, inoltre, che sono anche scomodi da portare, inquinano e possono avere effetti indesiderati sulla nostra salute.

Si, amici, oggi viviamo nel mondo dell’alta tecnologia, e, studia e ristudia, abbiamo trovato un modo nuovo per combattere le zanzare, costruendo un particolare aggeggio tecnologico, assolutamente privo di sostanze chimiche, che utilizza l’elettronica e non la chimica per allontanare i fastidiosissimi insetti che nei periodi caldi ci massacrano. Questo aggeggio di nuova concezione è appena arrivato nel mercato: si chiama "ZSonic". Vediamo insieme di che si tratta!

Questo marchingegno a cui è stato dato il nome di “ZSonic” altro non è che un moderno braccialetto, comodo e alla moda, che riesce ad allontanare immediatamente non solo le zanzare ma anche diversi altri insetti, non appena lo si indossa. Un braccialetto che ha la forma di un orologio ed è realizzato in ceramica e silicone, resistente e anallergico, dotato di una tecnologia innovativa che riesce a tenere lontane le zanzare senza rilasciare sostanze chimiche. Insomma, amici, è un braccialetto rivoluzionario, che riesce a proteggere chi lo indossa da tutta una serie di insetti fastidiosi e pericolosi a partire dalle fameliche zanzare. Vediamo ora il suo funzionamento.

Il grande segreto del braccialetto-orologio antizanzare (brevettato) è che opera utilizzando dei segnali ultrasonici: ZSonic, infatti, emette precisi segnali ad ultrasuoni, capaci di allontanare zanzare, mosche e zecche in modo talmente efficace da risultare fino a 3 volte più efficiente dei normali repellenti oggi in uso. Le frequenze ultrasoniche lanciate dal braccialetto-orologio sono completamente innocue per gli esseri umani e gli animali domestici, mentre le zanzare avvertono invece queste frequenze come dei potenti segnali di allerta e pericolo, e per questo motivo, esse si allontanano terrorizzate.

Appena lanciato sul mercato questo braccialetto-orologio ha trovato molti scettici, che non credevamo che questo piccolo dispositivo potesse davvero allontanare le zanzare senza l'utilizzo di prodotti chimici. Tanti, però, si sono poi dovuti ricredere! Ora il bracciale risulta abbastanza richiesto, considerato che viene dichiarato sicuro, anche utilizzato da bambini, donne incinte, anziani e animali domestici. È comodo da indossare, oltre che leggero ed elegante, si ricarica come il cellulare (con batteria ricaricabile, si ricarica collegandolo con il cavo USB) e ha una lunga autonomia: viene dichiarato che una ricarica completa garantisce fino a 130 ore di funzionamento continuo.

Che dire, amici, a me è già venuta voglia di provarlo! Inoltre, essendo dichiarato anallergico, in quanto realizzato con materiali ecologici e inerti di alta qualità, non rilascia sostanze chimiche sulla pelle. L’azienda produttrice lo dichiara garantito di lunga durata, per cui chi lo acquista non avrà più bisogno di ricorrere agli spray, citronelle e prodotti repellenti! Che dite, sta venendo pure a Voi, amici lettori, la voglia di provarlo?

A domani.

Mario

domenica, giugno 04, 2023

OLLOLAI INIZIA A RACCOGLIERE I FRUTTI DELL’OPERAZIONE "CASE A 1 EURO"! DAGLI STATI UNITI STANNO PER ARRIVARE 10 PROFESSIONISTI.


Oristano 4 giugno 2023

Cari amici,

Sul declino di tanti piccoli centri della Sardegna, in particolare quelli dell’interno, ho avuto occasione di parlare e di scrivere anche su questo blog; in data 8 settembre 2020 ho affrontato l’argomento parlando della possibilità di farli rivivere attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, come LO SMART WORKING, essendo i nostri borghi luoghi alquanto ameni, capaci di dare serenità e di stimolare la creatività. Insomma, la tecnologia potrebbe dare a queste piccole comunità sull’orlo dell’estinzione, un’occasione unica di rinascita. Chi vuole può andare a leggere, o eventualmente rileggere, quanto scrissi, cliccando sul seguente link: http://amicomario.blogspot.com/2020/09/il-declino-dei-piccoli-borghi-con-lo.html.

