martedì, settembre 08, 2020

IL DECLINO DEI PICCOLI BORGHI. CON LO SMART WORKING E LA TECNOLOGIA QUESTE PICCOLE COMUNITÀ POTREBBERO AVERE UN’OCCASIONE DI RINASCITA.


Case disabitate di Ollolai (Sardegna)
Oristano 8 settembre 2020
Cari amici,
Che lo spopolamento dei piccoli borghi sia in tutta Italia un problema serio, complesso e di difficile soluzione, è ormai su tutte le bocche, anche se tutti i tentativi fatti finora per arrestarne l'emorragia non hanno portato a risultati abbastanza soddisfacenti. Ci hanno provato i Sindaci di questi piccoli comuni (da sardo potrei dire che quello di Ollolai, per esempio, sta facendo una grande pubblicità che presenta già dei risultati), che cercano, in assenza di altri interventi, di tamponare uno spopolamento che sembra inarrestabile.
Ebbene amici, ora, a questi tentativi di salvataggio se ne aggiunge un altro che potrebbe avere un successo maggiore dei precedenti: quello derivante dallo Smart Working. La possibilità ora data di poter esercitare la propria professione a domicilio, nota proprio come “Smart Working”, ovvero quel massiccio utilizzo del possibile ‘lavorare a domicilio’, recentemente incrementato anche dalla necessità di contenere il contagio derivante dalla pandemia scatenata dal Coronavirus, potrebbe costituire un grande possibilità aggiuntiva al salvataggio dei piccoli borghi, cioè  essere un ottimo veicolo per farli rinascere e riprendere vita. Vediamo in che modo.
Ecco, amici, i piccoli borghi potrebbero rinascere grazie allo smart working, ma solo se questi avranno determinati requisiti. In Italia oltre 2 mila comuni sono attualmente a rischio estinzione, e molti si trovano già in avanzato stato di abbandono e spopolamento. Una emergenza, questa, di cui sembra poco importi ai nostri amministratori, a partire da quelli dell’amministrazione centrale, ovvero dai nostri parlamentari. Ma ora potrebbe aprirsi una nuova via per la loro salvezza, e questa via è lo Smart Working.
Lo Smart Working è in grado di creare nuovi modelli organizzativi della società, facendo uscire tanti lavoratori dalle loro aziende-alveare e consentendo di farli lavorare a casa propria, posta magari proprio in un piccolo, grazioso borgo. Ecco una bella soluzione, per il recupero dei piccoli centri italiani che per decenni sono stati la spina dorsale del nostro Paese, ma che oggi attraversano invece una profonda crisi. Alcuni numeri rendono bene l’idea. Degli oltre 8 mila comuni italiani il 72% ha meno di 5 mila abitanti. Di questi ben 2381 sono a rischio estinzione, ovvero in avanzato stato di abbandono e spopolamento. E non è un caso che diverse Comunità per arginare la crisi abbiano promosso la vendita di case alla cifra simbolica di 1 euro.
In questo contesto la Sardegna paga un prezzo altissimo. Sono diversi gli Amministratori comunali che provano a far rivivere il piccolo borgo da loro amministrato vendendo le case disabitate al prezzo simbolico di 1 euro. Uno di questi è Ollolai.  Posto nel Centro Sardegna, è uno dei paesi sardi più colpiti dallo spopolamento; il Sindaco Efisio Arbau non si perde d'animo e, utilizzando il  Piano Casa approvato di recente dal Consiglio Regionale (che prevede la possibilità per i Comuni di acquistare immobili in abbandono e metterli a disposizione di acquirenti che devono impegnarsi a recuperarli), ha messo in atto un progetto di sviluppo locale, mettendo in vendita le case acquisite ad una cifra simbolica: un euro, con la clausola che vengano risanate e abitate. E il progetto sembra funzionare, tanto che diversi altri comuni hanno imboccato la stessa via.
Cari amici, ora a queste iniziative si aggiunge quella derivante dallo Smart Working. Da anni il sogno di milioni di italiani, costretti a vivere sotto stress, è quello di lasciare il grande centro per trasferirsi in periferia o in campagna. Vita sotto stress che altro non è che il prezzo pagato alla corsa all'urbanizzazione, che di fatto fece sparire i piccoli borghi, un tempo strutture molto importanti per la tutela del territorio. Ora quei borghi, veri pezzi importanti del nostro Paese potrebbero rinascere, tornare ad essere pieni di vita, in una parola “RIFIORIRE” nel vero senso del termine.
Si, amici. è sempre più grande il desiderio di molti di abbandonare la vita frenetica della città, lasciare tutto per trasferirsi in un piccolo centro, in campagna o in montagna. La crescente diffusione dello smartworking, agevolata anche dal Covid-19, ha reso ora questa ipotesi più vera e realistica; consentirebbe di poter cambiare radicalmente vita, senza dover lasciare il proprio lavoro. E, oltretutto, ne beneficerebbe anche la produttività nelle aziende, considerato che, dai primi risultati, lavorare da casa il più delle volte aumenta le prestazioni dei soggetti, grazie alla maggiore concentrazione, al minore assenteismo per malattia, e alla aumentata soddisfazione.
Cari amici, se tornare a vivere nei piccoli borghi sembra ormai il sogno di molti italiani, per realizzare concretamente questo sogno in questi borghi c’è qualcosa di importante che deve essere realizzato, posto in opera quanto prima. I piccoli centri dovrebbero dotarsi (o essere dotati) di moderne caratteristiche, tra le quali alcune particolarmente importanti. La prima caratteristica è di tipo tecnologico: la presenza di reti di telecomunicazione in fibra (o quantomeno a banda larga) necessarie per poter lavorare da remoto. Solo superando il digital divide che ancora tiene lontani i piccoli centri, il gap può essere superato. Solo grazie a queste innovative soluzioni tecnologiche (internet veloce a banda larga e ultra larga, in modalità wireless), la rivitalizzazione dei piccoli borghi potrà diventare realtà, tornando in questo modo a rinascere, attirando concretamente i telelavoratori.
La seconda caratteristica è invece meno immediata, ed è stata illustrata da uno dei più noti e importanti architetti italiani, Stefano Boeri, il padre del Bosco Verticale. L‘uomo moderno, tecnologico e iper connesso, ha un forte bisogno del contatto con il verde, e la natura resta una necessità insopprimibile. "Stiamo lavorando alla mappatura dei borghi con il Politecnico di Milano e stiamo aprendo una collaborazione con Touring club per capire se si possono fare progetti pilota. Ragioniamo su situazioni ad un massimo di 60 chilometri da un centro urbano o da un aeroporto", ha spiegato Boeri.
Amici, la conclusione è chiara: i borghi potrebbero effettivamente attirare un gran numero di persone in fuga dalle città grazie allo smartworking, ma a patto di essere tecnologici e non troppo distanti (in tempo fisico o temporale) dalle grandi aree urbanizzate. E qui sorge un punto di domanda: la classe politica italiana saprà cogliere questa occasione favorendo lo Smart Working e investendo in tecnologia e infrastrutture nei piccoli centri? Purtroppo dare una risposta certa non è semplice. Con certezza si può affermare però che sarebbe un bel modo per spendere i tanti soldi che arriveranno dall'Europa grazie al Recovery Fund.
A domani.
Mario
La bellezza d un piccolo centro...



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