Ollolai

Ebbene, uno dei paesi sardi la cui amministrazione aveva messo in piedi l’operazione “CASE A 1 EURO”, è stato OLLOLAI, paese della nostra Barbagia, che fu tra i primi a lanciare l’0fferta sul mercato estero, per cercare di abbattere lo spopolamento. Ora il progetto: "Work from Ollolai/Traballa dae Ollolai", promosso dal Comune in collaborazione con l'associazione “SA MATA” (in sardo l'albero delle idee) ha preso corpo ed è pronto a sviluppare una rete di residenze internazionali destinate a professionisti, che potranno vivere e lavorare nel paese barbaricino. Il progetto è partito con gli Stati Uniti, con cui Ollolai ha già attivato una fitta rete di contatti.

Perché il paese di Ollolai sia partito dagli Stati Uniti ha una motivazione particolare. Come ha avuto modo di chiarire l’antropologa Veronica Matta, Presidente dell’associazione “SA MATA”, “Ollolai è una finestra sul mondo, e, in questa prima fase, il Comune ha scelto gli Stati Uniti, in quanto la comunità di Ollolai è molto legata agli USA, grazie ad una persona speciale: l’indimenticato Franco Columbu, ex mister universo e mister Olimpia, famosissimo negli Stati Uniti dove è diventato leggenda. Franco ebbe modo di far conoscere la sua Ollolai negli States, facendo venire tanti americani in vacanza".

Visto che la prima fase dell’operazione è andata a buon fine, reclutando subito dieci professionisti che potranno arrivare a Ollolai da soli o con la famiglia e lavorare e vivere nella cittadina quanto vorranno, usufruendo dell'alloggio a 1 euro al mese messo a disposizione dal Comune, si passerà poi alla seconda fase, attraverso la realizzazione di un portale dedicato, in cui i candidati potranno inviare la propria adesione compilando un semplice format. In cambio ognuno di loro lascerà un contributo professionale che donerà alla comunità di Ollolai.

Il sindaco di Ollolai Francesco Columbu, si è così espresso sull'iniziativa: "Rivitalizzare il paese, migliorare la vita degli abitanti e frenare lo spopolamento, sono gli obiettivi che ci siamo dati; crediamo che il nostro sia un bel posto in cui vivere e lavorare da remoto, secondo uno stile di vita fatto di natura, tranquillità, cibo sano e tradizioni. Non dimentichiamo che siamo una delle cinque Blue Zone del mondo per via dei tanti centenari presenti. Puntiamo a ulteriori possibilità di crescita e scambio, come compravendite immobiliari, eventi, visite turistiche con benefici economici, culturali e sociali per gli abitanti".

In tutta Italia sempre più Comuni hanno deciso di mettere a disposizione immobili di loro proprietà con l’obiettivo di ripopolare i loro paesi “fantasma”; In questo contesto la Sardegna paga un prezzo alquanto alto, quanto a spopolamento. Sono diversi gli Amministratori comunali che provano a far rivivere i piccoli borghi da loro amministrati cedendo le case disabitate al prezzo simbolico di 1 euro; Ollolai, che ha già toccato con mano la bontà dell'iniziativa, è ora di esempio agli altri con il favorevole risultato ottenuto. Si, amici, personalmente plaudo all'iniziativa, perché, a ben vedere, cresce ogni giorno il desiderio di molti di abbandonare la vita frenetica della città, per trasferirsi in un piccolo centro, in campagna o in montagna. La crescente diffusione dello smart working, inizialmente agevolata anche dal Covid-19, ha reso ora questa ipotesi più vera e realistica: vivere in un piccolo centro consentirebbe di poter cambiare radicalmente vita, senza dover lasciare il proprio lavoro!

Cari amici, chissà che non sia la volta buona che tanti nostri piccoli centri ritroveranno vita e speranza!

A domani.

Mario

sabato, giugno 03, 2023

È STATO SCOPERTO UN BATTERIO CHE MANGIA L’ANIDRIDE CARBONICA. LA SCOPERTA È STATA FATTA NELL’ISOLA DI VULCANO.


Oristano 3 giugno 2023

Cari amici,

Che l’Anidride Carbonica sia diventata un serio problema per il futuro della nostra terra è indubbiamente una triste realtà. Per chiarire meglio, l'anidride carbonica è un gas che si forma nei processi di combustione, dall'unione del carbonio contenuto nei combustibili con 2 atomi di ossigeno presenti nell’aria (la sua formula chimica è CO2). L’evoluzione tecnologica dell’uomo ha comportato una produzione in eccesso di anidride carbonica, creando al nostro pianeta ingenti danni ambientali, in primis mettendo in pericolo l'esistenza dell'Ozono, quello strato gassoso presente nell'atmosfera che serve a proteggere la terra dall'azione nociva dei raggi ultravioletti UV-C provenienti dal sole.

Un altro effetto, deleterio quanto quello prima richiamato, è che la presenza in eccesso di anidride carbonica causa il surriscaldamento climatico (in inglese, "global warming"), che ha già dimostrato, almeno in parte, la sua pericolosità con lo scioglimento dei ghiacci, la desertificazione, un drastico cambiamento del clima, etc. Da millenni nell’equilibrio naturale il processo di riscaldamento del pianeta da parte del sole prevede che durante il giorno la superficie terrestre accumula il calore ricevuto, mentre nelle ore notturne esso viene disperso nello spazio; ora, l'eccessiva concentrazione di anidride carbonica nell'aria forma, invece, una sorta di cappa che impedisce l'espulsione del calore assorbito dalla terra nelle ore diurne. Ecco come nasce il "global warming".

Le cause che hanno portato al surriscaldamento, ovvero alla massiccia produzione di emissioni di CO2 in eccesso, sono molteplici, dall'attività industriale tipica dei Paesi sviluppati, che, per produrre energia, le industrie ricorrono alla combustione dei combustibili fossili (carbone, petrolio) e alla deforestazione incontrollata, in quanto sono gli alberi ad assorbire una bella quantità di anidride carbonica, rilasciando nell'atmosfera ossigeno. In realtà tutti noi produciamo anidride carbonica, sia attraverso la nostra respirazione (anche se questa è una quantità ininfluente e non dannosa per l'ambiente), sia attraverso i nostri consumi quotidiani: dall’illuminazione all’uso dell’auto, dagli elettrodomestici al riscaldamento.

Ebbene, amici, di recente un gruppo internazionale di ricercatori della Seed Healh, società della Microbial Analysis Working Group della Nasa, ha scoperto che in Italia, e per la precisione all’isola di Vulcano, c’è un batterio fino a poco tempo fa sconosciuto che potrebbe diventare un importante alleato nella lotta al cambiamento climatico in quanto divoratore di CO2.  Si tratta di un cianobatterio, un organismo acquatico che “si nutre” di anidride carbonica. Secondo i risultati del progetto ‘2 Frontiers’, guidato dal microbiologo Braden Tierney, questo batterio è in grado di trasformare la Co2 in biomassa “a una velocità impressionante”, molto più velocemente di qualsiasi altro organismo.

Gli operatori della Seed Healh dopo la scoperta hanno dichiarato: "Lo scorso settembre, la nostra prima spedizione, CARBON1, ci ha portato alle isole Eolie in Sicilia. Qui, abbiamo identificato batteri fotosintetici verdi mai visti prima, che prosperano nelle bocche vulcaniche sottomarine al largo della costa”. Non è un caso se l’isola di Vulcano è stata scelta come meta della spedizione di ricercatori che studiano i cianobatteri. L’acqua da queste parti è infatti estremamente ricca di anidride carbonica.

I ricercatori, dopo un attento e paziente studio, hanno stabilito che questi batteri “sono così efficienti nel consumare l'anidride carbonica” da superare in velocità i migliori microbi ‘mangia Co2’ finora conosciuti. Non è difficile immaginare il potenziale di questa scoperta ai fini della ricerca nel campo della tecnologia per l’assorbimento e la trasformazione del carbonio.  Intervistati dal Guardian i ricercatori hanno dichiarato che la loro speranza è quella di utilizzare questi cianobatteri che assorbono così velocemente la Co2 per rimuovere i gas serra dall’atmosfera. Damian Carrington, giornalista del Guardian specializzato in ambiente e scienza, ha dichiarato che la decarbonizzazione è fondamentale per arginare la crisi climatica ma “la maggior parte degli scienziati concorda che anche la CO2 dovrà essere aspirata dall'aria per limitare i danni futuri”.

Amici, indubbiamente un buon passo avanti nella lotta al pericolo causato dall’eccesso di CO2, anche se la soluzione non può essere limitata al lavoro di questi batteri, ma è già una delle vie da seguire. Come ha dichiarato il microbiologo Braden Tierny al Guardian, “Ci saranno anche circostanze in cui davvero avremo bisogno di un microbo acquatico a crescita rapida, ma potrebbe essere utile, per esempio, anche poter creare “grandi stagni che catturano il carbonio”.

Cari amici, la lotta per combattere i gas serra come la CO2 continua senza sosta; in America ci sono aziende che già utilizzano batteri per convertire la Co2 in biocarburanti. La CyanoCapture, con sede nel Regno Unito, sostenuta da Shell ed Elon Musk, sta sfruttando i cianobatteri per produrre biomassa e oli biologici. La specificità del ‘nuovo’ batterio è che “affonda nell'acqua. Il che può aiutare a raccogliere la Co2 che esso assorbe”. La nostra speranza è la salvezza del pianeta, per le nuove generazioni!

A domani.

Mario

venerdì, giugno 02, 2023

L'INATTESA RIVOLUZIONE NEI CONSUMI: DOPO L’ESAGERATA MODA DELL’USA E GETTA, ARRIVA L’ALT AGLI SPRECHI, DATO DA UN RINNOVATO IMPULSO A COMPRARE POCO E NIENTE.


Oristano 2 GIUGNO 2023

Cari amici,

Oggi è 2 giugno, festa della Repubblica, anche se non c'è molto da festeggiare, vista la non facile situazione economica che si sta attraversando. I tempi cambiano: a volte in positivo, altre in negativo. La positiva trasformazione della società, da agro pastorale a commerciale-industriale, con il conseguente boom economico, è avvenuto in particolare a partire dagli anni settanta del secolo scorso, per poi fermarsi; forse fu anche in conseguenza di una "Globalizzazione selvaggia". Fu un cambiamento radicale, che portò ad un nuovo modo di vivere, caratterizzato dallo spreco, tanto da aver fatto definire la società attuale quella dello spreco, ovvero una “società dell’usa e getta”. Ora, dopo anni di sprechi, sembra ripartire, seppure in sordina, una maggiore consapevolezza tra i consumatori, con l'attuazione di comportamenti possiamo dire inaspettati.

Dopo l’ubriacatura dell’avere tutto e subito, dopo la foga dei viaggi in ogni parte del mondo, dell’acquisto di prodotti spesso inutili, dell’uso dell’auto anche per percorsi brevi, dell’ordinare su Internet anche i prodotto di prima necessità, il consumatore sembra aver ritrovato un primo briciolo di saggezza. Forse avrà contribuito anche l’inaspettato arrivo di pandemie come il Covid, ma sicuramente la voglia del "tutto e subito" sta lasciando il campo. Possiamo dire che è iniziata la diminuzione della voglia di sprecare, con una crescente, maggiore consapevolezza per le sorti del mondo. Meno uso dell'auto, più voglia di movimento con un rinnovato interesse verso quel mezzo passato in sordina come la bicicletta e un iniziale ritorno all'uso del mercato di quartiere, iniziando a lasciar perdere la mania dell'home-banking.

In questa rivoluzione culturale che porta, seppure in modo diverso, alle metodiche del passato, sono constatabili dei comportamenti addirittura imprevedibili nel settore del retail, che registrano una crescente tendenza che sotto certi aspetti sconcerta: quella di un drastico calo dei consumi, che arriva anche al desiderio di "non comprare più nulla", se non lo stretto indispensabile! Un particolare, questo, alquanto sconcertante, che se da un lato appare come un modo per cercare di semplificarsi la vita, ha un forte riflesso, quasi un boomerang, sugli effetti di rimbalzo generati sul commercio internazionale, quel “mercato globale” prima ricordato.

A ben vedere è una vera è propria "imprevista rivoluzione", un serio ripensamento sul modo in cui i consumi personali si riverberano sul resto del mondo. Il dubbio che ora fa più riflettere è: “Fino a quanto il consumatore si può spingere a non comprare praticamente più nulla, se non lo stretto indispensabile? Nessun dubbio sul fatto che fino ad oggi una quantità significativa di spese domestiche riguardavano beni non essenziali, ma per il resto? Certo, il forte desiderio di emulazione ha portato un po’ tutti ad acquisire la consapevolezza del “non necessario”, come ad esempio lasciar perdere gli abbonamenti per la palestra, oppure quelli delle TV a pagamento, spessissimo utilizzati in maniera minimale.

La corsa ai beni non essenziali, nel passato recente, era diventata una vera e propria ossessione, tanto che ogni famiglia spendeva più per ciò che non consumava che per quello realmente necessario. Un nuovo paio di jeans? Un aggiornamento del cellulare? Quelle scarpe tanto carine? Per alcune persone, erano proprio questi gli ingredienti che davano sapore alla vita. In realtà si trattava di consumi inutili, fatti per emulare gli altri, per sentirsi alla pari (e anche di più degli altri); consumi inutili, capaci, invece, di influire negativamente sul benessere del pianeta. La realtà è che circa il 60% delle emissioni di gas serra sono derivati proprio dall’eccesivo consumo dei beni domestici.

Amici, indubbiamente avevamo adottato comportamenti alquanto irresponsabili: in parole povere, nei Paesi più ricchi si acquistavano sempre di più beni che si desideravano per apparire, ma di cui non si aveva realmente bisogno, ed è il nostro martoriato pianeta a pagarne il prezzo più alto. Ed è proprio da questo errato comportamento che sono nati e poi entrati in gioco, da protagonisti, gli "Un-consumer". Questi neo-rivoluzionari possono essere considerati dei parenti lontani dei minimalisti, che vivono con un numero ridotto di beni accuratamente selezionati, anche se gli un-consumer si spingono addirittura ben oltre. Lo slogan degli un-consumer è "Non comprare niente", eccetto quanto strettamente necessario per sopravvivere.

Cari amici, riflettendo seriamente, come possiamo concretizzare l’idea rivoluzionaria di salvaguardare il pianeta consumando il meno possibile? per esempio, astenendoci dal comprare nuovi vestiti, evitando l'acquisto di arredamenti nuovi, zero dispositivi elettronici nuovi, zero beni di lusso; Tutto questo può costituire una salvezza certa per il pianeta? Per quanto possa sembrare semplice, così come per tutte le filosofie, l'approccio "Non comprare niente" può non avere degli effetti immediati. Purtroppo, non ci sono dei rimedi semplici e immediati che possano invertire i pericolosi cambiamenti climatici e proteggere di conseguenza il pianeta. Ci vuole ben altro per cambiare realmente le cose, partendo dal coinvolgimento dei popoli di tutto il mondo. Tuttavia, il non comprare nulla oltre il necessario, anche se solo per un certo periodo di tempo, è in realtà un serio e concreto contributo alla causa che tutti dovremo sposare per salvare il nostro malconcio pianeta.

A domani.

Mario

 

giovedì, giugno 01, 2023

IL DELETERIO POTERE DEGLI INFLUENCERS SULLE NUOVE GENERAZIONI. QUANDO IL POTERE DEL CAPOGRUPPO ANNULLA LA VOLONTÀ DEL SINGOLO.


Oristano 1° giugno 2023

Cari amici,

Voglio aprire i post di giugno parlando con Voi degli adolescenti, ovvero gli appartenenti alle Nuove Generazioni, focalizzando l'attenzione sui grandi rischi che essi corrono con l'imperversare delle nuove tecnologie (in particolare i SOCIAL), che li portano ad isolarsi, a concepire un nuovo modo di aggregazione, stravolgendo il precedente concetto di "stare insieme fisicamente". Se è pur vero che l’uomo non è nato per vivere da solo ma cooperativo in società, insieme agli altri, ovvero facendo vita comunitaria all'interno di un gruppo sociale, col passare del tempo questo rapporto è profondamente cambiato. Fin dagli albori della civiltà, entrare a far parte di un gruppo significava relazionarsi con gli altri all’interno di regole ben precise; l’appartenenza ad un gruppo significava e significa ancora oggi, fare strada insieme, scoprire insieme il mondo, condividere visioni e tendenze, ma nel pieno rispetto della propria identità, senza lasciarsi influenzare dagli altri, o, peggio ancora, farsi manipolare.

C'è da dire, però, che col passare dei secoli certe situazioni sono profondamente cambiate, e l’identità e l’autonomia del singolo, purtroppo, sono state praticamente state annullate, tanto che le ultime generazioni (i così detti millennials e generazione Z), a differenza di quelle precedenti, perso la propria indipendenza, abbracciando la sudditanza della vita di gruppo, perdendo così la propria autonoma personalità e cedendola irrimediabilmente al gruppo, in particolare succubi del volere del capogruppo. Una abdicazione pericolosa, specie in presenza di personaggi dalle menti autoritarie malate. Questa realtà la possiamo toccare con mano tutti i giorni, osservando certi anomali comportamenti emulativi messi in atto, evidenziati è postati poi sui social, che qualche volta hanno portato addirittura alla morte di qualche soggetto debole.

Sui social media a catalizzare l’attenzione di schiere di giovani adepti sono gli INFLUENCERS, che con grande potere di convinzione sono in grado di catalizzare non solo l’attenzione degli appartenenti al gruppo, ma anche di averne in cambio una sudditanza assoluta, imponendo loro di compiere degli atti che mai avrebbero messo in atto senza la loro potenza persuasiva! Ci sono stati casi di auto-lesioni, di corse effettuate a velocità folli, di prove di abilità comprendenti furti o varie prove di forza, solo per citare alcune delle cervellotiche richieste impositive ordinate dall’influencer di turno ed eseguite dai seguaci-sudditi per cercare di dimostrare coraggio e fedeltà al gruppo.

Amici, il problema è più serio di quanto appare, in quanto l’appartenenza a certi gruppi è diventata molto pericolosa, in quanto sono gruppi gestiti in maniera settaria. Si, amici, certi gruppi non sono altro che delle vere e proprie “SETTE”, gestite da menti dotate di un’intelligenza malvagia, che inducono gli appartenenti al gruppo a mettere in atto comportamenti di grande pericolosità. Secondo la psicologa statunitense Margaret Singer, “una relazione settaria è un tipo di relazione in cui una persona induce intenzionalmente un’altra a divenire totalmente o quasi totalmente dipendente da sé e dal movimento o gruppo, per quanto riguarda la maggior parte delle decisioni più importanti della vita”.

Amici, di recente un film presentato all’ultimo Festival di Cannes, dove concorreva per la Palma d’Oro, “CLUB ZERO” (firmato dalla regista austriaca Jessica Hausner, con protagonista Mia Wasikowska), ha trattato proprio il tema spinoso della relazione settaria. Nello specifico il film focalizzava l'attenzione sull’alimentazione (e sull'impatto che la produzione di cibo crea sulla vita del pianeta), analizzata attraverso la visione ferma e appassionata di una professoressa di liceo, Miss Novak. La docente sosteneva con forza ai suoi studenti una sua filosofia inusuale, shoccante, ovvero una sorta di religione della nutrizione! Il suo mantra era: “non mangiate e starete meglio, anzi vi concentrerete meglio se non avrete bisogno del cibo. Salverete voi e il pianeta”.

Nel film Miss Novak porta avanti il suo cervellotico progetto coinvolgendo con determinazione un gruppo di suoi studenti in particolari lezioni-sedute; questi, tutti giovanissimi, ragazzi, ragazze, raccolti in cerchio, ascoltavano i suoi insegnamenti, improntati ad una particolare gestualità e ritualità. comportamenti, ad esempio, come non divorare gli alimenti, Comportamenti accompagnati da un rituale che prevedeva di portare lentamente il cibo alla bocca, quasi in una sorta di mantra, per poi rifiutarlo, liberandosene. "Non mangiate e starete meglio": questo era il pensiero shock della professoressa: quasi una religione della nutrizione impartita ai ragazzi, di cui, però, i genitori non erano proprio al corrente.

Nell’interessante film la scuola sosteneva lo strano metodo e l’insegnante, ma i genitori non ne sapevano nulla, o quanto meno non si accorgevano. Qualcuno dei ragazzi, però, avvertito il pericolo, esce dalla setta, mentre in pochi rimangono agganciati al nuovo, strano ideale della professoressa, al punto da entrare a far parte proprio del Club Zero, che dà il titolo alla pellicola. Indubbiamente un film anticonvenzionale, dove peraltro c’è una scena in cui una delle protagoniste accusa anche l’industria alimentare che “costruisce e demolisce i nostri corpi”. Il film tocca un tema importante e pericoloso: la forza di una mente capace di influenzare le azioni degli esseri umani, portandoli a credere al suo vangelo, a prendere decisioni senza ritorno, attraverso una forma di manipolazione che può risultare pericolosa e devastante. Ecco il terribile potere di certi influencers!

Cari amici, il pericolo degli influencers, in particolare per i giovani millennials è grande: e quanto raccontato nel film (tratto seppure in modo romanzato dalla realtà) dovrebbe far riflettere non poco: grande attenzione, dunque, ai messaggi distorti di certi personaggi, influencer senza scrupoli, pronti a trascinare nel baratro i propri adepti.

A domani.

Mario